A Colpo Sicuro #12: La verità su tutto

“Per la prima volta perfino i miei amici di Verde mi diranno che è troppo, e taglieranno giustamente il pezzo, perché c’è un limite alla pazienza di chi legge. Avrei potuto uscire a farmi una passeggiata al mare, iniziare a fare i quiz per la dannata patente, scannerizzare le fatture per la commercialista e invece no, sono qui a scrivere di un libro che non ho letto e a usarlo come pretesto per parlare d’altro. Parlare di un me che non mi appartiene, che già ora alla fine di questa frase sarà morto. Disconosco tutto ciò che ho scritto finora, diffido chiunque ad attribuirmene la paternità, tutto ciò che avete letto è il testamento di un gemello defunto. Ne nasce e muore uno ogni volta che scrivo qualcosa. Non ho appendici o cicatrici che possano testimoniarlo a parte queste parole.”
Come Raimo con Veltroni. Dopo L’impero del sogno e I fratelli Michelangelo, Andrea Frau, supremo conoscitore ed eterno duellante dell’amico Vanni Santoni, recensisce A colpo sicuro La verità su tutto, nel giorno dell’uscita in libreria. Nessuno legge mai un libro come vorrebbe l’autore, ci avvisa il nostro buon recensore, nell’atto di indirizzo di un pezzo lunghissimo, bellissimo, commovente, impossibile altrove, che dà inizio al conto alla rovescia al 25 febbraio.
Memicchio fritto ad aria dalla Pink Lodge.

Continua a leggere

QUAERELE #3: Trilogia Caruso 1/3: Coglioni di arancio

caruso1

Pink Lodge

Quarele è uno spazio autogestito al di là della sfera di influenza delle nostre avvocate, per ribadire e rivendicare che la rivista si fa in redazione e si discute eventualmente *anche* in tribunale. Il contributo di oggi è clamoroso: Stefano Felici, già nella storia tra le altre cose per la trilogia del Brasiliano, consegna ai posteri un pesantissimo trittico attorno a una icona. Se non conoscete Michele Caruso, non dobbiamo dirci nulla, allontanatevi rapidamente da questa pagina e non tornate mai più. Se conoscete Michele Caruso, non dobbiamo dirci nulla. Coglioni di arancio, “chi ha capito ha capito”. Questa è letteratura e merita una querela.
Il meme è fritto dalla
Loggia Rosa.
Continua a leggere

Ricette #8: Cenone di Capodanno

Il nostro desiderio era solo quello di riunire l’intera redazione di Verde a casa di Luca Marinelli per un cenone di Capodanno “con los uevos”. D’altronde il Commissario non è più così giovane e, al di là degli approcci “giovanili” alla gestione della rivista (roba che fa “cringiare” pure la redazione di Crack Rivista), questo potrebbe essere il nostro ultimo anno con lui. Prima del trapasso.
Le cose non sono andate proprio come previsto, a cominciare dal fatto che Marinelli non si è fatto trovare in casa. Vai a sapere dove si è cacciato. Alessio “Doc” Mosca si è isolato in quel di Chieti, fresco della delusione per il “racconto più bello e più snobbato del decennio” (qui). Claudia D’Angelo ha dichiarato di non potersi presentare perché “lei festeggia sì il Capodanno, ma quello cinese”, mentre Andrea Frau ha detto che in Sardegna c’è un fuso orario “ottùsu” e a casa sua lo spumantino non si stappa fino alla notte del 2 gennaio.
Quello che segue è il triste cenone di fine 2020 di Verde Rivista, consumato con piattini e bicchieri di plastica all’interno del macinino di Pierluca D’Antuono, in sosta con quattro frecce e riscaldamento “a palla” nel parcheggio accanto alla fermata metropolitana di Anagnina.
Quattro piatti, quattro autorə. (Contiene: Federica Sabelli, Stefano Felici, Francesco Quaranta)
In sottofondo, dall’autoradio, uno sconvolto Flavio Giurato sembra pregarci di abbatterlo.

Memino sobrio di P i n k  L o d g e .

