La vera storia di Dolly Mendoza

Care amiche, benedetti ragazzi, Verde è tornata su Facebook (e sono tornati anche i sondaggi della domenica: qua il primo del nuovo corso, come al solito un testa a testa pazzesco, votate!) dopo due settimane difficili di non poesia, litwrestling, fascismo e altre cose divertenti che non faremo mai più. La vecchia pagina è stata chiusa, abbiamo perso l’intero nostro archivio di preziose e complesse narrazioni, autonarrazioni e metanarrazioni accelerazioniste, intersezioniste e umaniste, ne usciamo a pezzi pieni di dubbi ma più vivi di prima e con una nuova pagina (qua). Frangar non Flectar, dicevano quelli. Ci restano le certezze delle nostre illustrazioni, dei nostri racconti, citati in molte delle liste litweb che avete letto nelle vostre bolle (questa e questa, su tutte) e del nostro fedele pubblico.

A proposito. Ci scrivono: “Cari amici di Verde, ho letto sul Post due articoli che vi vorrei segnalare.
Il primo è la storia pazzesca di un impostore seriale che ha raccontato più bugie di Luigi Maria Gaggiollo.
Il secondo riferisce di una brutta vicenda che ha “purtroppo” riguardato “amici” a noi vicini.
Né il vincitore della prima edizione né la vincitrice della seconda del Premio Augusta, sponsorizzato dal Comune di Torino e patrocinato dalla Regione Piemonte, dal Salone del Libro di Torino e dall’Istituto Treccani, hanno mai ricevuto la somma di denaro pattuita.
Cito dal pezzo: “Tra gli addetti ai lavori del mondo dei libri non si è parlato della mancata assegnazione dei premi, almeno non pubblicamente”, ma per fortuna “l’attenzione nei confronti del premio Augusta è diminuita dalla prima alla seconda e poi alla terza edizione. Se alla prima edizione avevano partecipato libri di case editrici non grandi ma comunque affermate e note, quelli in concorso alle edizioni successive sono stati pubblicati da case editrici più piccole e con una distribuzione minore.”
E ancora: “I premi non sono l’unica cosa che l’Associazione Musiculturale Augusta, l’ente torinese organizzatore del concorso, ha pagato solo parzialmente: anche con i compensi dei giurati ci sono stati dei problemi.”
La nota “positiva” è che OVVIAMENTE non è mancata solidarietà tra gli scrittori loro malgrado coinvolti: “Gianluigi Ricuperati, presidente della giuria della prima edizione del premio, ha detto di aver rinunciato a parte del suo compenso – che l’Associazione non poteva pagargli completamente – per darla agli altri due membri della giuria, la scrittrice Letizia Muratori e lo scrittore Vanni Santoni.” Che ha tempestivamente ricambiato con altrettanta generosità.
Continuerò a monitorare la vicenda e vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Un’amica che preferisce rimanere anonima”.

Cara amica anonima,
qua su Verde diamo spazio a ogni voce, ma la nostra posizione sui patetici complotti insel e sulle sedicenti conventicole romane è nota: non esiste alcuna cupola mafiosa, l’editoria, come ogni altro fenomeno umano, si regge sulla triade darwiniana movente-mezzi-opportunità. Tutto il resto sono chiacchiere da bar, non da rivista. Le allusioni, le insinuazioni, le voci di corridoio non ci piacciono e le ridicole polemichette pazze le spegniamo sul nascere. Ritenta con qualcun altro, sarai più fortunata. E crediamo di avere detto tutto.

Le cose serie, adesso. Veniamo al racconto di oggi. L’autrice, Claudia Grande, ha 28 anni. È laureata in Giurisprudenza. Ha lavorato in uno studio legale internazionale, occupandosi di diritto commerciale e societario. Ha pubblicato racconti in diverse antologie, ha partecipato a reading letterari al Book Pride 2018 e al SalTo 2018, con i racconti “Fotografie” e “Il cacciatore di farfalle”. Ha curato un blog di racconti per il Lovers Film Festival LGBTQI Visions di Torino (edizione 2018). Con La vera storia di Dolly Mendoza, un racconto che siamo molto lieti di pubblicare, è per la prima volta su Verde.
L’illustrazione è di Paolo Massagli.
Buona lettura e buon inizio di settimana, la nostra sarà flameggiante e memetica, ce lo sentiamo (avete già firmato il nostro appello? Lo trovate qua).

