Trovammo Valerio Martelli al centro di un crop circle a forma di troll face, era avvolto in un mantello verde e indossava una maschera di Ramses II – a quel tempo non potevamo sapere che il nostro mentore/istuttore/commissario sarebbe stato disintegrato dal Guanto delle Scenicchie per poi venire ricomposto molecola per molecola in un rito medianico intergalattico (per l’occasione dovemmo sacrificare un occhio di Marinelli e mezza redazione di Crapula) – non v’era dunque dubbio che il ragazzino Martelli venisse da una versione del futuro in cui le cose erano andate ancora peggio di quanto andranno realmente. Già a tre anni, Valerio era in grado di produrre un forte campo memetico attorno agli oggetti inanimati. Non gli ci volle molto per passare a testare i suoi poteri sui bulletti dell’asilo. Durante il governo Berlusconi ter, il ragazzo ci fu sottratto da una task force facente capo all’allora ministro dell’istruzione Letizia Moratti: il loro scopo era compiere esperimenti sul soggetto al fine di incrementare le capacità mnemoniche di tutti gli studenti italiani senza spendere poi troppi quattrini. Fuggì un anno dopo, si nascose a Trigoria sotto diversi pseudonimi. Lì venne reclutato dalla Pink Lodge e prestato occasionalmente ai tipi di Verde (i suoi eroi, il suo imprinting intellettuale, il suo destino). Attualmente è in esilio sulla Luna per controllare che il finto sito dell’allunaggio sia ancora lì. Comunica solo via mail (valeriomartelli86@gmail.com).
Oggi pubblichiamo Latifondi, un tessuto a-narrativo sfibrato autorigenerante. Un critico direbbe “suggestivo”, noi diciamo “ABnopazzesco”.