Gioventù Etrusca #11: Lo stronzo

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Un evento in presenza

L’unica foto che renderemo pubblica di Collision è quassù. Almeno un paio di pesantissime diserzioni tra i redattori, per quanto irricevibili e dolorose, non hanno scalfito una giornata pazzesca senza dirette, streaming e insta in quanto in presenza. Doverosi e sentiti i ringraziamenti all’L.S.A. 100celle per l’ospitalità, a Emanuela Cocco e alle convenute e ai convenuti sul palco e soprattutto sotto, distanziatə e mascheratə come si confà. Siamo contentə, abbiamo ricominciato e già ne vogliamo ancora (ne avremo). La Nuova Verdə ha nove anni dal 30 aprile scorso, domani l’inutile fardello che è questo blogghino ne avrà sei: se ci va vi faremo un regalo. Oggi torna la notoria Gioventù Etrusca, il modello sincretico de La Nuova Verdə in cui convergono le scenicchie già inconciliabilə, confederate nella grande dodecapoli della Litweb: non un genere, né una tendenza, ma una dimensione di autrici e autori lazialə, toscanə, umbrə, campanə, dal gusto ellenico. Etruschə, come Simone Bachechi, che con Lo stronzo compie una nuova escursione escatologica che solo qua poteva trovare dimora ospitale.
Lo scatto è di Ilaria Grasso, presenza preziosa della giornata come testimonia questo video

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Cover #10: Bevatrone sulfureo-scatologico

Riunione straordinaria del consiglio di redazione bierdiano stanotte alle due, con l’accortezza di non parlare troppo ad alta voce per non svegliare il Royal Baby Marinelli. All’ordine del giorno: stravolgimento totale dei programmi di Verde per il 2021 allo scopo di mettere in modo il Grande Fottuto Kraken Pazzo di Verde, ovvero la scomposizione poliedrica delle forme della qui presente rivista vostra amata. Anticipazioni? Per ora solo una: da questa settimana, l’annunciata rubrica INDIFFERENZIATA in cui saranno pubblicati, uno alla volta, TUTTI I RACCONTI RICEVUTI A DICEMBRE DALLA REDAZIONE, SENZA LETTURA, VALUTAZIONE ED EDITING DA PARTE NOSTRA. Maggiori informazioni in un post dedicato.

Oggi leggiamo la decima Cover della serie celebrativa avviata nel 2020: i migliori racconti della storia di Verde, riscritti da penne amiche. Questa è di nuovo la volta di Simone Bachechi con una cover del compianto Vinicio Motta e del suo Mercuriale sulfureo-scatologico (prima parte della famosa Trilogia fecale).

Il collage è di etere____. 

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Cover #4: Edipo se la ride

Claudia D’Angelo, Edipə

Prosegue Cover, la rubrica che riscrive le storie che hanno fatto la storia di Verde. E che vuol dire riscrivere le storie che hanno fatto la storia? Forse non riuscire mai a dire bugie e ammettere che noi siamo noi e qualcunaltrə? Succedono cose molto strane e noi ci sentiamo cattivə. Siamo tuttə presə dai giorni importanti che ci attendono e ci separano da qui al primo ottobre, quando allo Sparwasser dialogheremo con la migliore scrittrice d’Italia coeva. Evento Facebook qua, prenotate per esserci di fronte alla storia che riscrive le storie, sarà una meritata ricompensa alla fatica della lettura.
Simone Bachechi tutta la vita. Lo avevamo lasciato tre giorni fa nel marzo 1980, lo ritroviamo a cavallo tra il 2016 e l’oggi. Edipo se la ride e così speriamo di voi. L’originale è del nostro capitano Andrea Frau. Non lo avete mai letto? Shame on you, sta sempre qua
Mercoledì Ziti alla Luccone. Avete mai pensato che per mentire bisogna avere molte verità in tasca? Auguri a Tony Vena.
Il collage ovviamente è di
Claupatria.
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La scrittura non si impara #3: Il dirigibile in gita sulle nuvole

Claudia D’Angelo, “La scrittura non si impara”