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Barbette – Un mistero editoriale #3: Il titolo è sempre un affare difficile

Scenicchia una sega #1? Praticamente un disastro. Parliamoci chiaro, ragazzi: è stato un fallimento, l’insuccesso più grande della storia di Verde. Una pazzesca presentazione litwrestling A colpo sicuro con Santa Zando, più di due ore di reading, tre ore di dj set trap, almeno 200 persone convenute e il risultato? Non avete capito un cazzo.
Ci si è messo pure l’amico Vanni (comunque un amico) con questo post a intorbidar l’acqua chiara e nientificare le nostre intenzioni.
Riavvolgiamo il nastro. Scenicchia una sega #1 sottotitolato for dummies.
Cari ragazzi, l’8 dicembre abbiamo presentato uno speciale numero cartaceo redatto da Crapula Club e Verde e intitolato La Letteratura pazzesca in Italia Nuova Edizione 2018.
Cosa non è: un elenco delle riviste litweb indirizzato agli autori esordienti per districarsi nella selva oscura della neolitweb postmillenials italiana. L’unico ad averlo capito? Luca Romano (nomen omen). Manifesto letterario, ragazzi. È abbastanza chiaro?
Se avete esultato per la segnalazione della vostra rivistina: ordinate una o più copie della pubblicazione all’indirizzo verderivista@gmail.com e tenetevi pronti a cancellare i post di giubilo che hanno ingolfato per giorni le nostre bolle social.
Se avete rosicato per la mancata segnalazione della vostra rivistona: ordinate una o più copie della pubblicazione all’indirizzo verderivista@gmail.com e tenetevi pronti a ringraziarci.
In ogni caso: La letteratura pazzesca in Italia non è stata pensata per essere distribuita gratuitamente, costa 3 euro a copia (come correttamente segnalato sul banchino dello Sparwasser, ma tant’è) e vi invitiamo a ordinarla all’indirizzo verderivista@gmail.com. Chi prenoterà dieci o più copie riceverà in regalo la collezione completa del cartaceo di Verde 2012-2014 (26 numeri, scusate se sono pochi).
Tutti gli altri: non fatevi vedere in giro.
Tanto era dovuto. E adesso a noi.

C’è un nuovo Faraone in città. Il praticamente coglione del giorno? Ce lo abbiamo. Siamo a dicembre ed è già tempo di liste. Detto che gli elenchi del meglio di ci fanno OVVOVE (lo spiegavamo qui per poi contraddirci qui), vi segnaliamo un post del solito Tony De Vivo, da cui si deduce che il miglior raccontista litweb del 2018 è stato Alessio Mosca (nostra vecchia scoperta e co-estensore di LPiI), la migliore rivista resta L’Inquieto e la migliore pubblicazione dell’anno è Guida 42 numero 2.
I cinque migliori racconti 2018 di Verde? Di Felici, Lacavalla, Marinelli, Mosca e Costamagna (online il 21 dicembre). Lo ha deciso Ramses, non la redazione, che se crederà si esprimerà nelle prossime ore. Nel dubbio attendiamo il listone di Modestina Cedola.
Un anno fa di questi tempi pubblicavamo Raimondo Maniero. Simon G. Helly è l’autore più vicino all’Insel™ di maggiore talento giustamente non emerso. Barbette, l’ambizioso feuilleton noir thriller che punta il dito contro il sistema editoriale italiano, è alla terza puntata (qui le precedenti). L’illustrazione è di Paolo Massagli, a noi piace da matti e così speriamo di voi.
La Nuova Carne non è finita nella Letteratura Pazzesca in Italia perché non la leggiamo, ma merita comunque una segnalazione per la naïveté d’altri tempi che ci fa sentire cinici e vecchi. Avanti così, ragazzi.
Domani il terzo episodio de La saga delle sagome, altra roba pazzesca che meriterebbe di stare in ogni lista. Mercoledì un esordio importante, venerdì Novo Pazzesco Romano. Da lunedì 24 tornano le A colpo Sicuro di Verde e il 25 un regalo pazzesco per il nostro amato pubblico.
L’antifona è: continuate a seguirci e tirate fuori i tre euro che ci dovete.
Ciao, buona domenica, in poverty & litwrestling (soprattutto poverty).
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Scenicchia Full Showcase #8: L’isola (Veronica Galletta)

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Here we are at quello che sembra proprio the last episode of the superpowerful allstrafucking Scenicchia Full Showcase. It’s been a hell of a journey dentro i meanders della beneamata toscanità così well embodied in the Mighy Morphin Power Scenicchia on the Corriere Fiorentino.

Veronica Galletta è siciliana e vive a Livorno. Ha pubblicato racconti per Colla, Abbiamo le prove, L’Inquieto, A4, Pastrengo, il Corriere della Sera. È stata finalista dei premi Calvino e Neri Pozza. Oggi con L’isola è per la prima volta su Verde.

Anche oggi il meme illustrativo è prescritto da Demerzelev (Franco Sardo).

