Trema #1: Ritorno a Hanging Rock

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Copertina di Claudia D’Angelo

Trema è una collana di letteratura nera, raccapricciante, fantastica, inquietante, fantasmatica, che esce oggi mercoledì 15 dicembre 2021 per i tipi di Arcoiris (qui).
Il primo volume, Ritorno a Hanging Rock, raccoglie racconti di sparizioni, di paesaggi orridi e sublimi, immersi nell’atmosfera evocata dal film “Picnic ad Hanging Rock” diretto da Peter Weir. L’Hanging Rock a cui facciamo ritorno è lo spazio orrido e sublime del film di Peter Weir, luogo di una sparizione e di un confronto con una presenza estranea (nemica?) in cui si compie un’esperienza interdetta alla visione e alla memoria, che lascia tracce indecifrabili. Qualcuno scompare. Si dissolve o esce dall’inquadratura per fuggire verso il fuori campo, un territorio nuovo e sconosciuto, dove verrà intercettato e ripreso da occhi diversi dai nostri? Il confronto con un paesaggio fuori dall’ordinario in cui sperimentare un orrore sublime, la compresenza di paura e piacere, una traversata raccapricciante, cruenta o misteriosa. Racconti di sparizioni e di attraversamenti in cui l’uomo, forse, non è la misura di nulla.
I racconti sono di Claudio Kulesko, Vins Gallico, Fabio Massimo Franceschelli, Pierluca D’Antuono, Silvia Tebaldi, Sergio Gilles Lacavalla, Sara Mazzini, Christian di Furia, Matteo Macchia, Ornella Soncini, Lucrezia Pei, Lucia Ghirotti, Domenico Caringella e l’argentino Ariel Luppino (tradotto da Francesco Verde).
Le illustrazioni sono di Sergio Caruso e Cristiano Baricelli.
La copertina è di Claudia D’Angelo.
Tutta la cura del mondo è di Emanuela Cocco.
La prefazione, di Franco Pezzini, è qui.
Sabato 18 dicembre 2021 presenteremo Trema #1 al Pasto Nudo.
Trema #1 è un libro nerissimo pieno di Verde. State avvisate.

Tempi strani

“Babbo Natale ha il cancro, quest’anno non passa. Ho un sapore di amaro e metallico in bocca; dalla finestra del salotto il parcheggio davanti a casa è vuoto e innevato e le mie mani sono scarnificate dai disinfettanti, premo i polpastrelli contro il vetro della finestra per fare un disegno, e nel disegno ci sei tu.” È l’incipit di Tempi strani, il racconto di natale 2020 che Paolo Gamerro ha scritto per noi. È bello conservare le tradizioni a cui siamo più affezionati e quella di Paolo a natale su Verde lo è (ma anche Andrea mica male).
Se siete ancora in cerca di regali, supportate Mostri, cliccate qua, ne vale la pena.
La diretta di ieri è stata pazzesca ed è durata tre ore. Auguri a tuttə, se passate a ora di pranzo vi facciamo un (altro) regalo.

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Morse: L’invenzione del dolore – Scena undicesima

Tutto è bene ciò che finisce bene? — inserire qui l’immagine dei volontari che puliscono la statua di Indrə Montanellə — Cosa è il bene, alla fin fine? È forse la felicità di tutti, reale, sperata o illusoria? Oppure è la cessazione totale della sua ricerca? Questo sembra chiederci Andrea Frau con l’ultimo episodio di Morse: l’invenzione del dolore.

Che Andrea, unico montanelliano di ferro della redazione Verde, abbia davvero dedicato la figura dell’Occupante, la misteriosa entità che prende il controllo delle creature mortali e ne consuma la linfa vitale, al noto personaggio milanese (sul fatto che fosse noto e che fosse milanese non ci sentiamo di obiettare) e alle sue eh eh eh abitudini, così come sostiene Claudita D’Angel?

Ma bando alla ciance, siamo qui per scoprire come va a finire la saga (completa) più lunga mai pubblicata sulle pagine virtuali di Verde. Qualcosa di mai tentato dalla redazione e che ci ha fatto compagnia fin dal bel mezzo del lockdown a oggi. Potremmo vantarci del folto seguito di lettori, potremmo fare i complimenti a Frau per come ha adattato di settimana in settimana gli episodi per la pubblicazione (settantasette giorni di lavoro ué), potremmo farci prendere la mano e promettere a breve altri romanzi a puntate su Verde! E invece per ora ci accontentiamo di dire che siamo molto orgogliosə di aver dato spazio a questo testo e siamo contentə che vi sia piaciuto. Adesso è vostro. Un inchino virtuale da parte di tuttə lə personaggə.

