Grandine e bufera sulla capitale, benedetti ragazzi, ed è un modo bellissimo per festeggiare il nostro capodanno (boring per chi alza il sopracciglio, abbassatelo qui, qui, qui). Ci aggiungiamo il ritorno di Luca Carelli, che non scriveva un inedito da tre anni, a cui abbiamo chiesto di chiudere Caldo, la nostra rubrica estiva di racconti con il Diaframma aperto.
Falso ricordo: secondo l’autore è una riflessione irrisolta sugli studi di Elizabeth Loftus e sul celebre esperimento “Lost in the Mall” (ascoltando Blu Petrolio). A noi più modestamente sembra una “interpolazione” (come dicono quelli) un po’ furbetta delle solite cose (LEGGI ALDO MORO) che Carelli scrive da… trentasette anni? Come al solito deciderete voi.
I nostri buoni propositi per l’anno nuovo sono sempre quelli: farvi leggere roba pazzesca, fare tanti reading, festival e Scenicchie una sega (colonna destra se navigate in desk, scrollate in fondo se provenite da mobile: gli vedete quei bellissimi tre conti alla rovescia?) e rafforzare la nostra redazione che non è mai stata così unita e serena.
I prossimi lunedì, da domani, leggeremo gli ultimi racconti finalisti e i vincitori di Scenicchia una sega #2, mercoledì continueremo a pubblicare i patetici fake brutti scelti da voi, e poi torneranno Simone Sauza, Luca Mignola (alla vigilia della pubblicazione del suo esordio per i tipi di Wojtek, siamo molto contenti e così speriamo di voi), Emanuela Cocco con una nuova rubrica (viva!) e un paio di sorprese pzzsc. L’illustratrice del mese sarà Little Points: cominciate a ammirarla qui.
“La memoria è facilmente influenzabile dall’immaginazione”. Chi lo ha detto? Praticamente chiunque, buon ultimo Francesco Quaranta. Si riferiva a questo? Saperlo.
Ciao!
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Caldo #4: La solita vecchia estate new wave
La foresta dell’Amazzonia brucia e io devo stare qui a caricare un racconto per Verde Rivista. Siamo fuori tempo massimo per impedire i danni del riscaldamento globale e io devo stare qui a caricare un racconto per Verde Rivista. Il blog The Big Extinction è scomparso e io devo stare qui a caricare un racconto per Verde Rivista…
Sono lo stagista Luciano che ha perso il post-it con le istruzioni per la rubrica di oggi. Per me CALDO uguale global warming: me lo sogno di notte, moriremo tutti. Calma Luciano calma, fai un bel respiro profondo….
Dunque, Ramses è a Lucca in ricognizione strategica antigigliata: la città lucense, si sa, è città musicale (si sa?), ma le nipotine e i nipotini di Mario Tobino esistono e il fu Commissario è sicuro di trovare il vero amore toscano là fuori le mura e di riuscire a mettere su una scenicchia lucchese entro dicembre, giusto in tempo per Scenicchia una sega #4 (qualcuno ha detto “praticamente un cartaceo”?). Primi della lista: loro. Il capitano Frau è ancora in località segreta della Barbagia e non se ne saprà niente fino al 26 ottobre (segnate la data). Federica Sabelli fa più rosa sangue la Loggia (finalmente). Insomma, sono abbastanza disperato riguardo la pubblicazione di oggi, quando Francesco Quaranta bussa alla porta dell’ufficio: approfitta dell’assenza di Ramses per consegnare il racconto. Non possono più vedersi, chissà che avrà fatto stavolta babbo…
Bene. Caldo, la nostra rubrica estiva di racconti con il Diaframma aperto, perché la luce passi e illumini queste benedette narrazioni che vi regaliamo (di questo si tratta) pure ad agosto inoltrato. Che altro poteva scegliere Francesco “Colui che” se non L’amore segue i passi di un cane vagabondo (PZZSC), in ogni top 10 che si rispetti delle migliori canzoni scritte da Fiumani? Così è, se vi pare. Altrimenti, ci ritroviamo lunedì con i racconti di SUS#2.