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Scenicchia Full Showcase #7: Ammutolire le cicale

Simone Marcelli, sardo-romano nato a Cagliari nel 1991, è cresciuto nella provincia di Viterbo e si è laureato in Italianistica presso l’Università di Bologna. Ha pubblicato una raccolta di poesie, un racconto sull’Almanacco 2017 edito da Quodlibet e vari racconti in diverse riviste. È vincitore del Premio Pagliarani 2017 con una raccolta poetica inedita in uscita a ottobre. Tiene laboratori di lettura e scrittura creativa nelle scuole. Oggi è con noi per la prima volta e ci propone il racconto apparso il primo settembre scorso sul Corriere Fiorentino.

Ammutolire le cicale è la settima puntata di Scenicchia Full Showcase, siore e siori (sigla dei Power Rangers plays in the background). Ad accompagnarci la salvatrice della Patria verdacea E.P VI VI VI.

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Scenicchia Full Showcase #6: Limite 50 Km/h (Meccariello)

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Elisabetta Meccariello (Pescia, 1983) ha scritto racconti calcistici per il blog In Zona Cesarini e ha pubblicato la serie di micronarrativa False Finestre sulla rivista letteraria Poetarum Silva. Ha partecipato inoltre all’antologia Odi edita da Effequ. Fa parte del collettivo di cinema e narrazioni In fuga dalla bocciofila. Oggi esordisce su Verde per la sesta puntata del Scenicchia Full Showcase (racconti apparsi sul Corriere Fiorentino ed editati da Vanni Santoni).

Chiama ieri il Commissario in redazione, la voce un po’ arrocchita da fumo e alcol. Dice che non crede più a niente, che si aspettava il supporto di tutti i fan di Verde in questo brutto affare dei troll e delle recensioni negative alla pagina (fatte da giovani chiaramente adescati dietro chissà quali promesse). E invece niente, silenzio dai follower, silenzio dai lettori. “Come se Garibaldi comandasse una carica e voltandosi scoprisse di essere stato abbandonato”, queste le sue parole frammiste al pianto. Gli facciamo presente che mo tutte le combriccole e le scenicchie sono un po’ prese dagli scossoni post Firenze Rivista (notizia di ieri l’assalto al quartiere San Lorenzo di cellule affiliate a C****A, scene brutte di cui non vorremmo sentire parlare, oppure che vanno raccontate meglio boh), ma niente può confortare un Commissario deluso. Ieri Luca Marinelli, stanco di vederlo steso sul letto ad ascoltare vecchi dischi dei Sottotono, ha provato a scuoterlo con un paio di ceffoni e poi pure con le cattive. Alla fine gli ha lasciato la minestra sul comodino e un biglietto a nome di tutta la redazione con su scritto: Per quanto tornerai in te. Il contenuto del biglietto è per un altro giorno.

L’illustrazione di oggi è della nostra amata E.P VI VI VI.

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Scenicchia Full Showcase #5: Follonica (Pasquini)

Abbiamo spedito Quaranta in visita ufficiale a Firenze per toccare con mano lo stato dell’arte letteraria. Dopo aver mancato il contatto con il nostro agente infiltrato sul campo, Francesco ha fatto perdere le proprie tracce e le poche notizie che ci giungono a suo riguardo non fanno sperare in bene (reperto A e reperto B).
Per tentare di rimediare, continuiamo con la rassegna Scenicchia Full Showcase, spiegata bene bene in questo editoriale qui.
Reduci negli ultimi giorni da infami attacchi di una squadra di troll fan di Dr. Who (inutile agevolare link dato che la questione è ovunque sulla nostra pagina, no dai scherzo, agevolo) ricordiamo ai nostri lettori e potenziali haters che Scenicchia is not a casta like Holden, Scenicchia remembers, Scenicchia mena.
Ospite di oggi Daniele Pasquini, nato in provincia di Firenze nel 1988. Lavora nel campo della comunicazione culturale, ha collaborato con varie testate giornalistiche e ha fatto parte di Riot Van. Per Intermezzi Editore ha pubblicato il romanzo Io volevo Ringo Starr (2009), il romanzo breve Le rockstar non muoiono mai (2012) e la raccolta di racconti Ripescati dalla piena (2015).
Illustrazione della sempre fantastica EP VI VI VI che ringraziamo infinitamente.

