Nella bocca della balena

Buongiorno, ci sono arrivati centinaia di racconti per Scenicchia una Sega #2- Praticamente un concorso. Non lo neghiamo, non sarà una passeggiata scegliere i 16 finalisti, ce ne sono di davvero belli e di davvero verdi.
Non siete Ivani, d’un colore concorrente al nostro, o grandi Liuki Camminatori di Cieli, quindi saprete benissimo che è successo alla Pecora Elettrica (vi postiamo la notizia riportata dal nostro quotidiano di riferimento, da liberal conservatori lombardi quali siamo, soprattutto Quaranta).

Perciò, poche storie: sosteniamo la Pecora Elettrica, ragazzi! 

Nonostante jet set e concorsi, Verde continua a iniettarvi racconti e far rivista, perché bierde es bierde come direbbe Giada Pamplona. Oggi con noi c’è un’autrice che ci piace tanto, si chiama Giusy Esposito e questa è la seconda volta con noi (ricordate Arancio Trastevere?)
Illustrazione di
Sofia Mori (per l’ultima volta con noi, grazie Sofia!)
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L’italiano

Roberto Gerace, nasce nel 1991 a Sant’Agata Militello (ME) e non vive a Londra. Si laurea a Pisa  con una tesi su Bianciardi e, dopo un anno sulle sue tracce a Milano, decide di tornare al Sud per ripercorrere le proprie. Fa parte della redazione della rivista letteraria Il Primo Amore. Una sua prosa lirica è apparsa su Nazione indiana, una sua poesia sul primo numero di Crack Rivista. A volte scrive di critica, ma poi se ne pente. Come i veri poeti, non ha la patente. Oggi esordisce su Verde con L’Italiano.

Squilla il telefono in bachelite del Commissario. Siccome aspettiamo una chiamata dallo Studio Oblique, ci fiondiamo in otto sull’apparecchio. Vince il Doc Mosca:
«Pronto, coworking Verde Rivista, how can I help you?»
All’altro capo, meraviglia delle meraviglie, è Greta Thunberg: “Œ Coglioni è finita la Pasquetta di merda? Avete fatto la differenziata?»
«La diff… La differenziale?»
«Æø non fare il furbo con me, porco, ti sfondo. La differenziata».
«Scu… Scusa è che il mio svedese è un po’ arrugginito. Ti passo il Commissario».
«Il Commiss…»
«Sì, aspe’…»
«Aspe’?!»
«Aspe’…»
«Œ occhio a non fare allusioni a questa condiz…»
«…tta. Volevo dire, aspetta».
«Ah».
«Eh, che pensavi, snowflake?»
«Smettila, non sei mio padre!»
«Siamo sicuri?»
Il basitissimo Mosca sente esplodere un pianto all’altro capo del telefono. Non sta più parlando con la giovane paladina nella lotta contro il cambiamento climatico, bensì con un’insicura ragazzina di sedici anni che ha tante, troppe responsabilità sulle spalle. Il nostro decide di affrontare la situazione da persona matura, forte dell’esperienza al call center help desk di Rai Tre: «SCUSI HA SBAGLIATO NUMERO!»
«Scusa sto un po’ edgy, per via degli haters… Ma io dico», comincia la Greta tra i singhiozzi, «Che importanza ha se fo tutto da me o se sono un burattino dei media? Non è più importante il messaggio che porto, non è più importante partecipare alla mia lotta?»
E Mosca: «Praticamente».
E il Commissario: «Ma infatti siamo talmente con te, cara, che Verde non la stampiamo dal 2013 per salvare gli alberi».
E Greta: «Frocio».
«Però stai ridendo, eddai che stai ridendo!»
«Tacci tua Commissa’, sei ‘na sagomæ».
«Senti però adesso attacca che aspettiamo una telefonata da Luccone, eh. Grazie».

L’illustrazione è di Sofia Mori.

