Tratado sobre contraerotismo #3

Painting 2395, Claudio Parentela

Continua la nostra avventura educativa con il Trattato sul Controerotismo di Anonimə, traduzione dallo spagnolo a cura di Francesco Quaranta e Sara Mazzini, i Mulder e Scully della Litweb. Oggi tre posizioni: la loggia massonica, l’antico egizio e il beccamorto.

La copertina è di Claudio Parentela.

Posizione della loggia massonica

[1] Il Gran Maestro rivela all’orecchio dellə noviziə il segreto massimo per l’estinzione del piacere, assieme a tutta una serie di cose superflue, sgradevoli e noiose. [2] Il Gran Maestro padroneggia l’arte del disegno tecnico e si serve di compasso e squadra per delimitare sul corpo dell’iniziatə tutte le zone che, se adeguatamente stimolate, potrebbero causare eccitazione. Queste non lo interessano. [3] Egli distillerà una pozione composta di tuorlo d’uovo crudo, tocchetti di pancetta affumicata, spaghetti, parmigiano e, per iniziare lǝ noviziǝ ai riti proibiti dell’occulto, lǝ costringerà ad aggiungervi della panna da cucina. [4] Gli altri membri della loggia presenziano componendo, con scomodi intrecci dei corpi, e aiutandosi tramite corde e cinghie, le forme delle rune teutoniche. [5] Al termine di ogni riunione, prima di separarsi, lǝ adeptǝ eseguono tra compagnǝ la famosa stretta di mano segreta della Loggia. Lǝ più illuminatǝ la compiono senza mani. [6] Sono questi i modi per assicurarsi la minore gratificazione sessuale possibile. [7] Dice Madame Petrovna Blavatsky, grande teorica del mondo esoterico: “L’apatia dei sensi porta alla vera conoscenza, e a un posto fisso nell’amministrazione pubblica”.

NOTE:
[1] È costume, in certe logge, fare spoiler di tutte le serie tv preferite.
[3] Questa, secondo parecchie fonti, la ragione alla base del grande scisma tra gli Antichi Ordini Carbonari dell’800.
[4] Gli Ordini più moderni, per agevolare la memorizzazione delle figure e accattivarsi l’interesse delle giovani generazioni, si servono di tappetini da Twister.
[6] Al pari merito con la pubblicazione presso qualunque “casa” dell’editoria italiana.

 

Posizione dell’antico egizio

[1] Coloro che discettano del piacere affermano che uno dei metodi più efficaci per limitare sensibilmente l’appagamento sessuale durante un amplesso è di disfarsi del tutto della terza dimensione. [2] I partner si allineano dunque su un unico piano e discutono di come meglio praticare l’incastro degli organi sessuali; essi tuttavia si esprimono solamente tramite immagini stilizzate di uccelli, serpenti e utensili domestici. [3] Anche se l’accordo non viene raggiunto, e la donna lo dissuade dicendo frasi come “siamo in mezzo al deserto”, oppure, “non c’è limo sulle rive del mio Nilo”, l’uomo prende lo stesso l’iniziativa e pratica ciò che è descritto come “scalpello su pietra”. [4] La partner si ribella e ridendo gli dice “il tuo aspide mi ha morsicato, ma il suo veleno mi fa il solletico”, e poi procede a soppesare il suo pene sulla bilancia di Anubi, dove sarà appurato che esso è più leggero di una piuma, al cospetto dei quarantadue giudici del tribunale di Osiride. [5] Al culmine della frustrazione per l’incapacità di avere un rapporto soddisfacente, e dopo aver invocato invano gli dèi, l’uomo fa innalzare ai propri schiavi degli alti e rigidi obelischi “per compensare”, e numerosi monumenti funebri alla libido. [6] Per rifarsi dall’umiliazione, a volte l’uomo si appella al proprio diritto alla mummificazione, tramite la quale si assicura una rigidità eterna rinunciando tuttavia a ogni tipo di sensibilità. [7] L’impiego di bende e unguenti sul corpo della partner è invece contemplato solo in alcune sette esoteriche come forma di bondage estremo.

NOTE:
[2] Tra questi simboli sembrano essere inspiegabilmente assenti “passere”, “capitoni” e “seghe”.
[4] Sono questi ultimi i quarantadue ex amanti della donna, ovvero pizzaioli specializzati nell’infornare con la pala.
[7] La mummificazione è da molti considerata l’origine dei contraccettivi: non è chiaro se ciò sia dovuto all’impedimento fisico delle bende o alla totale mancanza di organi interni.

 

Posizione del beccamorto 

[1] Il saggio zio Tibia tramanda nei suoi scritti la nascita della denominazione di “beccamorto”: in un’epoca premoderna in cui ancora non si conoscevano le più rudimentali tecniche mediche e autoptiche, un incaricato del villaggio, prima della sepoltura, provvedeva a mordere un arto o un dito del cadavere per confermarne la totale assenza reazioni e dunque di vita. [2] Questo mestiere si tramandava di padre e in figlio, di generazione in generazione; nemmeno le donne erano escluse dalla linea di eredità. [3] Capitò una volta, a seguito di una zuffa particolarmente violenta tra signori del luogo, che si presentassero sul tavolo dell’obitorio i corpi di alcuni soldati senza braccia e né gambe. L’addetta dovette allora procedere a “beccare” la prima appendice a disposizione per poter constatare il decesso. Nacquero in questo modo, secondo lo zio Tibia, le pompe funebri. [4] Unǝ dellǝ due partner, al fine di praticare con successo questo tipo di amplesso, si trova necessariamente in una brutta situazione. [5] L’altrǝ deve ricorrere a una riesumazione o deve procacciarsi della materia prima fresca. [6] Secondo i saggi è comunque fondamentale arrivare prima delle imprese di cremazione. Altrimenti si tratta di masturbazione. [7] Per Sant’Agostino non è invece peccato se l’estasi autoindotta avviene davanti alle reliquie di santi e beati. [8] Una doccia, una buona igiene e il ricorso al galateo sono totalmente innecessari per questa posizione, dato che lǝ partner non può provare disagio. [9] L’appagamento sessuale è dubbio e colmo di sentimenti di vergogna e disgusto di sé, nellǝ partner vivǝ. L’appagamento sessuale dovrebbe essere invece totalmente assente in quellǝ decedutǝ; ma su questo punto gli Acchiappafantasmi dissentono con forza. [10] Nel caso remoto in cui lǝ defuntǝ finga l’orgasmo, si dice che “bara”.

NOTE:
[5] Lǝ romantichǝ che credono ancora nel colpo di fulmine, ma ritengono di dover lo stesso attendere che le carni siano fredde per consumare, scelgono di seppellire vivo l’oggetto del loro desiderio. Per lǝ più cinicǝ si ricorre invece alla consultazione quotidiana degli annunci mortuari, che svolge quindi la funzione di una app di dating.
[7] La necropoli etrusche, la Napoli sotterranea e le catacombe romane vantano in questo senso di offrire “un’esperienza orgiastica ottimamente deprimente”.
[9] Eventuali versi e gemiti provenienti dalla salma sono imputabili ai normali stati dei processi di decomposizione, molto bene descritti dal nobile Undertaker nel suo lavoro.
[10] Con le parole di Gomez Addams: “Classic Morticia”.

 

trad. di Sara Mazzini e Francesco Quaranta

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