In attesa che esca un film di Nolan con un personaggio femminile pensante e parlante (bye bye fanatici criptomaschisti nolaniani pazzi), proseguiamo con i nostri consigli di visione: Kaufman, d’accordo, ma anche Climax, nonostante tutto. È morto Gianni Serra e l’effetto che ogni volta ci fa La ragazza di Via Millelire non si può dire (qua). Anja Trevisan ha scritto “un esperimento di empatia” che in redazione sta piacendo molto, soprattutto a Francesco Quaranta (eheheh): consigliato a tuttə.
Chiedono all’amico Simone: come fare a pubblicare su rivista? Risposta breve: leggete di più cose “a là” Federica Sabelli, che ha droppato un racconto pazzesco sulla “mitica” Dude Mag degli amicə Vitale, Lolli ma soprattutto Vale Marzano. Incipit: “Nel bagno chimico di via Petroni ricevo spesso profezie. Ovvero, ciò si svolge così, io bevo e fumo in gran quantità, mi reco a una certa ora — le quattro — al bagno chimico che d’estate installano alla fine di via Petroni, e lì l’odore di formaldeide e di candeggina pisciata e quel blu notturno del bagno, un cielo profondo basso sulla mia testa, in qualche modo comunicano al mio corpo delle profezie ovvero cose che non sono accadute ancora ma che in qualche modo, come mi dice il bagno chimico, avverranno. Le quattro di notte per un bagno chimico sono un’ora speciale.”
Il resto qua, studiate e imparate.
Scrive ancora pure l’uomo che deve morire in carcere perché alla “ragion di stato” e ai parenti delle vittime non la si fa. Ci viene in mente la vecchia barzelletta dei funerali di Almirante e Berlinguer, ma per una volta non c’è un cazzo da ridere. “Noi qua non difendiamo un uomo, ma un principio, quello dello Stato di Diritto. Difendiamo noi stessi.” Poteva andare peggio? No.
Il passato è passato è passato è passato. Era l’amato camerata Pinketts a dire “Il passato è bello perché è passato, prima era bello perché era presente. Se cercate di far diventare presente il vostro passato, come minimo sbagliate la coniugazione dei verbi.”? Una cosa è certa: la nostra storia misteriosa e nebulosa non si può raccontare. Ma neanche per il cazzo: l’abbiamo raccontata così tante volte che non la ricordiamo più.
Un’altra cosa è certa: in principio era L’Alcide e Stefano Felici è il suo profeta. Avevamo licenziato Stefano nel momento più oscuro della pandemia a causa di un paio di scherzetti (qua e qua) che continuiamo a trovare di cattivo gusto, ma tant’è. Oggi possiamo dire che i mesi senza di lui sono stati i peggiori della nostra storia: La Nuova Verde stava per diventare una rivista normie alla Risme e nessunə, a parte il dottor Mosca, sembrava dolersene.
Le coglionate maschiste e negazioniste dell’autore più di destra della scenicchia romana, la Marieke Lucas Rijneveld della litweb ma nerissima, amico intimo – non a caso – di Davide Morganti e Carlo Martello, valgono perle preziose come la rubrica che inauguriamo con i Paccheri all’Alcide? A malincuore la risposta è sì. Perché Stefano non è soltanto la penna migliore della generazione Y, ma è anche uno chef provetto, agitatore, tra le altre cose, del laboratorio artigianale della Pizzeria Frumento, la nostra partner in crime che consegna a domicilio (ordine minimo 10 euro) all’Esquilino, Celio, Appio Latino, Ponte Lungo, Arco di Travertino, San Giovanni, Porta Metronia, Colli Albani, Santa Maria Ausiliatrice, Piazza Lodi, Porta Maggiore, Re di Roma, Porta Furba. Avete già provato La Tonnara? Praticamente pazzesca.
Ogni mercoledì Ricette (dove l’ho già sentita?) racconterà la storia di Verde unendo come piace a noi penna e forchetta. Perché sarà anche vero che la scrittura non si insegna, ma con la cultura si mangia e noi stiamo qua a rivendicarlo.
Come dite? Oggi è giovedì? Benedettə ragazzə, forse non è abbastanza chiaro che noi de La Nuova Verde si fa il cazzo che ci pare? Since 2012. O 2006.
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