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Morte apparente

Buongiorno, anche a Pasquetta Verde non ferma le sue rotatorie. Il nostro stakanovismo è leggendario, la nostra dedizione è totale, cari lettori e care lettrici. Ci troviamo nella località segreta di ** ******* , mare cristallino, sabbia dorata, ottimi cocktail e fibra ottica. Vi ringraziamo ancora per il sostegno e le continue donazioni paypal (trovate il bottone in alto a destra). Avevamo proprio bisogno di una vacanza, grazie amici mecenati! Fare rivista costa e grazie alla vostra generosità possiamo farla alla grande senza infingimenti e con la schiena dritta. Tra un mese è il compleanno di Helena Janeczek, vorremmo farle un bel regalo, per cui vi chiediamo di intensificare le vostre donazioni (e il piccolo Alan ha bisogno dell’apparecchio). Ma bando ai crowdfunding, oggi è con noi per la prima volta Federica Patera. F. Patera è nata a Bergamo nel 1982. Da qualche anno vive a Torino e lavora nell’editoria. Ha curato due progetti contigui: una serie di racconti composti soltanto di citazioni dal titolo Diorami, ospitata da TerraNullius, e RAR, che gioca con la critica e la teoria letteraria sulla Balena Bianca. La loro fusione ha introdotto un lato artistico, con la creazione di mappe e installazioni. Altri racconti (di citazioni e non) sono apparsi su Cadillac, Colla e Rivista Letteraria. Dopo il caso Luttazzi i suoi racconti colmi di citazioni hanno faticato a trovar spazio. Ma noi, vecchi filibustieri delle interpolazioni non abbiamo avuto alcun dubbio a pubblicare un suo racconto senza scatenare la nostra squadra di detective (do you remember?).
Illustrazione di 
Sofia Mori.
P.S. Manca poco al termine ultimo per l’invio dei vostri racconticchi, andiamo! Qui tutte le informazioni su Scenicchia una Sega #2, praticamente un concorso letterario (dove si sente l’🆎norme).
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Diorama

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Sofia MoriMonotipo 6

“Escono dalle pareti. I raccontielli escono dalle fottute pareti! Lo capisci, Felix?! Io non so più che fare!”
“Tranquillo, è tutto un sogno”.

Stefano Felici, nello spare time tra una partita della Roma e una rosicata nei gruppi di memers migliori di lui, fa lo psicologo a tempo perso nello scantinato del coworking di Pesaro, forte dell’esperienza con le nevrosi umane sviluppata presso le macchinette delle aree ristoro di svariate sedi Man Power. Quello e un mucchio di problemi di stampo freudiano. Oggi sul suo *divaniello in pelle, un baldo giovincello di mezz’età che chiede di restare anonimo – lo chiameremo Luke-One – confida i suoi tormenti.

“È solo un sogno”, ripete Stefano, questa volta facendo nell’aria le magiche virgolette post-ironiche che tutto curano e tutto aggiustano.
“Non capisci, Felix, non è un sogno! Io scherzavo. Just One Night, ho detto, massì ce la leviamo facile e poi taaac vacanzina a Ostia e ciao a tutti, mi dicevo. E invece… Invece 1250 racconti, Felix, P**rca Mad***a 1250 racconti! Li hai mai visti 1250 tutti insieme? Ti si infilano dappertutto! E poi hai voglia di carbonella, quelli mica bruciano poi così bene”.
“Be’ Luke, sono digitali… Non bruciano”.
“Ste, non capisci un cazzo: è peggio”.
“COS”
“Bruciano l’anima”.

A quel punto però scatta l’ora dell’aperitivo – che per Stefano è intorno alle sedici e trenta, ma dipende quando si liberano Marinelli e D’Antuono – e infatti ecco l’SMS di Ramses: Move your ass Felix, it’s Spritz avec Select time! Stefano allora, per sbrigarsi, propone al paziente una terapia a base di Diorama, il nuovo racconto di Gianluca Garrapa che vi proponiamo qui sotto. E quell’altro: “Ma se ti ho appena detto che mi so scassat’ u cazz’ de leggere! Cioè c’ho il mestruo dagli occhi”.
“PARDON?”
“Volevo dire che sanguino, sanguino dalle ovaie oculari!”
“Facciamo che prendi un Plasil che secondo me è tutta indigestione”.

Ok, lasciamoli soli. Buona lettura. L’illustrazione è di Sofia Mori.

*il divaniello l’avete già visto in diversi video amatoriali sulla dark litweb (non agevoliamo link).

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L’inizio del racconto

Ben svegliati giannizzeri della lit web! Noi siamo ancora un po’ doloranti (grazie a Christian R. e a tutta la Flakelf) ma felici di tornare a far rivista. Ehi, mancano undici giorni! I racconti per Scenicchia una sega #2 sono pronti? Non sarà solo un concorso letterario, sarà un evento incredibile, altro non vi aggiungiamo. Sappiate solo che dopo SuS 2 Verde non sarà più la stessa; la lit web stessa non sarà più la stessa. La parola stessa non sarà più la…vabbè, avete capito.

Oggi con noi Elena R. Marino, (The Author Formerly Known As Elena Marino), con un racconto che ci ha lasciato letteralmente senza parole (e sapete quanto per noi, amanti degli incisi pannelliani, sia cosa rara). Siamo sempre contenti e onorati di pubblicare i racconti di E. Marino, ma stavolta ci mancano davvero gli aggettivi. Per definirlo non bastano i pazzeschi, gli 🆎normi, gli SQUECK! e gli Squerez di tutto questo folle, folle mondo. L’illustrazione è di Sofia Mori.
Lunga vita ai Los Salvajes de Jorge Eladio Bolaño!

