LE “CLASSIFICHE DI QUALITÀ DI VERDE” AKA IL LISTONE DI NATALE 2021 #10: QUANDO (D’ANTUONO)

per pier

Claudia D’Angelo, “Per Pier” (2021)

Poche chiacchiere, editoriale consuntivo. Per noi di Verde il 2021 è stato un anno molto *strano*. Non ricordiamo più cosa abbiamo letto, ricevuto, pubblicato; non sappiamo più nulla. Ci siamo scordatə persino il nome di alcuni nostri redattori storici – per dirvi come stiamo messə. Quest’anno abbiamo pubblicato poca roba ma di una qualità elevatissima. Come possiamo dirlo è chiaro dalle solite “discrasie” tra i racconti più letti dal nostro pubblico di merda e i 10 racconti migliori scelti dalla redazione, escludendo quelli del LISTONE 2021. E dacché né il Guru né Tina hanno per il momento classificato la bolla, ci imbalsamiamo da noi. “Giudicate” voi:

Nel 2021 hanno contributo a Verde 15 tra nuove autrici e nuovi autori (erano statə 19 nel 2020, 63 nel 2019, 55 nel 2018, 48 nel 2017, 35 nel 2016, 23 nel 2015: qua l’elenco completo).

I dieci racconti più letti sono stati:

Stefano Felici, Storia dell’occhio, pubblicato il 26 luglio 2019 qui
Luca Carelli, Ida, pubblicato per Storie Nere il 10 settembre 2016 qui
Lorenzo Vargas, Guida dell’AspirantƏ ScrittorƏ: tutti i segreti e retroscena dell’editoria post esordio, pubblicato il 28 maggio 2021 qui
Roberto Zagarese, Strada, pubblicato per QUARELE il 4 ottobre 2021 qui
Claudia Grande, Antropofagia, pubblicato per Trash Vague il 13 marzo 2020 qui
Riccardo Meozzi, Da dove provengo, da dove torno, pubblicato per Gioventù Etrusca il 29 aprile 2020 qui
Sergio Gilles Lacavalla, La mattina in cui si suicidò il grande Fred, pubblicato il 3 febbraio 2016 qui
Riccardo Smerigli, Una luce al secondo piano, pubblicato per INDIFFERENZIATA il 1 marzo 2021 qui
Luca Carelli, Camilla parte II, pubblicato per Storie Nere il 5 novembre 2015 qui
Federica Sabelli, FELICI. Per una letteratura minore, pubblicato il 18 gennaio 2021 qui

Che dire? È come se il nostro pubblico percepisse la morte di Verde come una congiuntura ormai strutturale, e si fosse dato a una patetica archivistica necrofila che fa ricicciare in lista roba pubblicata nel 2015 e nel 2016 e soli 4 contributi coevi, tra cui una INDIFFERENZIATA. Ma si può? No, per questo siamo costrettƏ ancora una volta a imporvi 

I dieci racconti migliori (in rigoroso ordine cronologico) che Verde ha pubblicato nel 2021:

Paolo Gamerro, La notte ha mille occhi, pubblicato il 1 febbraio 2021 qua
Federica Sabelli, Turbovagabondi, pubblicato il 30 aprile 2021 qua
Anonimə (tradotto da Sara Mazzini e Francesco Quaranta), Tratado sobre contraerotismo, pubblicato in quattro parti tra il 7 maggio 2021 e il 9 agosto 2021 qua
Luca Marinelli, Chiamate telefoniche #3: Vanni Santoni, pubblicato l’11 giugno 2021 qua
Daniele Colantonio, L’occhio profondo di Hubble, pubblicato per Gioventù Etrusca il 21 giugno 2021 qua
Luca Marinelli, Le tasche, pubblicato il 30 luglio 2021 qua
Greg Baciarotti, Hominidae o di come fecero accoppiare scimmie e down per ricreare l’australopiteco, pubblicato per QUARELE il 27 settembre 2021 qua
Stefano Felici, Coglioni d’arancio, pubblicato per QUAERELE l’11 ottobre 2021 qua
Un racconto di Luca Ricci, pubblicato per QUARELE il 18 ottobre 2021 qua
Gabriele Esposito, Fanfiction, pubblicato il 22 ottobre 2021 per Gioventù Etrusca qua