Continua a leggere

Ricette #7: Melanzane alla Viola Di Grado


Perché Nicola Lagioia non prende tutti i suoi antidoti al peggio del “discorso pubblico” e se li infila su per il culo? Il risultato sarebbe senza dubbio più interessante del suo Facebook: immaginate l’Instagram di Loredana Lipperini da cui ogni tanto una fotografia si distingue più delle altre per nitidezza e accollo, sostituite al tran-tran dei libri/gatti il broooom broooom broooom dell’egemonia emancipatrice del discorso letterario, qualsiasi cazzo di cosa significhi, e otterrete un Patreon free di bellissime parole e reaction gialle e rosse e acide come un Caravaggio coglione che affresca su lacerti di carta da parati usata da Federico Fiumani nel 1986 a Sollicciano per pulirsi il culo nel backstage di un concerto organizzato da Francesco Ammannati la morte di Luca Varani.
Meglio Nicola comunque della manica di stronzə che infestano la bolla da quando Soru ha deciso di fornire gratis l’accesso al world wide web. Non parliamo proprio di pateticə inself pazzə che si rifiutano di leggere La città dei vivi perché l’editoria in Italia è UNA COOOOOPOLA MAVIOOOOSAAAAAAA, come se le incularelle alla romana non esistessero pure la mattina allo specchio, di fronte alla scelta dello spazzolino da usare per fingere di essere meno morti e coglioni delle altrə.
Risultato? Noi Nicola Lagioia lo abbiamo incontrato all’ultimo SALTO in presenza e ci siamo trattenutə a stento da spaccargli una bottiglia di Campari in faccia, ma tra lui e Simone Sauza, che se non fosse l’ennesimo maschio bianco con il ditino nerd alzato sarebbe la nostra persona intellettuale di riferimento del Secolo, tutta la vita Nicola, che è pur sempre un amico.
Di Stefano Felici hanno già detto osservatrici e osservatori più acutə e titolatə di noi. Link agevolabili a proposito? Nessuno, per dire la persona. Meglio Stefano comunque che quel patetico coglione pazzo di Pierluca D’Antuono, che se prendesse le Ricette e tutto l’archivio di Verde e se lo infilasse su per il culo, ci sarebbe ancora spazio per i 2/3 dell’archivio cartaceo di Nuovi Argomenti (“è un eufemismo”) e per i 7/8 di Cadillac, la prima rivista autotomica della bolla.
Viola di Grado non sappiamo chi sia e non ce ne frega un cazzo.

Continua a leggere

Ricette #6: Minestrone alla Mozzi

“Si è già detto tanto sul Maradona uomo, non gli s’è mai perdonato niente mentre era in vita”, dice il Commissario commosso davanti alle immagini del corteo commemorativo di Napoli. “Ebbene non esito a dire che El Pibe de Oro era la  persona che io avrei voluto essere, se già non fossi stato il Ramses”. Che gli vuoi dire a uno così? Hai voglia a dirgli “basta idoli, basta eroi”, uno come D’Antuono che pensa di poter dare del tu a Gesù Cristo, mica gli fai cambiare idea. E allora, mentre Quaranta ha già comprato i barattoli di vernice per imbrattare l’eventuale immancabile statua, mentre Claudia D’Angelo spiega per l’ennesima volta il fuorigioco a Federica Sabelli, mentre Luca Marinelli “mastera una quest” con i pupazzetti del presepe, lasciamo il Commissario al suo quieto lutto. “Maradona era mia sorella”, dice.

Con la Ricetta di oggi, Stefano Felici prende un respiro, si allontana dagli exploit grandiosi, prende le distanze dalla vida loca. Bisogna espiare le colpe con la giusta dieta. Vi presentiamo il Minestrone alla Mozzi.

Il meme è di P i n k  L o d g e.

 

Continua a leggere

Ricette #5: Gnocchi alla Meschiari

Unə non può distrarsi mezza giornata a finire The Boys o Doom Patrol che ti droppano il nuovo DPCM e ti ritrovi in un’Italia a fasce colorate, un’Italia arcobaleno (magari), a cercare di capire se, quando e sotto quali condizioni potrai uscire di casa per le prossime settimane. Nel frattempo, “ditchiamo” la maratona di Mentana sugli Stati Uniti e sotto sotto speriamo vinca Trump per poterci gustare una di quelle belle guerre civili di una volta. Niente, pare proprio che il mondo stia per avvicinarsi alla fine (per noi, per noi, s’intende) e stranamente non è per colpa dello schwa. Pare proprio che non ci resti altro da fare che affidarci alle narrazioni apocalittiche (per noi umani, eh, aridaje, si chiaro) e all’unico rifugio per la mente e lo spirito che i nostri seimila anni di storia sono riusciti a procurarci: la buona cucina. 

Ecco perché oggi leggiamo la quinta puntata di Ricette, by Stefano Felici, che oggi esplora la selvaggina “sospetta” impiegata negli Gnocchi alla Meschiari. Il memicchio illustrativo è di P i n k  L o d g e.  

Continua a leggere

Ricette #4: Trippa alla Luca Ricci

Come ben sapete, il nostro Commissario è un educatore. E come tale è al settimo “isolamento volontario pagato” nel giro di due mesi. Claudia D’Angelo nel frattempo si è autoimposta un “Ramadan al contrario”, ovvero mangia di giorno per non dover uscire a cercare cibo la notte e scontentare così il buon Presidente del Consiglio. Frau non risponde alle chat da settimane, riceviamo messaggi da parte sua tramite Franco Sardo nei quali leggiamo che “la dittatura del 5G ha costretto tutti i sardi a gettare i telefoni ai flutti”. Franco non conferma né smentisce. Insomma la situazione è grama.