Ciao, mangiate pure con le mani, non ci offendiamo. Tanto moriremo tutti. A proposito: ho trovato un altro blog La Grande Estinzione. Torno a farmi del male, per il mio bene.
Yours truly, Luciano the stagista.
Caldo #3: Un canto dello Skopelitis
Cari amici, che sollievo lasciarsi ferragosto alle spalle e sentire ormai il primo settembre, il nostro capodanno, nell’aria. Quali sono i vostri buoni propositi per il nuovo anno? In questi giorni Simone Lisi, che tra le altre cose fa un’ottima Instagram (seguitelo), lo sta chiedendo al suo numerosissimo e fedele pubblico social, peraltro coincidente nella pur sporadica parte peggiore con il nostro. Dove vanno le stories Instagram quando il sole gela all’orizzonte? Qualcuno di voi lo sa, per caso? Ci chiedevamo, non è che magari un tizio arriva con un cloud e le porta in un server o qualcosa di simile? O magari semplicemente triggerano via. Non ci crederete, ma sembra che questa sia una delle domande più frequenti che il pubblico di Simone pone a Google durante l’estate, insieme a questa, questa e questa. Noi preferiamo non scoprirlo e immaginare che esista un posto dove le nostre stories continuano a fare quello che normalmente fanno sulle nostre Instagram. Tipo i calzini. Sì, Calzini.
Non vale la pena ricominciare con questo Caldo, o forse sì. E allora prosegue la nostra rubrica di racconti estivi con il Diaframma aperto (qua tutti, li state leggendo?): Simone ha scelto la versione demo di una grande canzone di Boxe e ha consegnato in redazione l’avventura Un canto dello Skopelitis, praticamente lievissimi inconvenienti in nave tra Schinoussa e Donoussa (o una pagina del consueto quaderno greco) che tra le altre cose ricorderemo perché per la prima volta Carla, già Diana (PZZSC).
Giorgio Biferali intanto ha segnalato su Il Messaggero di ieri (qua) il nostro Vocabolario minimo delle parole inventate (qua). Siamo contenti.
Che belle parole, soltanto da pensare, “Ti cercherò dall’alba al tramonto in tutti i miei castelli per aria e fra sabbia e conchiglie in un mondo sommerso tu sarai la mia spiaggia”, non trovate? A noi piacciono molto, e così speriamo di voi.
A lunedì.
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CALDO #2: Pornoia
Prosegue CALDO, la rubrica di racconti estivi con il Diaframma aperto pensata da Verde per allietare i vostri venerdì d’agosto.
E perché dovremmo aprirlo questo benedetto Diaframma? Per fare passare la luce, coglioni, perché ci sono scritture che vogliono e devono venire alla luce, stagioni prescindendo.
Nel 2019 Andrea Frau non hai mai scritto nulla per Verde. Possibile? No, ma quasi. Il motivo è semplice, il Capitano sta scrivendo il suo quarto romanzo, e così dopo il giallo matematico gallurese “Ajo ≥ Eja”, il delicato memoir “Gli scappellotti di Zia Michela” e lo spinelliano sci-fi distopico “Il vi[tali]zio di Solange”, tutti usciti per Anonima Edizioni, è in arrivo OMISSIS, per i tipi di W***** (lo scopriremo a Firenzerivista). Il nostro Basileus ha scelto la canzone più divertente scritta da Fiumani (questa, certo), e ci ha scritto su in rigoroso Metodo Stanislavskij Pornoia, un Casual Taba (“è venerdì” ecc ecc) vecchio stile foucaultiano di cui apprezzerete soprattutto, ne siamo certi, l’intelligente margine disegnato attorno al testo del brano.
Per il momento è tutto, lunedì SUS #2, mercoledì racconti brutti scelti da voi e tra sette giorni Luca Carelli in una vasca d’inchiostro blu petrolio.
Chiudiamo con un messaggio di Luciano, il nostro nuovo stagista che oggi non ha potuto postare ma che aveva salvato in bozza WordPress queste poche righe:
“Cari amici, è di nuovo estate e come ogni estate noi di Verde vi chiediamo: finalmente in partenza per le sudate e meritate vacanze? Avete già preparato biglietti, carte d’imbarco e bagagli? E ai vostri amici a quattro zampe ci avete pensato?
