LE “CLASSIFICHE DI QUALITÀ DI VERDE” AKA IL LISTONE DI NATALE 2021 #6: DICIANNOVE GIORNI A NATALE (MAZZINI)

diciannove giorni a natale migliore

Claudia D’Angelo 2021

Un ciclo di racconti natalizio, uno al giorno, contro liste e classifiche di fine anno, a cura della redazione e daə vostrə amichettə nell’anno in cui Verde è praticamente sparita e avete scritto e pubblicato meno di Cadillac? O sono coglionə io o siete pazzə voi. Secondo me non durate due giorni, pensate piuttosto a fare scorte di FFP2 e a prenotare la terza dose, possibilmente eterologa”. Così Matteo Scandolin nel consueto auguritivə inter-redazionale Inutile-Verde su Whattsapp, giusto una settimana fa. Che dire, Matteo? Siamo ormai al sesto giorno consecutivo di racconti e la notizia è che probabilmente si andrà avanti “almeno” fino al 7 gennaio. Questa volta facciamo le cose sul serio, magari di fretta, magari disseminando bonari errori qua e là, prendi a esempio Sara Mazzini, raffinatissima mente umanistica, ma non chiedetele di fare di conto: Diciannove giorni a Natale (“Un racconto ambientato alla Trattoria Le Tre Ciöse“) quando stiamo al 27 dicembre. Perdita di competenze di base in matematica oltre che in logica: pesantissima.
Per fortuna ci salvano i collage inediti di Claudia D’Angelo, che concludeva l’inter-redazione così: “Una mascherina FFP2 costa da 7,50 a 15 euro e dura circa 6 ore. Fate i conti cosa costa per chi deve usare i mezzi pubblici tutti i giorni per lavoro o studio o semplicemente per le uova sue. E dopo che avete fatto i conti, tornate pure a prendere per il culo Agamben, coglionə…”

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Trema #1: Ritorno a Hanging Rock

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Copertina di Claudia D’Angelo

Trema è una collana di letteratura nera, raccapricciante, fantastica, inquietante, fantasmatica, che esce oggi mercoledì 15 dicembre 2021 per i tipi di Arcoiris (qui).
Il primo volume, Ritorno a Hanging Rock, raccoglie racconti di sparizioni, di paesaggi orridi e sublimi, immersi nell’atmosfera evocata dal film “Picnic ad Hanging Rock” diretto da Peter Weir. L’Hanging Rock a cui facciamo ritorno è lo spazio orrido e sublime del film di Peter Weir, luogo di una sparizione e di un confronto con una presenza estranea (nemica?) in cui si compie un’esperienza interdetta alla visione e alla memoria, che lascia tracce indecifrabili. Qualcuno scompare. Si dissolve o esce dall’inquadratura per fuggire verso il fuori campo, un territorio nuovo e sconosciuto, dove verrà intercettato e ripreso da occhi diversi dai nostri? Il confronto con un paesaggio fuori dall’ordinario in cui sperimentare un orrore sublime, la compresenza di paura e piacere, una traversata raccapricciante, cruenta o misteriosa. Racconti di sparizioni e di attraversamenti in cui l’uomo, forse, non è la misura di nulla.
I racconti sono di Claudio Kulesko, Vins Gallico, Fabio Massimo Franceschelli, Pierluca D’Antuono, Silvia Tebaldi, Sergio Gilles Lacavalla, Sara Mazzini, Christian di Furia, Matteo Macchia, Ornella Soncini, Lucrezia Pei, Lucia Ghirotti, Domenico Caringella e l’argentino Ariel Luppino (tradotto da Francesco Verde).
Le illustrazioni sono di Sergio Caruso e Cristiano Baricelli.
La copertina è di Claudia D’Angelo.
Tutta la cura del mondo è di Emanuela Cocco.
La prefazione, di Franco Pezzini, è qui.
Sabato 18 dicembre 2021 presenteremo Trema #1 al Pasto Nudo.
Trema #1 è un libro nerissimo pieno di Verde. State avvisate.

Cover #9: La Torre

Buongiorno, perdonateci la zona rossa, la appoggiamo qui.

Il nostro buon Francesco Quaranta ci propone oggi una cover di Sara Mazzini. Come per ogni cosa che lo contraddistingue, ha barato sulle regole della rubrica: ha preso due racconti della nostra (GinoMadena) e li ha legati a modo suo.

L’illustrazione è di Claudia D’Angelo. E guai a chi ce la tocca.

