COVER #13: LA BADESSA

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Alberto Calce, “Sfida ad Alessio Mosca”, 28 maggio 2021

28 maggio 2021
Gentilissimo Alberto Calce,
le sue velate minacce di teste calanti ci causano, per dirla con il nostro amico Luca Mignola, un immanente incurvamento dell’arcata sopraccigliare peraltro sporgente. In un decennio di bolle la collazione di patetismi catalogati con criteri che avrebbero spinto Melvil Dewey sul baratro della follia a sviluppare il concetto di entropia farebbe cadere il cazzo anche al più acerrimo dei nostri nemici che, spiace dirlo, non è allo stato lei.
Ci invii piuttosto La Badessa, lo confronteremo scientificamente all’originale in questione (primo e già peggior racconto del nostro, qui). Le garantiamo pubblicazione “immediata” a tambur battente alla faccia (di merda) del nostro Mosca, peraltro già coverizzato “twice” (qui e qui), in quanto autore maggiore della letteratura coeva nazionale.
Change our mind. 
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Cover #12: Fantasie di stupro

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Claudio Parentela, Painting2543

Nessunə come Lorenzo Vargas ha interpretato lo spirito di Cover, lo spazio che riscrive le storie che hanno fatto la storia di Verde. Family banker (qua) è l’esordio sulle nostre pagine di Stefano Felici, ancora oggi la sua prova migliore, alla faccia dei quattro anni trascorsi (chi ha capito ha capito). Fantasie di stupro stende e svuota dall’interno il ventiquattresimo gattino, ne disseziona l’animula e ne fa dono a noi che leggiamo gratə.  
La copertina è di Claudio Parentela.

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Cover #11: Chi te l’ha fatto fare

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Claudio Parentela, Painting 2542

Cover è lo spazio che riscrive le storie che hanno fatto la storia di Verde. Sei anni fa pubblicavamo Lei è cattiva, l’esordio sulle nostre pagine di Valentina Maini, che sarebbe poi diventato La mischia, l’esordio romanzesco di Valentina Maini (ne parlavamo un anno fa allo Sparwasser). Francesca Mattei, Chi te l’ha fatto fare?
Copertina di Claudio Parentela
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Cover #10: Bevatrone sulfureo-scatologico

Riunione straordinaria del consiglio di redazione bierdiano stanotte alle due, con l’accortezza di non parlare troppo ad alta voce per non svegliare il Royal Baby Marinelli. All’ordine del giorno: stravolgimento totale dei programmi di Verde per il 2021 allo scopo di mettere in modo il Grande Fottuto Kraken Pazzo di Verde, ovvero la scomposizione poliedrica delle forme della qui presente rivista vostra amata. Anticipazioni? Per ora solo una: da questa settimana, l’annunciata rubrica INDIFFERENZIATA in cui saranno pubblicati, uno alla volta, TUTTI I RACCONTI RICEVUTI A DICEMBRE DALLA REDAZIONE, SENZA LETTURA, VALUTAZIONE ED EDITING DA PARTE NOSTRA. Maggiori informazioni in un post dedicato.

Oggi leggiamo la decima Cover della serie celebrativa avviata nel 2020: i migliori racconti della storia di Verde, riscritti da penne amiche. Questa è di nuovo la volta di Simone Bachechi con una cover del compianto Vinicio Motta e del suo Mercuriale sulfureo-scatologico (prima parte della famosa Trilogia fecale).

Il collage è di etere____. 

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Cover #9: La Torre

Buongiorno, perdonateci la zona rossa, la appoggiamo qui.

Il nostro buon Francesco Quaranta ci propone oggi una cover di Sara Mazzini. Come per ogni cosa che lo contraddistingue, ha barato sulle regole della rubrica: ha preso due racconti della nostra (GinoMadena) e li ha legati a modo suo.

L’illustrazione è di Claudia D’Angelo. E guai a chi ce la tocca.