Solo per oggi, tre illustrazioni al prezzo di una – il super Morse tag team: Sergio Caruso,Marco Cabras e Claudia D’Angelo

E ora andiamo a vedere che è successo a Damiano dopo il rito e il sacrificio di Giuditta Portari…

 

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Morse: L’invenzione del dolore – Scena quinta

Ragazzu avete visto il passaggio dei satelliti Starlink di ieri sera? E avete forse chiuso gli occhi pensando che quello strano assembramento di luci nel cielo potesse essere una punteggiatura ben organizzata, puntini di sospensione allineati nel cielo? O forse una serie di meteoriti svizzeri, comete sincronizzate per re magi un po’ miopi? Qualunque cosa abbiate pensato, speriamo non abbiate espresso un desiderio: perché quelle luci sono appunto satelliti di Elon Musk e lui è legalmente autorizzato a captare e registrare i vostri eventuali desideri e spedirveli nella wish list di Amazon. A proposito di Jeff Bezos, l’entità, di cui Andrea Frau ci parla oggi nella quinta scena di Morse: L’invenzione del dolore, ce lo ricorda molto. Come? Scopriamolo insieme. 

Buona “fase due” due a tutti, e che il 5G sia con tutti voi. 

La copertina è disegnata da Sergio Caruso.

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Morse: L’invenzione del dolore – scena prima

Un’entità millenaria che sembra attratta dalla violenza, un uomo dalla memoria confusa, un vecchio scrittore di romanzi horror in fin di vita e la sua bellissima figlia. Cosa si nasconde dietro Morse: L’invenzione del dolore di Andrea Frau

Morse è un romanzo a puntate che ci terrà compagnia da questo lunedì fino all’estate. Morse è qui per dirvi che sì, forse vedremo ancora il sole sulle nostre teste, ma no, non andrà tutto bene.

Il primo capitolo è un salto vertiginoso nella “mente” di una forza oltreumana, un monologo che sa di condanna, eppure tremendamente affascinante.

L’illustrazione che vedete qui sopra è stata realizzata appositamente per l’occasione da Sergio Caruso.

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Casual Friday #56: Caramelle

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Sergio Caruso, senza titolo

In attesa di importanti comunicazioni redazionali con cui nelle prossime ore cercheremo di fare il punto della situazione attorno a Verde e al futuro della nostra rivista, in un momento difficile per la redazione, riapriamo simbolicamente e eccezionalmente (non accadrà di nuovo) Casual Friday, la rubrica fondativa che meglio descrive la nostra storia e la nostra identità smarrite negli ultimi confusi e contraddittori tempi.
Paolo Gamerro non ha bisogno di presentazioni, diremo soltanto che è da sempre la voce distintiva della vecchia Verde, il Mister Wolf delle nostre alterne vicende. L’illustrazione non poteva che essere di Sergio Caruso, il pennello più fedele delle storie di Paolo.
Caramelle è l’ultimo racconto che Verde pubblica nel 2019, il primo dallo sciopero indetto da Nuova Edizione il 12 ottobre scorso (qua). Accoglietelo come un regalo di Natale e un segnale chiaro di ciò che si agita in redazione: per l’ultima volta vi chiediamo di scandire insieme a noi: “è venerdì, rilassati!”
Perché nonostante tutto, come recita la nostra testata, Bierde es Bierde, On recommence, on oublie tout. Appuntamento al 31 dicembre.
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Oscuro arcaico

Buongiorno Supermassa! È arrivato il grande giorno, come sapete oggi pubblichiamo il sesto capitolo di Oscuro arcaico, il libro inedito di Giuseppe Genna.
Giuseppe ci ha fatto un grande regalo e noi gli siamo davvero riconoscenti. Siamo ancora increduli ed entusiasti, stiamo festeggiando da settimane e già due di noi sono andati in overdose da noce di prosciutto al pepe.
Oscuro arcaico è un libro impubblicabile a detta dell’autore perché “troppo cupo, indecifrabile, ottuso e inadatto all’editoria italiana, essendo più idoneo all’editoria polacca, ungherese, russa forse, anche dello Stige se lo Stige esprimesse un’editoria”. Oscuro arcaico è “una fantasia malata, che snoda vicende incongrue nell’ombra infetta di un collegio eternamente primonovecentesco”. Questo romanzo inedito, nemico di ogni presunta narratività, (di quelle tanto amate dal responsabile dell’interfaccia narrativa di History, per intenderci) è un romanzo di antiformazione, un incubo scolastico, una parodia tragica e perturbante. Molti degli impressionismi traggono spunto da foto creepy americane di fine Ottocento (le trovate sul suo sito).

Qui di seguito trovate i capitoli precedenti a questo:
L’incipit;
Secondo capitolo;
Terzo capitolo;
Quarto capitolo;
Quinto capitolo.

Parafrasando Giuseppe: Speriamo che non dispiaccia, confidiamo che dispiaccia.
Le illustrazioni sono di
Sergio Caruso che ringraziamo tanto. Buona lettura.