“Buongiorno”, oggi saremo telegraficə perché ci gira storta. Ramsy aveva ordinato tre pubblicazioni settimanali il lunedì, il mercoledì e il venerdì, la redazione rema contro “passivamente”, il nostro contributore di punta manda in pappa il calendario, risultato? L’uscita del sabato pomeriggio 🥴🥴🥴.
Problemi? Ovviamente no, in quanto a casa nostra (che d’accordo è casa di tuttə) noi si fa come/quanno ce pare dal 2012, 2011 o 2005, secondo il sistema aprocrifo di narrazioni adottato. Dalla settimana prossima Cover resterà il lunedì, la Ziti alla Luccone già annunciata andrà mercoledì, la scrittura non si imparerà di venerdì. Dalla settimana successiva: Cover di lunedì, la scrittura di mercoledì, Ricette il venerdì. E così via (come/quanno ce pare).
Einaudi un attimo in ritardo ma in ogni caso ben venga: noi avevamo già dato “dal 21 settembre 2020“, come le più attente di voi avranno notato anche su FB (pazzesco). Il nostro editore è il libraio più felice d’Italia, sentite qua (pazzesco). Provate a ordinargli il libro su Flavio Giurato appena uscito per Crac Edizioni (pazzesco). Un anno fa eravamo a Firenze a sussumere El Club nella Nuova Edizione: sembra ieri e invece (pazzesco). L’1 ottobre invece torneremo allo Sparwasser con la scrittrice migliore d’Italia (pazzesco). (Evento Facebook qui). D’altronde, ogni cosa è relazione, lo dice la fisica (pzzs).
La nostra relazione con Simone Bachechi è appagante e matura. Non appena saputo della nostra inchiesta innatistica e deterministica sulla scrittura, SB ci ha inviato un’email lunga così e piena di scansioni elementari pazzesche. Così lui: “Racconti che sembrano usciti dalla scuola Holden sezione infanzia. Se vi state domandando se esista o meno una sezione del genere all’interno della famosa scuola di scrittura non importa che andiate a fare ricerche sul sito internet, ma vi basterà recarvi in quel di Torino, in qualche mezzanino della linea A della metro, quella che da Porta Palazzo arriva fino a Moncalieri. Se vi state domandando se esista o meno una metro a Torino sappiate che è stata tirata su a velocità giapponese in solo due mesi proprio perché potessero essere affissi nei mezzanini i tazebao per tutti gli aspiranti geni delle lettere in erba che avrebbero potuto frequentare questi corsi per il cui lancio sono stati anche previsti degli sconti speciali per tutti i provenienti da fuori regione.
Se invece vi state domandando se Simone Bachechi avrebbe mai frequentato uno di questi corsi se quarant’anni fa fossero esistiti la risposta sarebbe che lui già aveva le sue visioni e non avrebbe avuto bisogno che gli fossero insufflate con il metodo Baricco.” A noi soltanto il compito ingrato di selezionare e discriminare Il dirigibile in gita sulle nuvole, questo prezioso tesoro impaginato dalla copertina di Claupatria (pazzesco).
Se non rispondiamo alle vostre email non andate in puzza e date tempo al tempo. Abbiate fede e pazienza e non temete ché vi leggiamo tuttə. Nell’attesa leggete buoni racconti, come questo.
Restate umanə o al più siate altrə animali. Ciao, compiti a casa per lunedì qua.
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Casual Friday #57: Dora

gatto meditazione

Emma Grillo

Fare rivista non è un pranzo di gala, bisogna razionalmente crearsi un sistema e testarlo ludicamente ma coerentemente come entomologi della qualità. Che la qualità poi, che cosa sia, per parafrase quello, non l’ha capito ancora nessuno, non importa perché il tema oggi è quel gran bastardo stracciacazzi del tempo e non di canoni ma di cannoni spirituali si parla.
Il cannone spirituale è la mossa segreta di uno dei nostri Simone. Fosse qua questo venerdì ce lo spiegherebbe lui il tempo. Simone invece non è più lui e non vuole essere più lui. Il suo fulcro ideologico sta tutto qui: “Per quanto mi riguardava poteva anche continuare ad avanzare l’orda perbenista che sicuramente avrebbe presto deciso di cancellare le scritte sui muri dei cessi.” A lui chiediamo che cos’è la coerenza. Lui risponde: “Non è fuoco la fiamma che aleggia sulle candele, vero fuoco è la vampa che intera consuma la vita di falena”. Noi cerchiamo su Google e troviamo una poesia persiana. La risposta soffia nel vento. Ci collochiamo nel punto più distante possibile dalla nostra storia. La nostra storia è un Nastro di Möbius. C’è un modo per mettersi al riparo dalla propria storia?
Ardo è l’anagramma di Dora. Il resto è detto tra le righe di questo racconto dedicato al passato di Verde che si riprende una rubrica storica del venerdì. Non ricapiterà per i prossimi 25 anni.
L’illustrazione è di Emma Grillo.
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Gioventù Etrusca #1: Le cattedrali della Singolarità