E ora: il weekend in breve.  L’ormai famigerato attacco di Francesco Spiedo alla redazione di Libero ha scatenato e diviso Verde, oltre che essere costato il posto a Francesca Valenti, rea di averlo recensito (it’s just a synopsis, my dear).
Amico Spiedo, la tua “intemerata” alla Masaniello aveva messo in conto questo? Un altro effetto collaterale del tuo successo? Com’è che diceva il tuo amico baffone? Per fare una frittata va rotta qualche uova, no?
Sulla questione pare che siano pronti a intervenire gli avvocati di Fandango, prestati da minumum fax (sono lo stesso pool di avvocati pro bono che girano da redazione a redazione come uno sciame di giuristi affamati). Sta di fatto che la colonna campana di Verde rischia di finire allo sfascio per via dei disaccordi dovuti al fatto che ancora non si sa di cosa parli il libro del “nostro”.

E ora: La Torre.

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Cover #8: che il o l’ o l’ l’ era e del fu

Succede che il nostro Capitano Andrea Frau è tornato attivo sulla pagina Facebook di Verde Rivista nell’ultima settimana. Siamo molto felici, ma stamattina cominciano già a “fioccare” le conseguenze:

  • Lundini ha contattato Alessandro Gori per vedere se eventualmente può usufruire anche lui degli avvocati di minimum fax
  • Leonardo Luccone non fa altro che postare foto di cibo e sfidare Stefano Felici a un “Cook-out”
  • Ferruccio Mazzanti ci scrive “basta raga che mi imputtanate l’uscita del libro”
  • Mauro Maraschi piange ininterrottamente da una settimana e non c’è gelato o dolcetto che tenga
  • Alfredo Zucchi è semplicemente scomparso
  • Gianluca Liguori si è accampato sotto casa di D’Antuono
  • Ippolita Luzzo continua a chiedere delucidazioni riguardo il termine “situazionismo”.

Ma non lasciamoci distrarre. Oggi l’amica Sara Mazzini ci regala una perla: di nuovo una Cover, di nuovo di Alessio Mosca (l’unico finora a meritarsi un doppio rifacimento, d’altronde non a caso da un paio d’anni è il nostro candidato ufficiale a miglior raccontista d’Italia, se non fosse per quel problema…) e del suo Agro Pontino. Sara ci ha detto: “stavo giohando hon il racconto di Mòsha, m’è hadutho ed è ffinito ‘n mille pezzi. Allora l’ho rrimesso ‘nsieme come mi harbava a me”. Sembra che Sara si sia chiusa in una sala prove, abbia suonato e ballato con le frasi del racconto e dopo ore di gioco ne sia uscita con questo Che il o l’ o l’ l’ era e del fu, titolo che (lo diciamo per lə nostrə lettorə un po’ più durə di comprendonio, tipo Quaranta) è anche la chiave dell’operazione.

Il dipinto è della nostra “Federtiti” Federica Sabelli.

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Cover #7: Bestiario

La verità è che non abbiamo niente, non sappiamo cosa dire, nessun materiale per l’editoriale. Di giorno non facciamo altro che andare al lavoro, badare al Royal Baby che vuole vedere solo ed esclusivamente Scooby-doo e l’Isola dei pirati zombie, e nient’altro, chi ha tempo di pensare all’editoriale? La notte ci riuniamo strettə strettə sotto il piumone fatto a mano da Stefano Felici (vero Ircocervo 90%) e guardiamo vecchi video dello stand-up comedian Stewart Lee, convintə nel profondo del nostro cuore di essere lə unicə a poterlo capire davvero. Finché Marinelli non riprende a piangere.

Ci limitiamo a gioire per questo incontro virtuale tra Valentina Maini e Modestina di Italians Book It Better. Nei lunghi e tediosi pomeriggi di lockdown ci divertiamo a recitarlo a turni, beat per beat, scambiandoci di ruolo ogni volta. 

Ue ma oggi tornano le Cover: amicə di Verde riscrivono la propria versione di racconti che anno fatto la storia di questa rivista! Oggi siamo contentə di  tornare a ospitare l’unica e inimitabile punk-neko-lawyer Claudia Grande che con il suo Bestiario propone una riscrittura in chiave dialogica e quasi teatrale di Dinamica della folla by Luca Marinelli

Il dipinto è un inedito pazzesco di Federica Sabelli.