Ma non disperate! Oggi tornano le Ricette di Stefano Felici. “Non sono facili, ma sono per tutti”, dice lui. Appena passerà questo orrendo virus coglione ci ritroveremo al Café Guacamole di Centocelle per un contest culinario a tema. Nel frattempo la “fortunata” Sabelli non fa il Ramadan e fa invece da beta-tester per queste invenzioni culinarie proposte dalle migliori penne dello Stivale. Come sarebbe a dire che la trippa “non è vegan”? Mannagg’…

Il meme è di P i n k  L o d g e  e lə più attentə di voi noteranno che è un “remake”, “re-up”, “reboot”. 

Buon appetito.

Continua a leggere

Ricette #3: Ziti alla Luccone

Pink Lodge

Domani sera saremo allo Sparwasser a dialogare con Valentina Maini, già definita (da noi) la migliore scrittrice coeva d’Italia nonché un’amica. Le due cose non sono consequenziali, ma è impossibile negarlo o ometterlo. Prenotate qui, per via di quello che sta succedendo nel mondo da circa nove mesi, e ve ne sarete accortə, si spera, non potrete decidere all’ultimo di venire a fare vocina alla porta di Via del Pigneto 215, perché non vi facciamo entrare. E per una volta non facciamo che chi scrive sta a casa perché a Roma non usa che le scrittrici, ma più gli scrittori, vadano a presentazioni di altri scrittori ma soprattutto scrittrici. Ma che usanza è, benedettə ragazzə?
Evento Facebook qui. Prenotazione obbligatoria qua.
Cambiamo completamente argomento. Gli
Ziti alla Luccone è la terza ricetta che Stefano Felici propone nella rubrica che ha lo scopo di insegnarvi a cucinare ripassando insieme la storia di Verde. Il 2009 fu uno snodo decisivo per la nostra rivista: fu l’anno della prima edizione di 8×8… E abbiamo detto tutto (ciò che Instragram non dice).
Il memicchio è fritto dalla
Pink Lodge. Ciao, noi torniamo a preparare la conversazione di domani (che ansia, benedettə ragazzə).
Continua a leggere

Ricette #2: Risotto alla Porpora

Pink Lodge

Buongiorno, questa mattina saremo telegrafici, mancherà la consueta verve che vi spinge a tornare qua a leggere i redazionali che pubblichiamo tre volte a settimana (in allegato: racconticchi scialbi “a là” qualsiasi altra “rivista” della bolla).
Un nostro autore di punta ha ritardato di un giorno la consegna del pezzo della rubrica del mercoledì che pubblichiamo ogni giovedì, uno sciopero bianco un po’ “coglione” in risposta a questi nostri editoriali sempre più lunghi, sempre più elaborati, sempre più diciamocelo pure belli (dei racconticchi di cui sopra). Sei mesi fa lo avremmo sbattuto fuori senza pensarci un attimo, ma il lockdown ha cambiato le nostre vite e la nostra prospettiva per sempre. Un solo commento da parte di Ramses: “Da bambino una volta chiesi a mia sorella perché il sole non sorgeva nelle giornate di pioggia. Fu la prima volta che una donna adulta mi diede del coglione. Avevo sei mesi. Era mia madre? Non ricordo più bene. Era tutte le donne che avrei incontrato da allora”.
Comunicazioni di servizio: il Guru ci è cascato, gli abbiamo inviato un falso redazionale firmato “Marco Angelini” e ci ritroviamo a inaugurare Micorrize, dialettismo basso campano per “mi corregga”, la linea editoriale della nuova rivista di Antonio Russo De Vivo: lunga vita, noi l’amiamo già, così speriamo di voi.
Il nostro editore sta facendo i big money e ha deciso di rifare il sito: guardate un po’ se vi piace.
Adesso la scuola ha bisogno di nuove priorità. Per il consueto spazio “Ma era ieri sera?” Emanuela Cocco, Veronica Galletta e Carmen Verde ai Trapezisti, Roma, in presenza: segnate la data, impossibile mancare.
Stefano Felici ci ha letteralmente venduto gli anni migliori della sua vita in cambio di un posto al sole nella bolla più sfigata del precarismo cognitivo italiano. Ne valeva la pena? Sì, fosse solo per Ricette, la storia di Verde e non solo tra penna e forchetta: oggi il Risotto alla Porpora, la settimana prossima: Ziti spezzati alla Luccone (è tutto vero).
Memicchio fritto express della Pink Lodge.
Avete ancora un giorno per preordinare le magliette di LIZ ⅥⅥⅥ, già  Nostra Signora del Male e Madre Superiora delle Tenebre verdi (qua).
Torniamo quando ci pare con la rubrica o racconto che ci pare. E se non torniamo c’è sempre il nostro archivio sulla destra, ci trovate perle pazzesche come questa (tre anni fa) (p.s. QUARANTUNO IL CAZZO).
Continua a leggere