Fatte le liste, avanti con IL LISTONE 2021. Pierluca D’Antuono ha scritto Quando, il seguito, a grande richiesta (della redazione), di questo racconto qua. Il collage inedito di Claudia D’Angelo si intitola Per Pier e tanto basta. Si chiude il nostro anno contabile: profondo rosso. Ma ci basta la salute e _un par de scarpe nove_, come cantavano i veri Boomer, di cui ormai stiamo prendendo, chi più chi meno, le sembianze. “Buon 22”.

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Trema #1: Ritorno a Hanging Rock

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Copertina di Claudia D’Angelo

Trema è una collana di letteratura nera, raccapricciante, fantastica, inquietante, fantasmatica, che esce oggi mercoledì 15 dicembre 2021 per i tipi di Arcoiris (qui).
Il primo volume, Ritorno a Hanging Rock, raccoglie racconti di sparizioni, di paesaggi orridi e sublimi, immersi nell’atmosfera evocata dal film “Picnic ad Hanging Rock” diretto da Peter Weir. L’Hanging Rock a cui facciamo ritorno è lo spazio orrido e sublime del film di Peter Weir, luogo di una sparizione e di un confronto con una presenza estranea (nemica?) in cui si compie un’esperienza interdetta alla visione e alla memoria, che lascia tracce indecifrabili. Qualcuno scompare. Si dissolve o esce dall’inquadratura per fuggire verso il fuori campo, un territorio nuovo e sconosciuto, dove verrà intercettato e ripreso da occhi diversi dai nostri? Il confronto con un paesaggio fuori dall’ordinario in cui sperimentare un orrore sublime, la compresenza di paura e piacere, una traversata raccapricciante, cruenta o misteriosa. Racconti di sparizioni e di attraversamenti in cui l’uomo, forse, non è la misura di nulla.
I racconti sono di Claudio Kulesko, Vins Gallico, Fabio Massimo Franceschelli, Pierluca D’Antuono, Silvia Tebaldi, Sergio Gilles Lacavalla, Sara Mazzini, Christian di Furia, Matteo Macchia, Ornella Soncini, Lucrezia Pei, Lucia Ghirotti, Domenico Caringella e l’argentino Ariel Luppino (tradotto da Francesco Verde).
Le illustrazioni sono di Sergio Caruso e Cristiano Baricelli.
La copertina è di Claudia D’Angelo.
Tutta la cura del mondo è di Emanuela Cocco.
La prefazione, di Franco Pezzini, è qui.
Sabato 18 dicembre 2021 presenteremo Trema #1 al Pasto Nudo.
Trema #1 è un libro nerissimo pieno di Verde. State avvisate.

They’re just swans

He is Michael Scofield.
He is the protagonist of Prison Break.
He has a brother named Lincoln Burrows.
They have different surnames, but that is nowhere near enough to make them the most interesting characters in the series.
In the first season Lincoln is sentenced to death on charges of killing the brother of the president of the United States of America.
Scofield thinks it’s all a hoax.
He stages an armed robbery to get himself arrested and locked up in the same prison as Burrows.
He does it because it was he who designed the prison.
He does it because he has a plan to break Lincoln out.
He does it because they are brothers. No spoiler.
(Introduction by Google Translate) Continua a leggere