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Cover #6: Polpettone

clada

Claudia D’Angelo 2020

Francesco “Daddy” Quaranta ha scritto per Verde più di trenta racconti. Il primo, qui (peraltro online cinque anni fa), fu il nostro preferito finché Francesco non scrisse Kar-Mario. Kar-Mario era l’irricevibile titolo di lavorazione de Le riposte del karma, il nostro racconto preferito finché Francesco non scrisse Bru-Ma, che fu poi il nostro preferito fino alla Saga delle sagome.
La verità è che i racconti del Daddy ci piacciono tutti, soprattutto da quando gli aggettivi sono diminuiti e in lavorazione restano senza titolo. D’altronde nel 2016 noi qua si faceva redazione seria e i racconti si redigevano collettivamente, con un occhio di riguardo ai titoli (e ai finali).
Quando spiegammo a Francesco che non avremmo mai potuto pubblicare un “Kar-Mario”, lui se ne uscì con un “Karma Camilionario”, “La risposta alla mediocrità”, oppure “Polpettone“, il titolo scelto infine da Beatrice Galluzzi per Cover, la nostra rubrica che riscrive le storie che hanno fatto la storia di Verde.
Potevamo scegliere meglio di Beatrice, lei medesima che ha scritto la storia di Verde con racconti quali questo e questo? No, e per strafare aggiungiamo pure un collage pazzesco di Claupatra (senza la i).
Un anno fa si entrava nel Dojo. Da allora tutto è cambiato e nulla sarà mai più come prima. Mentre aspettiamo Crauti (campacavallo), un bel racconto di Fabio Maximo sulla migliore rivista non Verde del momento (qua).
Mercoledì aritorna Quara fumettista, ma questa settimana arileggeremo Ricette e pure Gioventù Etrusca.
Praticamente pazzesco, dite? E senza tema di smentita, benedettə ragazzə.

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Cover #5: Ricette

Ciò che doveva essere detto è stato scritto qua. Dunque editoriale brevissimo, giusto il tempo di notificare l’allontanamento della “colonna romana” dalla redazione di Verdə Rivista. Alessio Mosca risulta irreperibile da venerdì sera; il suo ultimo contatto: un banale scherzo telefonico a Filippo Santaniello. Stefano Felici, il sabato pomeriggio, fonda Crauti, rivista tedescofona che mira alla distruzione di Verdə. Andandosene dagli uffici della redazione, si trascina dietro Federica Sabelli, la quale nella fretta dimentica sulla scrivania il racconto di oggi. Che situazione imbarazzante per lə “dissidenti”.

Il 15 gennaio 2018 Verde pubblicava con riluttanza Ricette, raccontiello di Stefano Felici immediatamente entrato a far parte del Canone del Faraone, quella di oggi è la Cover di Federica Sabelli che punta a spazzare via l’originale dalla faccia del pianeta. Non esitiamo a dirlo: un addio col botto.

Il collage è di Claupatra.

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Cover #4: Edipo se la ride

Claudia D’Angelo, Edipə

Prosegue Cover, la rubrica che riscrive le storie che hanno fatto la storia di Verde. E che vuol dire riscrivere le storie che hanno fatto la storia? Forse non riuscire mai a dire bugie e ammettere che noi siamo noi e qualcunaltrə? Succedono cose molto strane e noi ci sentiamo cattivə. Siamo tuttə presə dai giorni importanti che ci attendono e ci separano da qui al primo ottobre, quando allo Sparwasser dialogheremo con la migliore scrittrice d’Italia coeva. Evento Facebook qua, prenotate per esserci di fronte alla storia che riscrive le storie, sarà una meritata ricompensa alla fatica della lettura.
Simone Bachechi tutta la vita. Lo avevamo lasciato tre giorni fa nel marzo 1980, lo ritroviamo a cavallo tra il 2016 e l’oggi. Edipo se la ride e così speriamo di voi. L’originale è del nostro capitano Andrea Frau. Non lo avete mai letto? Shame on you, sta sempre qua
Mercoledì Ziti alla Luccone. Avete mai pensato che per mentire bisogna avere molte verità in tasca? Auguri a Tony Vena.
Il collage ovviamente è di
Claupatria.
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