È STATO IL VENTO

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Foglietta, Fiction

“Nato nella campagna toscana fra campi di mais, zucchine, melanzane, carote e aie piene di galline, oche e anatre, pensai di trasferirmi a Firenze per studiare filosofia teoretica passando gran parte della mia gioventù su testi di Rudolf Carnap, Saul Kripke, Ludwig Wittgenstein, il circolo di Vienna ed altre amenità: quando si dice due braccia rubate all’agricoltura. Poi ho fatto altre cose e per resistere, vivo nascosto, leggo soprattutto racconti, ogni tanto ne scrivo, alcuni sono su Svolgimento e su Spaghetti Writers. Amo Antonio Tabucchi e qui spiego perché”.
Diamo il benvenuto a Simone Bachechi, che con È stato il vento è per la prima volta su Verde. Foglietta invece ci saluta oggi: noi continueremo a seguirla qui e qui e così speriamo di voi.
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ROCK CRIMINAL #25: BIG L

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Foglietta, Cocoon

Lamont Coleman, la stella nascente del rap della East Coast, il gelido 15 febbraio del 1999 è lì, sulla strada a nutrire l’asfalto del 45 della West 139th Street. Non aveva mai fatto male a nessuno, ripetevano increduli gli abitanti del quartiere, malgrado facesse rime, le migliori del circondario, su stupefacenti, troie, Glock e morte. Non era un delinquente. Era un piccolo rapper buono, a dispetto del nome. Ma forse nessuno è innocente sul Lenox Avenue, neanche Big L.
Venticinquesima Rock Criminal, la rubrica di Sergio Gilles Lacavalla dedicata alle storie nere del rock e dintorni. L’illustrazione è di Foglietta (Cocoon). 
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CARRALES (NON SONO MICA MICHAEL SCOFIELD)

Alcuni mesi fa Fox ha lanciato la comprensibilmente inattesa e meritatamente inosservata quinta stagione di Prison Break (calma: per vederla in Italia dovrete aspettare ottobre, oppure), una serie che qui in redazione non amiamo particolarmente (non si era capito) da quando abbiamo scoperto che SPOILER qualcosa non torna nella tag line dello show (“JUST“? Really? What else?), ma che inspiegabilmente ha ispirato il primo racconto apparso sul nostro blog. E se l’indimenticabile Benjamin Byrd di House, M.D. torna in tv, deve tornare pure su Verde, tradotto nella nostra L2, cioè il sardo, dall’eroico Zo Sé, a cui ci inchiniamo riconoscenti.
La vera ragione per cui pubblichiamo Carrales è di rendere omaggio postumo al nostro fondatore, ex curatore, ex redattore e autore di Non sono mica Michael Scofield Pierluca D’Antuono, che in quanto trapassato (pure lui, sai la novità) non scrive da un anno e mezzo (un anno e mezzo) e non ha lasciato, bontà sua, nulla di intentato. Onore e gloria al Commissario, applausi a Foglietta (sua l’illustrazione).
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