E ora: il weekend in breve.  L’ormai famigerato attacco di Francesco Spiedo alla redazione di Libero ha scatenato e diviso Verde, oltre che essere costato il posto a Francesca Valenti, rea di averlo recensito (it’s just a synopsis, my dear).
Amico Spiedo, la tua “intemerata” alla Masaniello aveva messo in conto questo? Un altro effetto collaterale del tuo successo? Com’è che diceva il tuo amico baffone? Per fare una frittata va rotta qualche uova, no?
Sulla questione pare che siano pronti a intervenire gli avvocati di Fandango, prestati da minumum fax (sono lo stesso pool di avvocati pro bono che girano da redazione a redazione come uno sciame di giuristi affamati). Sta di fatto che la colonna campana di Verde rischia di finire allo sfascio per via dei disaccordi dovuti al fatto che ancora non si sa di cosa parli il libro del “nostro”.

E ora: La Torre.

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Cover #8: che il o l’ o l’ l’ era e del fu

Succede che il nostro Capitano Andrea Frau è tornato attivo sulla pagina Facebook di Verde Rivista nell’ultima settimana. Siamo molto felici, ma stamattina cominciano già a “fioccare” le conseguenze:

  • Lundini ha contattato Alessandro Gori per vedere se eventualmente può usufruire anche lui degli avvocati di minimum fax
  • Leonardo Luccone non fa altro che postare foto di cibo e sfidare Stefano Felici a un “Cook-out”
  • Ferruccio Mazzanti ci scrive “basta raga che mi imputtanate l’uscita del libro”
  • Mauro Maraschi piange ininterrottamente da una settimana e non c’è gelato o dolcetto che tenga
  • Alfredo Zucchi è semplicemente scomparso
  • Gianluca Liguori si è accampato sotto casa di D’Antuono
  • Ippolita Luzzo continua a chiedere delucidazioni riguardo il termine “situazionismo”.

Ma non lasciamoci distrarre. Oggi l’amica Sara Mazzini ci regala una perla: di nuovo una Cover, di nuovo di Alessio Mosca (l’unico finora a meritarsi un doppio rifacimento, d’altronde non a caso da un paio d’anni è il nostro candidato ufficiale a miglior raccontista d’Italia, se non fosse per quel problema…) e del suo Agro Pontino. Sara ci ha detto: “stavo giohando hon il racconto di Mòsha, m’è hadutho ed è ffinito ‘n mille pezzi. Allora l’ho rrimesso ‘nsieme come mi harbava a me”. Sembra che Sara si sia chiusa in una sala prove, abbia suonato e ballato con le frasi del racconto e dopo ore di gioco ne sia uscita con questo Che il o l’ o l’ l’ era e del fu, titolo che (lo diciamo per lə nostrə lettorə un po’ più durə di comprendonio, tipo Quaranta) è anche la chiave dell’operazione.

Il dipinto è della nostra “Federtiti” Federica Sabelli.

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Madena

leggerezza

Leggerezza- Emma Grillo

Buongiorno, sabato vi siamo mancati? La Nuova Farhenheit si è presa una pausa, il golpe del nucleo Valerie Solanas è stato un duro colpo e dobbiamo ancora riprenderci. Prendiamo atto della carriera solista intrapresa dal Carelli: qui lo vedete magnificare il Moloch del consumo come direbbe Carlo Martello Agamben, “voglio un centro commerciale permanente”, ha cantato in faccia a Fabio Massimo Franceschelli e Paola Del Zoppo in un afflato antipauperista. Ma Carelli, come Piccolo, a volte, desidera solo essere come tutti. Poi uno di questi giorni sarà con l’amico Simone Lisi, forse giovedì, ma ehi, cosa siamo, il suo ufficio stampa?

Solitamente siamo schivi moreschiani, poco autoreferenziali, ma concedeteci questa divagazione personale (d’altronde siamo scrittori e quindi vanesi per natura come ben sanno Ghelli, De Vivo e la nostra analista; se fossimo foco arderemmo il falò delle Vannità, capito il calembour?) Piccola rassegna stampa che ci riguarda: qua “l’amico” Andrea Donaera si riferisce a noi come “snodo centrale, tutti sono passati da loro”, la stazione di Cerignola della litweb in pratica, ma soprattutto ci incorona rivista di riferimento del metal salentino- abbiamo battuto Ammatula (o in qualunque altro modo si scriva) di poche lunghezze, tra il disappunto di Emanuela Cocco che pensa a noi come a tanti piccoli teletubbies scerbanenchi.

Qui invece il nostro “amico” Sarmi Santoni, cita la vostra cara e scalcagnata Rivista Verde riguardo la vexata quaestio (ue, e mica solo all’Ircocervo hanno fatto il liceo!) sulle riviste palestra “assistenti civici” dell’editoria. Speriamo non sia il solito trucco di quel vecchio filibustiere floreale di Vanni. Abbiamo acquistato praticamente tutta la sua produzione pensando di esser citati. Negli Interessi in comune c’era Francesco Quaranta, peccato fosse l’oboista; nell’Impero del sogno pensavamo ci fosse Frau, ma era la poltrona, in Personaggi precari Marinelli, era un cammeo dell’attaccante dell’Inter femminile, in Un kibbutz nello spazio, I Lauda erano quelli brasiliani, ne La regola del lupo, non era D’Antuono ma Umberto Ortolani.