RICETTE #9: Cannelloni “29” alla D’Antuono

G r E e N L o D g Y

Buongiorno, siamo l’unica rivista qua in giro. Lo ha detto Alfredo Zucchi in merito a questo, la bomba lanciata per inaugurare un nuovo segno de La Nuova Verdə 2021. Lo siamo al di là di un podcast pazzesco, opera di Claudia D’Angelo che ha diretto la registrazione. Le opere e i prodotti audiovisivi sono fatti collettivi, ma la regia di Claudia ha ri-creato ciò che adesso potete sentire e che in video è un’altra cosa. La regia di Claudia è il motivo per cui non avevamo mai potuto fare un podcast e adesso invece possiamo. Tanto era dovuto, tenetelo a mente.
Alfredo Zucchi ha ragione, non è che non lo sapevamo, ma ciò non impedisce di emendarlo. La Nuova Verde è l’unica rivista qua in giro finché non perverrà un altrove dove
Stefano Felici, in attesa del fatidico maggio 22, inventerà ragionando in un ambiente analogamente insalubre Ricette per chiuderla così, Cannelloni 29, deformando D’Antuono, Sabelli, la redazione, se stesso, le voci di una costruzione letteraria che in questo uomo si fa carne cogliona, ma pur sempre carne. Felici è una centrifugazione fenomenica, qualsiasi cosa possa significare, che non ha mai suonato una nota ma ha fatto sentire la musica.
Dei racconti, d’altronde, non ce ne frega un cazzo.
Meme fritto dalla 
G r E e N  L o D g Y .

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Ricette #8: Cenone di Capodanno

Il nostro desiderio era solo quello di riunire l’intera redazione di Verde a casa di Luca Marinelli per un cenone di Capodanno “con los uevos”. D’altronde il Commissario non è più così giovane e, al di là degli approcci “giovanili” alla gestione della rivista (roba che fa “cringiare” pure la redazione di Crack Rivista), questo potrebbe essere il nostro ultimo anno con lui. Prima del trapasso.
Le cose non sono andate proprio come previsto, a cominciare dal fatto che Marinelli non si è fatto trovare in casa. Vai a sapere dove si è cacciato. Alessio “Doc” Mosca si è isolato in quel di Chieti, fresco della delusione per il “racconto più bello e più snobbato del decennio” (qui). Claudia D’Angelo ha dichiarato di non potersi presentare perché “lei festeggia sì il Capodanno, ma quello cinese”, mentre Andrea Frau ha detto che in Sardegna c’è un fuso orario “ottùsu” e a casa sua lo spumantino non si stappa fino alla notte del 2 gennaio.
Quello che segue è il triste cenone di fine 2020 di Verde Rivista, consumato con piattini e bicchieri di plastica all’interno del macinino di Pierluca D’Antuono, in sosta con quattro frecce e riscaldamento “a palla” nel parcheggio accanto alla fermata metropolitana di Anagnina.
Quattro piatti, quattro autorə. (Contiene: Federica Sabelli, Stefano Felici, Francesco Quaranta)
In sottofondo, dall’autoradio, uno sconvolto Flavio Giurato sembra pregarci di abbatterlo.

Memino sobrio di P i n k  L o d g e .

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Ricette #7: Melanzane alla Viola Di Grado


Perché Nicola Lagioia non prende tutti i suoi antidoti al peggio del “discorso pubblico” e se li infila su per il culo? Il risultato sarebbe senza dubbio più interessante del suo Facebook: immaginate l’Instagram di Loredana Lipperini da cui ogni tanto una fotografia si distingue più delle altre per nitidezza e accollo, sostituite al tran-tran dei libri/gatti il broooom broooom broooom dell’egemonia emancipatrice del discorso letterario, qualsiasi cazzo di cosa significhi, e otterrete un Patreon free di bellissime parole e reaction gialle e rosse e acide come un Caravaggio coglione che affresca su lacerti di carta da parati usata da Federico Fiumani nel 1986 a Sollicciano per pulirsi il culo nel backstage di un concerto organizzato da Francesco Ammannati la morte di Luca Varani.
Meglio Nicola comunque della manica di stronzə che infestano la bolla da quando Soru ha deciso di fornire gratis l’accesso al world wide web. Non parliamo proprio di pateticə inself pazzə che si rifiutano di leggere La città dei vivi perché l’editoria in Italia è UNA COOOOOPOLA MAVIOOOOSAAAAAAA, come se le incularelle alla romana non esistessero pure la mattina allo specchio, di fronte alla scelta dello spazzolino da usare per fingere di essere meno morti e coglioni delle altrə.
Risultato? Noi Nicola Lagioia lo abbiamo incontrato all’ultimo SALTO in presenza e ci siamo trattenutə a stento da spaccargli una bottiglia di Campari in faccia, ma tra lui e Simone Sauza, che se non fosse l’ennesimo maschio bianco con il ditino nerd alzato sarebbe la nostra persona intellettuale di riferimento del Secolo, tutta la vita Nicola, che è pur sempre un amico.
Di Stefano Felici hanno già detto osservatrici e osservatori più acutə e titolatə di noi. Link agevolabili a proposito? Nessuno, per dire la persona. Meglio Stefano comunque che quel patetico coglione pazzo di Pierluca D’Antuono, che se prendesse le Ricette e tutto l’archivio di Verde e se lo infilasse su per il culo, ci sarebbe ancora spazio per i 2/3 dell’archivio cartaceo di Nuovi Argomenti (“è un eufemismo”) e per i 7/8 di Cadillac, la prima rivista autotomica della bolla.
Viola di Grado non sappiamo chi sia e non ce ne frega un cazzo.