Gli animali sono una cosa seria, benedetti ragazzi, da duemila anni non facciamo che antropomorfizzarli, e negli ultimi decenni ci siamo spinti a infantilizzarli come se fossero i bambini scemi che non possiamo o non vogliamo avere.
A noi questa cosa non va giù, ma proprio per niente.”
A lunedì.
Caldo #1: Lettera a Emme
E la chiamano estate.
(Su Facebook intanto si sta perdendo la misura delle liste di libri che “ti condurranno dritto dritto al piacere della lettura” SIC)
Il capitano Frau è in vacanza dal 2 giugno, in una località segreta della costa gallurese non lontana dall’Istituto professionale dove Andrea insegna matematica (l’anno prossimo esami di Stato, benedetti ragazzi), con i soldi raccolti da Scenicchia una sega #2 e destinati in origine ai fratellini (wooosh) della Pecora Elettrica (comunque è stato un successo).
Francesco Quaranta, dopo i noti fatti di un anno fa, è tornato a tempo pieno a ricoprire la carica di supplente social media manager di Verde e del Saggiatore. Risultati? Questo, questo, questo (AUCH).
Luca Marinelli è in Giappone alla ricerca della VOCE XX, il tratto distintivo del nuovo decennio per scrivere quel romanzo definitivo dell’Antropocene senza inverni a cui lavora inutilmente da quindici anni.
Stefano Felici, Valerio Martelli e Federica Sabelli sono impegnatissimi in un progetto deviazionista top secret per cui vale il solito monito: ci vediamo a Firenze Rivista, chi riceverà l’invito, ovvio (eheheh).
Alessio Mosca sta facendo turismo sessuale a Cuba, in compagnia di Stefano Friani di Racconti Edizioni e Alessandro Pedretta de La Nuova Carne.
Paolo Gamerro scrive cose incomprensibili sul nostro gruppo Facebook non ufficiale (ban in vista, cari amici spumini).
Francesco Quatraro visualizza i messaggi Whattsapp ma non risponde dal 5 luglio.
Ciro Marino posta stories su Instagram con hashtag #ngoppAMergellina #Marechiar #trentaremi #SottAlunaGaiolaPortaFortuna.
Tutti in vacanza, tutti d’accordo a chiudere Verde ad agosto? Neanche per scherzo, benedetti ragazzi: il fu Commissa, al netto di tutte le pose assembleari da rivista che tanto piacciono a Vanni Santoni, ordina l’apertura del blog anche nel mese più freddo l’anno.
Così è deciso. Ogni lunedì continueremo a leggere i 16 racconti finalisti di SUS#2, i mercoledì Animali Tropicali e i famigerati racconti brutti fake Scelti da Voi, e i venerdì CALDO, la nuova rubrica di racconti estivi con il Diaframma aperto. Perché ogni settimana siamo depositari di almeno tre vostre argute email in cui ci chiedete “Perché Verde?” (e perché non leggete per una volta questa benedetta pagina?) e perché il canzoniere di Federico Fiumani segna le nostre origini (non vi si può nascondere nulla).
E allora: la canzone preferita di Ramses non è Verde, né Gennaio, né Beato me, ma Cielo d’Africa, che dovreste per forza ascoltare qua e solo qua, non la troverete online da nessun’altra parte.
E come ogni anno (non è vero, accadde una volta soltanto) il 2 agosto leggiamo Pierluca D’Antuono, che con Lettera a Emme raccoglie la sfida del nemico Tony Vena: basta storie, solo poesia mediocre in prosa.
E se non vi sta bene tenete gli occhi aperti: Andrea Frau si chiuderà in casa con duemila giornali porno, Francesco Quaranta seguirà i passi di un cane vagabondo, Simone Lisi fra sabbia e conchiglie cercherà la sua spiaggia (qualcuno ha detto Diana?), Luca Carelli si nasconderà sotto a un tavolo in una vasca di inchiostro blu. Praticamente un mucchio di stronzi pronti a soddisfare le vostre coprolalie narrative.
Ba ba ba, benedetti ragazzi, ba ba ba, pure se non ne vale la pena. È abbastanza chiaro?
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