Bene, a proposito di palestre, oggi pubblichiamo la Xena Bronte, la principessa guerriera della litweb, una delle tre Norne: Sara Mazzini. Il racconto che leggerete è un seguito ideale di Gino. A noi è piaciuto molto e così speriamo di voi. Visione consigliata: Teresa.

 L’illustrazione è di Emma Grillo.

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Gino

ce n’era che scoppiavano

Claudia D’Angelo – Ce n’era che scoppiavano

Tempo fa, con grande disappunto di Ramses, i redattori di Verde pubblicarono alcuni loro racconti su Crapula: Quaranta con Peccato, Marinelli con Signor Pacciani e Frau con L’ultimo uomo. Al fu commissario dissero: “ALT. Sarà uno scambio, una cosa reciproca tipo vacanza studio, gli amici Crapuli saranno ospiti da noi”. Il commissario acconsentì, sebbene un po’ riluttante. Dopo cinque mesi le loro certezze cominciarono a vacillare ma si dicevano: “sappiamo i tempi di Crapula, il loro Politburo è affetto da un burocratismo ciarliero, eterne discussioni, democratismi gotico mediterranei infiniti, mozioni, contro-mozioni, continui rinvii. Ma amici, cosa preferite? Il decisionismo rozzo e autocratico? Sono i tempi della democrazia, baby. Ora per esempio hanno deciso che Dalle rovine di Funetta, in fin dei conti, è un libretto interessante. Ci sta, ognuno ha i suoi tempi”. La fronda anti Guru di Zucchi e Zando (Doppia Z- contro l’orgia del potere) ci consegnò questo estratto dall’antologia Anatomè, come acconto simbolico, giusto il tanto per far calmare il commissario. Ed ecco che un bel giorno, finalmente, (dieci mesi dopo!) lo scambio avvenne, il Politburo crapuliano decise: LO SCAMBIO S’HA DA FARE! Quel giorno è oggi: 18 marzo 2019 ma per crapula è il 18 marzo 1991, l’anno in cui Rino Formica, riferendosi ai cortigiani craxiani invitati al congresso del P.S.I., pronunciò la celebre locuzione: “nani e ballerine“.
Siamo molto felici quindi di ospitare su Verde il racconto di una delle tre NorneSara Mazzini, intitolato Gino. L’autrice è membro della Brontë Society di Haworth. Ha studiato correzione di bozze presso Oblique Studio. Scrive di letteratura, psicologia e controculture. Vive senza fissa dimora ed è co-direttrice di Crapula.
Sara Mazzini, tra le tante cose è anche autrice di Centinaia di inverni. La vita e le morti di Emily Brontë per Jo March.
La prossima settimana sarà con noi Luca Mignola; la prossima ancora, il guru De Vivo (dobbiamo trovare ancora il coraggio di chiederglielo, in verità)! Come al solito il maverick Zucchi ha precorso i tempi, ma non perché ci stima, solo per far torto al Guru. Pensate a Zucchi come un Riccardo Lombardi e a De Vivo come un Craxi. Noi invece siamo Soros e finanziamo le opposizioni nella lit web tutta, perciò, forza ragazzi, adelante e senza juicio!
Viva Verde, Viva Crapula!

Edit: Ci giungono voci affatto confortanti sullo stato di salute di Ramses. Humanitas ha avuto gli esiti tossicologici degli accertamenti richiesti e lo ha prontamente comunicato agli inquirenti. Per rispetto della privacy e dell’indagine in corso, Humanitas non rilascerà ulteriori commenti su nessun aspetto di questa vicenda. Il Tascabile ha scritto che gli esami avrebbero rivelato un «mix di sostanze radioattive», ma la notizia non è stata confermata da fonti ufficiali. La procura di Milano, che si sta occupando dell’indagine con il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, non ha chiarito quale sia stato l’esito degli esami tossicologici richiesti dall’Humanitas e realizzati da un centro specializzato di Pavia. Ramses sta scrivendo un libro sulla sua esperienza nel mondo delle scenicchie e della lit web: la procura avrebbe ottenuto una copia del libro e lo starebbe esaminando. Stamattina all’alba gli inquirenti hanno perquisito la redazione di Verde a Pesaro e quando ci hanno chiesto: “Il D’Antuono ha mica nemici?” Siamo scoppiati a ridere indicando la catasta di lettere di minacce. Sorveglieremo sulla tenuta democratica di Verde; è in queste situazioni che bisogna stare uniti e guardarsi dagli attacchi di Guacamole, troll e Insel. Seriamente: forza Ramses, forza Verde! Vi terremo aggiornati.
Intanto partecipate e condividete il nostro concorso.
Ci aspettano tempi 🅱alordi!

L’illustrazione è di Claudia D’Angelo.

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