Il lungo editoriale di ieri ha suscitato comprensibili reazioni di spaesamento e allarme tra chi ci segue. In queste ore collaboratori, lettori e semplici amici ci scrivono per chiedere che cosa sta succedendo e ci invitano a un po’ di chiarezza. Ci sembra l’occasione giusta per dare vita a un dibattito franco e trasparente sui motivi che ci hanno spinto ad annunciare la chiusura di Verde. Il primo intervento, duro ma leale, è di Andrea Frau. Seguiranno contributi degli altri redattori (l’illustrazione è di E/P VI VI VI).
Avete letto il primo capitolo di Liminal Personae? È la cosa più bella accaduta recentemente su Verde e oltre Verde. L’editoriale, invece, non è obbligatorio: viene da dire che quello è il commissario che scrive sotto “dominio pieno e incontrollato”.
Torna Sonia Manduzio mentre, inutile nasconderlo, la nostra redazione è devastata da polemiche, accuse ed epurazioni. Il successo effimero ha portato una carica di cupio dissolvi e pulsione di morte che, cara Inter, levati. Successo, poi: una manciata di citazioni qua e là ci hanno dato alla testa e hanno alimentato grottesche aspirazioni egemoniche francamente fuori luogo e portate avanti individualmente ma a nome di tutti.
(Qui, caro Andrea, ci sembri allusivo e ingeneroso, occorrerebbe più chiarezza. Che cosa vuoi dire?)
È forse questa la nostra linfa? Non mi nascondo, sono tra coloro che hanno tentato un “colpo di mano” (così è stato definito), un “putsch contro il commissario” (idem) che ha stoicamente resistito asserragliato nelle sue stanze (e qui sono ironico). Mi riferisco naturalmente alla sofferta vicenda del Verde Casual Friday, vecchia ormai di due anni, eppure ancora viva.
(Qui occorre aprire una parentesi: a ottobre 2015 Pierluca D’Antuono accolse le richieste di maggiore autonomia che i redattori responsabili della rubrica del venerdì domandavano. Gli esiti furono contrastanti e caotici, la rubrica ostentava una linea editoriale incompatibile con il resto della rivista, i racconti selezionati erano francamente non all’altezza e di comune accordo si decise di chiudere quello spazio. I redattori che più ne avevano contribuito abbandonarono Verde, Andrea fortunatamente non li seguì e rientrò nei ranghi).
Ammetto la sconfitta e sono pronto come sempre a subirne le conseguenze. Ma non abbandono di certo la nave. Sonia è l’autrice che unisce passato e futuro della nostra rivista, è una fortuna che torni a scrivere con noi. Peccato trovi un clima del genere, ma tant’è. A chi ci chiede che diavolo succeda e perché Paolo Gamerro e Luca Marinelli non scrivano da un po’, rispondo: chiedete a Pier e forse a Francesco Quaranta, l’unico che sembra adattarsi a una guida sconcertante e incomprensibile (perché poi è un mistero). Ormai le uniche autrici che mettono tutti d’accordo sono Lucia Ghirotti e Sonia Palmer, per il resto: siamo allo sfascismo. Con sincero affetto fraterno chiedo al nostro Commissario: che cosa ti aspetti ancora, il redde rationem? Un duello all’alba? Qual è l’obiettivo, a parte mandare via i non allineati? Il trattamento riservato a Luca è indegno dei legami che per tutti questi anni ci hanno uniti. Cos’altro dobbiamo aspettarci?
Mi verrebbe da dire che la nostra rivista è più lacerata, disunita e rissosa che mai, quindi più forte, ma forse è solo un abbaglio. Eppure non posso che concludere augurando lunga vita a Verde e alle sue interpunzioni, protolettere e belle speranze.
CONTINUA
sembra marketing 😀
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Chi vivrà vedra, Sandro 🙂
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Questo scritto che mi viene attribuito è un goffo collage di miei messaggi privati su wa e commenti su fb. Vi prego di non tenerne conto e sollecito Verde, come fatto in privato, a eliminare subito questo post gravemente diffamatorio. Andrea Frau.
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