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Il nuovo vicino di casa di Sergio Caruso

Un giorno vi chiederanno “vi ricordate quel 4 marzo? Dove eravate?” E voi da bravi risponderete su Verde. Ma come, Verde di domenica? Sì, e solo per allietare la giornata più lunga e minacciosa delle nostre brevi esistenze (esageriamo pure) e il vostro voto. Noi abbiamo già fatto e i risultati sono PAZZESCHI: affluenza all’83% (ok), alla Camera +Europa è al 60%, Potere al Popolo al 20%, Insieme al 20%; al Senato senza millennial tra i piedi se la comandano Potere al Popolo (40%) e +Europa (40%), tallonate da Insieme al 20%. Adesso immaginate un governo monocolore +Europa sostenuto dall’esterno da Insieme (non chiedeteci chi sono, non lo sappiamo), unica opposizione Pap. Tenete a mente la simulazione e domani sera portate una carezza ai vostri figli, la carezza del parlamento di Verde dove non ci sono leghisti né 5 stelle, ma Emma Bonino è la nuova Commissaria (siamo di destra, sarà il caso di ammetterlo?)
Le cose serie adesso: a gennaio 2016 Paolo Gamerro scrisse, e noi pubblicammo, Il vicino di casa, da sempre il racconto preferito dalla redazione, perché spiega bene cosa è Verde e cosa contiene. Qualche settimana fa, poi, abbiamo letto il finto sequel, in realtà un capitolo secondo, che diventa oggi un fumettone bellissimo e mozzafiato opera di Sergio Caruso. Lo scenario è sempre più fosco, le domande senza risposte non si contano più, oggi piove e domani lo stesso, potrebbe andare peggio? Sì, andremo a votare con il Rosatellum, ma in questa continua tortura del vedere la morte ovunque, un punto rosso sopravvive sempre. Noi non lo dimentichiamo e così speriamo di voi (buon voto, se proprio volete).  Continua a leggere

GATTINI™#33: Un karaoke devastante e altre cose verdi che non farò mai più

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Sergio Caruso, GATTINI™ after deadtamag0tchi

Siamo a settembre, è venerdì sera, sono le dieci e noi siamo molto confusi. Temporeggiamo da un mese ma non ne veniamo a capo: che fare con GATTINI? Quoth the Raven, Nevermore o Baby baby one more time? Abbiamo sfangato luglio, ma adesso basta: il fallimento del contenitore degli orrori indifferenziati di Verde è sotto gli occhi di tutti. Le ragioni sono le stesse che spiegavamo qui (altro che “nemmeno vagamente“, Peter Hook).
Come al solito in circostanze del genere ci affidiamo al nostro Mister Wolf, Francesco Quaranta (che forse ricorderete per questo racconto, la prima parte di una trilogiavanno forte le trilogie da queste parti – che dovrebbe concludersi il mese prossimo). Quando non scrive per Verde, Francesco fa il groupie dei migliori talenti che a quanto pare ogni fine settimana si esibiscono nei locali della Bassa Padana (se siete nostri lettori, ora sapete come nasce Un karaoke devastante e altre cose verdi che non farò mai più). Francesco però è anche Colui che ammazza le rubriche. Non potevamo non unire i puntini.
È tempo di decisioni.

Sarà mai possibile liberarci del fardello della rubrica del venerdì ed evitare di pubblicare i racconti con dodici ore di ritardo? Ci sarà l’ennesima nuova rubrica su Verde? Quale sarà il nome? Che fine fanno le rubriche del venerdì quando arriva settembre? E chi disegnerà la nuova copertina? Quella che vedete quassù l’ha fatta Sergio Caruso, un anno fa. Non l’abbiamo mai usata, ci sembrava giusto farlo oggi.
Miao, buon fine settimana, è stato bello.

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LO SCETTICO E L’AMORE

Come ormai tutti sanno (tranne Paolo Gamerro), il 28 maggio scorso Francesco Totti ha giocato l’ultima partita della sua carriera e il mondo intero si è unito in una diretta Facebook lancinante (o allo stadio) per partecipare della sua paura e del suo pianto. Il suo ritiro, il funerale di Enrico Berlinguer per il calcio italiano, ci ha offerto l’ennesimo pretesto per riascoltare Flavio Giurato, proporre a Paolo Parente di scrivere un pezzo partendo da un suo bel post che avevamo letto su Facebook quella domenica sera e chiedere a Sergio Caruso un disegno per l’occasione. Lo scettico e l’amore, il risultato di questa incredibile triangolazione degna del Capitano, ha una chiusa che inspiegabilmente ha fatto arrabbiare qualcuno qui in redazione e a un certo punto recita: “Lo scettico ha frainteso la storia, si è perso qualche passaggio […] non si è accorto che anche tu non sei più una persona ma il tempo più bello, i soli che mi abbronzavano il collo quando giocavo intorno all’ombra del tuo nome, e che ritorni con le stagioni e gli anni, tutti uguali, come saremo sempre uguali noi finché rimbalzerà il pallone […]”.
Oggi è sei giugno e Verde, che ha compiuto cinque anni un mese fa, tra due giorni ne ricompirà due (tanti ne sono passati da allora). Niente cerimonie questa volta: si sta online un numero di volte indefinito ma comunque molto basso e alla fine si muore tutti per fortuna, o in rari casi purtroppo (chiude
404 e a noi qui dispiace tanto).
Addio, è stato bello, torniamo domani al
Buio Pesto.
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