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Cipolla

Venerdì 11 dicembre 2020 (teaser)

Giorni importanti nella storia di quellə de La Nuova Verde. Abbiamo superato indennə l’anniversario del punto più basso della nostra storia, celebriamo i tre anni con noi di Federica Sabelli. Pazzesco, come dicono quell e almeno altri cento di questi racconti.
Se non seguite la nostra pagina Facebook, siete lettori di Cadillac e non abbiamo nulla dirci.
Se seguite la nostra pagina Facebook, avete letto questo post che segna ufficialmente l’inizio di una nuova (prei)storia: La Verde fiorentina che avete conosciuto e amato non esiste più. “Il ciuccio ha ragliato”, come dicono quellə, La Nuova Verde è tornata a casa (seguiranno comunicazioni).
È lunedì, piove e noi ci sentiamo più buonə. Vi regaliamo l’esperienza litweb più intensa della giornata, parola di redazione, che stanca di pubblicare racconti e contributi ottimi, da questo momento proporrà soltanto contributi eccellenti.
Luca Marinelli ha scritto Cipolla, un racconto ideato, supervisionato e editato da Pierluca D’Antuono che inizia così: “Mio padre amava molto la cipolla, le volte che cucinava ne metteva in abbondanza e mia madre si lamentava sempre, come si lamentava della sua scelta di ordinare sempre tonno e cipolla quando andavamo fuori a mangiare la pizza, come si lamentava del suo alito che diceva si sente a un chilometro di distanza e non ti si può stare mica vicino, sa.” 
Siamo nei dintorni dell’Increabile. Chi ha capito, ha capito. Chi non ha capito: vi facciamo leggere come si arrampica sugli specchi un grande estinzionista.
In alto un “teaser”, come dicono quelli, della prossima Ricette, che dovrebbe andare online venerdì se il cane sifilitico non liscia la consegna.
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Ricette #5: Gnocchi alla Meschiari

Unə non può distrarsi mezza giornata a finire The Boys o Doom Patrol che ti droppano il nuovo DPCM e ti ritrovi in un’Italia a fasce colorate, un’Italia arcobaleno (magari), a cercare di capire se, quando e sotto quali condizioni potrai uscire di casa per le prossime settimane. Nel frattempo, “ditchiamo” la maratona di Mentana sugli Stati Uniti e sotto sotto speriamo vinca Trump per poterci gustare una di quelle belle guerre civili di una volta. Niente, pare proprio che il mondo stia per avvicinarsi alla fine (per noi, per noi, s’intende) e stranamente non è per colpa dello schwa. Pare proprio che non ci resti altro da fare che affidarci alle narrazioni apocalittiche (per noi umani, eh, aridaje, si chiaro) e all’unico rifugio per la mente e lo spirito che i nostri seimila anni di storia sono riusciti a procurarci: la buona cucina. 

Ecco perché oggi leggiamo la quinta puntata di Ricette, by Stefano Felici, che oggi esplora la selvaggina “sospetta” impiegata negli Gnocchi alla Meschiari. Il memicchio illustrativo è di P i n k  L o d g e.  

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