
Littlepoints… – Altalena
“Tanti auguri, grande… No no, tanti auguri, maestro… Mmm no, ah sì! Tanti auguri, dall’allievo al maestro… Anzi no, non me ne frega un cazzo”.
L’altra sera il Commissario stava componendo il messaggio d’auguri per il caro Vanni Santoni quand’ecco che è suonato l’immancabile telefono in bachelite – salvato dallo sgombero del coworking di Pesaro e ora al sicuro sulla sua scrivania nella stanza in Via Gregorovius (nessuno crederà mai che esista una strada con questo nome). All’altro capo, un Luccone su di giri che strillava nel telefono: “Uè, siamo qui io, Magini, Rialti, Pascoletti, pensa te Pascoletti è ancora vivo chi cazzo lo sapeva?, e c’è pure Orso Tosco! Siamo qua a casa Bellucci a festeggiare il nostro caro Vanni! Che però ancora non si vede”.
“Ma lo avete invitato?”, chiede il Commissario con naturalezza.
“Azz… Dici che…?”
“Eh”.
“Ah”.
Com’è come non è, parte nottetempo una ricerca a tappeto per tutta Roma, perché il signor Santoni ha dimenticato il suo 3310 al Liceo Classico Goffredo Mameli – dove ha tenuto una lezione di storia sullo scouting letterario che ha fatto la fine delle mezze stagioni – ed è quindi irrintracciabile. Si teme per lui la stessa fine di Sergio Peter. Com’è come non è, salta fuori che in realtà il maestro Vanni era già alla festa in casa Bellucci e si era solo appisolato in un angolo, mimetizzato sotto l’intera collana Tunué. Com’è come non è, ci rendiamo conto che è ormai tardi per caricare il racconto del lunedì il quale viene quindi spostato a oggi. Ma, ragazzi, è abbastanza chiaro: dovete “assuefarvi” all’idea che Verde d’ora in poi pubblicherà un po’ quando cazzo le pare.
Giada Santori è l’autrice più giovane mai apparsa su Verde. Il 7 giugno scorso ha vinto l’ultima serata di Scenicchia una Sega #2 alla pazzesca età di 17 anni e 10 mesi. Patronizziamo Giada e ci bulliamo con le parole totem filtro-palestra-scouting? No, ma iniziamo a riflettere seriamente sul ruolo delle riviste. Piccolissimo inciso serio e anticipazione di ciò che presto sarà: dentro Verde non si è mai fatta palestra di scrittura, immagine che rifiutiamo perché le palestre, pensateci un attimo seriamente, sono i luoghi della negazione del confronto e del combattimento, sacrificati sul desco della cura estetica, esteriore e individuale, praticamente il modello di rivista egemonico che noi rifiutiamo, così come rifiutiamo il concetto di scouting, soprattutto se subordinato al prodotto editoriale medio e mainstream. La verità è che è stata Giada a scovare Verde, noi le abbiamo dato soltanto un piccolo spazio. A lei adesso allargarlo e renderlo funzionale alla sua prospettiva. Con la pubblicazione de Il Turista si conclude un ciclo di Verde. Se ne aprirà presto, s’è già aperto, un altro.
L’illustrazione è di Littlepoints… che ringraziamo per averci fatto compagnia a settembre.