GIOVENTUETRUSCA

La guerra è finita

Gioventù etrusca è il modello sincretico della Nuova Verde in cui convergono le scenicchie già inconciliabili, confederate nella grande dodecapoli della Litweb.
Non un genere, né una tendenza, ma una dimensione di autrici e autori laziali, toscani, umbri, campani, dal gusto ellenico. Etruschi.
La guerra è finita, leggete in pace.

Simone Bachechi è il primo giovane etrusco. Simone Bachechi diventa Luca Marinelli e ne scrive il diario. Dove, come, quando, perché? Cercate di scoprirlo insieme a noi.

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La breccia di calore

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Claudia D’AngeloLa via si contorce senza lingua

Buongiorno, come forse già sapete: missione compiuta!
8×8 è tornato! Siamo stati più profetici e convincenti degli EelST con i Litfiba. Ci spiace solo che Luccone abbia dovuto rimandare la sua vacanza e abbia perso la caparra per il bungalow a Belle Mare, Mauritius, ma troppi di noi si sentivano orfani senza il suo concorso. Ne è valsa la pena, ci pare; che attestato di stima, che prova d’affetto, ragazz*!
Ma in città c’è posto per più d’un concorso letterario, non siamo in un film western. C’era una volta il lit wrestling, i lit- dissing per un pugno di like fanno parte del passato, sono ombre verdi.
Siamo perciò orgogliosi di presentarvi il nostro concorso letterario:
SCENICCHIA UNA SEGA #2: PRATICAMENTE UN CONCORSO LETTERARIO! Stasera pubblicheremo il bando sulla pagina fb de La Nuova Verde.

Simone Bachechi è l’autore del racconto cult È stato il vento e noi gli siamo particolarmente affezionati. Simone ha acconsentito a un esperimento testuale, non una comune interpolazione, ma una interpolazione medianica. Ci spieghiamo meglio:
Simone tempo fa ci mandò un racconto intitolato La breccia di calore, pensavamo fosse il suo solito racconto buzzatiano, classico e godibile, invece no.  Mentre lo leggevamo, infatti, venimmo folgorati tutti e quattro da sensazioni potentissime e perturbanti, le nostre mani cominciarono non a fare un comune editing, ma a interpolare il testo come in trance. Questo testo, non neghiamo, soprattutto ora dopo i nostri (nostri?) interventi, ci incute un timore che non riusciamo a spiegare. Crediamo sia il primo esempio in Italia di interpolazione medianica, psico-editing e riscrittura automatica. L’effetto ideomotorio ci ha francamente sconvolto. Ringraziamo Simone per aver acconsentito al nostro esperimento e ringraziamo le forze misteriose che ci hanno utilizzato come veicoli e strumenti di creazione. Sconsigliamo la lettura a persone troppo impressionabili.

Il collage è di Claudia D’Angelo.

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È STATO IL VENTO

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Foglietta, Fiction

“Nato nella campagna toscana fra campi di mais, zucchine, melanzane, carote e aie piene di galline, oche e anatre, pensai di trasferirmi a Firenze per studiare filosofia teoretica passando gran parte della mia gioventù su testi di Rudolf Carnap, Saul Kripke, Ludwig Wittgenstein, il circolo di Vienna ed altre amenità: quando si dice due braccia rubate all’agricoltura. Poi ho fatto altre cose e per resistere, vivo nascosto, leggo soprattutto racconti, ogni tanto ne scrivo, alcuni sono su Svolgimento e su Spaghetti Writers. Amo Antonio Tabucchi e qui spiego perché”.
Diamo il benvenuto a Simone Bachechi, che con È stato il vento è per la prima volta su Verde. Foglietta invece ci saluta oggi: noi continueremo a seguirla qui e qui e così speriamo di voi.
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