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Tutti. Tranne me

Da una settimana circa riceviamo telefonate nel cuore della notte. Chiunque sia dall’altra parte, imita la voce di un famoso esponente della scena letteraria romana – uno che definiremmo senza dubbio amico, se vi prendeste la briga di chiedercelo – e si vanta della quantità di racconti ricevuti per il suo concorsone just one night. Siete invitati, dice, a leccarmi le palle. Noi, as always, basiti.

Problema: nello spazio coworking di Pesaro – dove abbiamo la nuova redazione polifunzionale – i trilli del telefono in bachelite del Commissario riecheggiano peggio delle goccette d’acqua nelle grotte di Frasassi, e disturbano tutti quelli che nell’edificio ci dormono. Non solo quei due scappati di casa di Frau e Quaranta, ma anche per esempio l’Unione Italiana Degustatori di Acqua Benedetta che dopo una lunga giornata di lavoro, vorrebbero il meritato riposo.

Altro esempio? C’è questo gruppo di boy scout tutti abbastanza edgy e fissati coi tatuaggi, amici di Marinelli, che si è installato da un paio di settimane giù nell’atrio. Er Felici sostiene che siano militanti di Casa Pound ma Luca assicura di no. Sono il comitato di lettura di Crack Rivista, dice. Vatti a fidare delle apparenze. Comunque niente, ci è toccato staccare il telefono. 

Come dite? Ah, siete qua per un racconto. Ebbene oggi vi presentiamo Giulia Romoli: Nata a Pisa nel 1978, vive adesso in un piccolo paese della campagna toscana.
Ha frequentato due corsi di scrittura creativa a Pisa e ha pubblicato racconti con Storiebrevi e Lillibook. Ha collaborato con la rivista Inkroci, scrivendo recensioni e racconti. Altri suoi racconti sono apparsi sulla rivista A4 di Stefano Amato, sull’Inquieto, su Yawp, su Tuffi e, recentemente, su Reader For Blind.

Con Tutti. Tranne me è per la prima volta su Verde e ha fatto innamorare Quaranta. Succede almeno una volta al mese.

L’illustrazione è di Sofia Mori.

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La miseria delle ghiandole

Daniele Colantonio è nato nella provincia ciociara lo stesso giorno della morte di Ed Wood, il 10 dicembre del 1978. È la sua reincarnazione, ma non ama i golfini di angora. Ha studiato cinema e in un corso patrocinato dalla regione Lazio ha avuto la fortuna di conoscere l’Eta Beta del cinema italiano, Alberto Grifi, e tanto gli basta. Non ha mai pubblicato, e questo è un pregio. In compenso ha fatto dieci anni da commesso, che non è come aver fatto il carpentiere o il piastrellista, ma a volte basta per farsi notare da Narrandom e Crapula. Stavolta però siamo arrivati prima noi.
La miseria delle ghiandole è il titolo del suo racconto vagamente neocarnista, ombelicale, cronenberghiano, ed è accompagnato da un’illustrazione di Sofia Mori.

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Gli esantemi e i lucumoni

Alessio Mosca non è più solo il nostro psichiatra di fiducia, ormai è un verde ad honorem, un balordo come noi, tanto che ci suggerisce pure idee per gli editoriali (ragazz*, stiamo finendo i post it verdi, presto metteremo su un nuovo crowdfunding, scusateci per le spese dissennate, cercheremo di metter più giudizio). Dovete pensare a Mosca come il nostro Dr. Gonzo, l’avvocato samoano di Paura e Disgusto a Las Vegas (“Letteratura e Dissing a Palestrina”).
Er Fly non sarà più il miglior raccontista della lit-web, almeno secondo IBiB, ma 
continua a stupirci con il suo ciclo sulle trasfigurazioni umane. Il doc è un grande appassionato di storia etrusca, la sua è proprio una fissazione che traspare anche da questo racconto.
Cos’hanno in comune eruzioni cutanee e antichi misteri etruschi? Leggete per scoprirlo.

State attenti benedett* ragazz*, abbiamo in serbo delle novità clamorose, stentiamo ancora a crederci! Ma diteci di voi, state scrivendo i vostri racconti per Scenicchia una sega #2? Fate come il nostro buon amico e mettetevi sotto! Per citare Ramses: “A Sus #2 può partecipare soltanto chi desidera riscrivere la storia della litweb. It’s not about big money. È ABBASTANZA CHIARO?”

Illustrazione di Sofia Mori.

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