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Scenicchia Full Showcase #4: Such a silly boy (Bendinelli)

Benedetta Bendinelli (Lucca, 1985) nasce nella provincia toscana, cresce nei dintorni, studia nella capitale inglese (Saint Martin’s College of Art and Design) e torna in provincia.
Prima fotografa (attiva dal 2009 al 2016) e poi tardiva scrittrice freelance, si approccia alla forma del racconto breve attraverso la rivista Streetbook Magazine, rivista free-press fondata a Firenze nel 2015. Parallelamente partecipa al blog fiorentino Vai A Quel Paese: Go Face Yourself, il primogenito progetto dell’Associazione Cultural-Editoriale ThreeFaces, che si dedica alla narrativa di viaggio (Viaggio in Messico, racconto uscito in dieci capitoli). Tra i brani pubblicati per Streetbook Magazine: i racconti in forma breve Eraclito (2015), Olivia + Victor (2017). Gli articoli Sette Buoni Motivi per Appassionarsi al Cinema Francese (2015), CinqueMotivi per Appassionarsi al Cinema Greco (2017). Intervista a Gabriele Romei: Una birra di Mattina, offre RMOGRL8120 (2017).
Nel 2016 esce L’uomo che Misura le Ombre, racconto breve per la rubrica Racconti d’Europa, in un uscita con il Corriere Fiorentino, inserto del Corriere della Sera. In uscita a Settembre 2017 la pubblicazione per il libro The Ground Tour Project dove partecipa con un racconto ambientato a Firenze L’Unico Posto al Mondo – The Only Place on Earth. Collabora fin dalla fondazione con il team editoriale della rivista StreetBook Magazine.
Con Such a silly boy, quarto appuntamento di Scenicchia Full Showcase, la ricognizione del futuro canone fiorentino selezionato da Vanni Santoni per il Corriere Fiorentino, è per la prima volta su Verde.
Illustrazione di EP VI VI VI.
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Scenicchia Full Showcase #3: Giuncarico – Gli aiutanti di papà (Mazzanti)


Ieri eravamo alla bellissima presentazione del libro di Emanuela Cocco. Sono successe cose pazzesche, prossimamente ampio resoconto video-fotografico (qua un assaggio). Intanto non ci lasciamo distrarre dalla rutilante mondanità e continuiamo a far rivista con umiltà e la consueta pacatezza.
Ecco il terzo racconto della Scenicchia Full Showcase, i racconti del futuro canone fiorentino editati e curati dal sommo Vanni Santoni (lo ricorderete per questa famosa recensione, ormai cult). Dopo Simone Lisi e Francesca Corpaci oggi con noi Ferruccio Mazzanti con un bel racconto senza titolo, o magari ce l’ha, intanto gli affibbiamo noi questo provvisorio, se l’autore avrà qualche rimostranza sa dove trovarci, yo. Com’è? Il Corriere Fiorentino può affibbiare titoli brutti (“L’Infanzia a Giuncarico con un padre padrone”, ma che davvero?!?) e noi no? Se è una sfida, cari amici del ‘Orriere, ‘onsideratela accettata.
Illustrazione strepitosa di  EPVIVIVI.
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Scenicchia Full Showcase #2: Puntare in alto (Corpaci)

“There are these two young fiorentinian writers speaking about Vanni Santoni along, and they happen to meet an older fiorentinian writer the other way, who nods at them and says “Morning, boys, how’s the scenicchia?” And the two young writers aspire h on for a bit, and then eventually one of them looks over at the other and goes “What the hell is scenicchia?”
This is a very funny story that Gabriele Merlini always told in Caffe Notte and FirenzeRivista but it’s also very deep and serious for us, because we know, as you all know, that we have the responsability to have coniated the word scenicchia but we are really happy that our friends in Firenze understood that we didn’t mean to offend anybody and as once Lavinia Ferrone told us “The florentinian writers are very happy to join this expression”, and so here we are but the question remained: what the hell is scenicchia? We are trying to answer publishing The Scenicchia Full Showcase, a group of short stories that Vanni Santoni selected for the Corriere Fiorentino, written by the best authors that Firenze can offer nowadays. Last week we read Simone Lisi, today we are very proud to rehost Francesca Corpaci with the really great short story Puntare in alto (what Francesca and all of us are trying to do).
The illustration is from our Madre Superiora EP 666.
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Scenicchia Full Showcase #1: Quando finirà l’estate (Lisi)

Mentre voi eravate in vacanza in Grecia, noi saltavamo lo squalo, la litweb continuava a fare rivista [MODALITA ITALIAN BOOK IT BETTER ON] e Vanni Santoni selezionava il futuro canone della scenicchia toscana (qui i dettagli), trenta racconti pubblicati sulle pagine del dorso fiorentino del Corriere della Sera e che noi di Verde riproporremo (quasi tutti) ogni mercoledì a partire da oggi (che è venerdì: ritardo spiegato qui) in uno Scenicchia Full Showcase dai nomi francamente pazzeschi. Il primo della lista è Simone Lisi con Quando finirà l’estate, editato dal Vanni medesimo.
L’ormai iconico e magistrale memicchio – altro che la Loggia Rosa – è di Gregorio Magini.
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