Ricette #1: Paccheri all’Alcide

In attesa che esca un film di Nolan con un personaggio femminile pensante e parlante (bye bye fanatici criptomaschisti nolaniani pazzi), proseguiamo con i nostri consigli di visione: Kaufman, d’accordo, ma anche Climax, nonostante tutto. È morto Gianni Serra e l’effetto che ogni volta ci fa La ragazza di Via Millelire non si può dire (qua). Anja Trevisan ha scritto “un esperimento di empatia” che in redazione sta piacendo molto, soprattutto a Francesco Quaranta (eheheh): consigliato a tuttə.
Chiedono all’amico Simone: come fare a pubblicare su rivista? Risposta breve: leggete di più cose “a là” Federica Sabelli, che ha droppato un racconto pazzesco sulla “mitica” Dude Mag degli amicə Vitale, Lolli ma soprattutto Vale Marzano. Incipit: “Nel bagno chimico di via Petroni ricevo spesso profezie. Ovvero, ciò si svolge così, io bevo e fumo in gran quantità, mi reco a una certa ora — le quattro — al bagno chimico che d’estate installano alla fine di via Petroni, e lì l’odore di formaldeide e di candeggina pisciata e quel blu notturno del bagno, un cielo profondo basso sulla mia testa, in qualche modo comunicano al mio corpo delle profezie ovvero cose che non sono accadute ancora ma che in qualche modo, come mi dice il bagno chimico, avverranno. Le quattro di notte per un bagno chimico sono un’ora speciale.”
Il resto qua, studiate e imparate.
Scrive ancora pure l’uomo che deve morire in carcere perché alla “ragion di stato” e ai parenti delle vittime non la si fa. Ci viene in mente la vecchia barzelletta dei funerali di Almirante e Berlinguer, ma per una volta non c’è un cazzo da ridere. “Noi qua non difendiamo un uomo, ma un principio, quello dello Stato di Diritto. Difendiamo noi stessi.” Poteva andare peggio? No.
Il passato è passato è passato è passato. Era l’amato camerata Pinketts a dire “Il passato è bello perché è passato, prima era bello perché era presente. Se cercate di far diventare presente il vostro passato, come minimo sbagliate la coniugazione dei verbi.”? Una cosa è certa: la nostra storia misteriosa e nebulosa non si può raccontare. Ma neanche per il cazzo: l’abbiamo raccontata così tante volte che non la ricordiamo più.
Un’altra cosa è certa: in principio era L’Alcide e Stefano Felici è il suo profeta. Avevamo licenziato Stefano nel momento più oscuro della pandemia a causa di un paio di scherzetti (qua e qua) che continuiamo a trovare di cattivo gusto, ma tant’è. Oggi possiamo dire che i mesi senza di lui sono stati i peggiori della nostra storia: La Nuova Verde stava per diventare una rivista normie alla Risme e nessunə, a parte il dottor Mosca, sembrava dolersene.
Le coglionate maschiste e negazioniste dell’autore più di destra della scenicchia romana, la Marieke Lucas Rijneveld della litweb ma nerissima, amico intimo – non a caso – di Davide Morganti e Carlo Martello, valgono perle preziose come la rubrica che inauguriamo con i Paccheri all’Alcide? A malincuore la risposta è sì. Perché Stefano non è soltanto la penna migliore della generazione Y, ma è anche uno chef provetto, agitatore, tra le altre cose, del laboratorio artigianale della Pizzeria Frumento, la nostra partner in crime che consegna a domicilio (ordine minimo 10 euro) all’Esquilino, Celio, Appio Latino, Ponte Lungo, Arco di Travertino, San Giovanni, Porta Metronia, Colli Albani, Santa Maria Ausiliatrice, Piazza Lodi, Porta Maggiore, Re di Roma, Porta Furba. Avete già provato La Tonnara? Praticamente pazzesca.
Ogni mercoledì Ricette (dove l’ho già sentita?) racconterà la storia di Verde unendo come piace a noi penna e forchetta. Perché sarà anche vero che la scrittura non si insegna, ma con la cultura si mangia e noi stiamo qua a rivendicarlo.
Come dite? Oggi è giovedì? Benedettə ragazzə, forse non è abbastanza chiaro che noi de La Nuova Verde si fa il cazzo che ci pare? Since 2012. O 2006. 
Continua a leggere