Jurodivye #11: Considera la ragnatela nel suo cielo irregolare di sviluppo (Verdecchia)

Aberrazioni, mostruosità, vicende immonde, contenuti eccessivi, rapimenti sublimi, ierogamie ancestrali, la misteriosa G puntata di Andrea G. Zandomeneghi: Jurodivye, estasi e degrado, è l’almanacco verdiano di radicalità eteroclita e di smarginamento e questa introduzione è una “citazione”. Per constatare la privazione del dieci, “un’altra citazione“. Sara Verdecchia è per la prima volta su Verde con Considera la ragnatela nel suo cielo irregolare di sviluppo. La copertina è uno schizzo di artista di etere____.

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Jurodivye #5: I Ragazzi Silvestri (A.E. Fornari)

Una volta a mese o giù di lì AKA quanno ce pare, Jurodivye, rubrica di racconti che almanacca sulla radicalità eteroclita e di smarginamento: testi mistici, pornografici, aberranti, equivoci, deformi. Indulgendo alla psichedelia, all’irregolarità, al degrado erotico e mentale, alla pneumatologia, all’anfibologia, alla psiconautica, alla teratomorfia.
Dovremmo spendere due parole sull’inventore di questo spazio, e almeno una sull’autore del giorno, ma “come è noto” Verde affoga l’individualità e da affogate possiamo soltanto condividere liste di rovinosità e annunciare
Alex Ezra Fornari con I Ragazzi Silvestri. Di buono c’è che non siamo sole, sapete chi altri affoga con noi? Il Collettivo Montag. Nessuno sa quante sono, chi sono, come sono, perché sono e soprattutto dove sono. Sabato 21 saranno al Pasto Nudo a parlare tra le altre cose di Aperiaffogamenti a partire da questo testo.
Lo schizzo di autrice è della Dottoressa (prego)
 etere____.”Scrive da demone e dipinge da dea”: sommersa anche lei.
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LE “CLASSIFICHE DI QUALITÀ DI VERDE” AKA IL LISTONE DI NATALE 2021 #7: L’ARTE DI TRAPASSARE (SABELLI)

l'arte di trapassare

Claudia D’Angelo 2021

Federica Sabelli è l’autrice del più bel racconto pubblicato da Verde nel 2021 (qua) e questa è una lista. Un’altra lista, “La mia classifica dei 10 racconti (e saggi) migliori dell’anno”, l’agevola Luca Marinelli qua, la riportiamo di seguito per ə bannatə del Royal Banner (sono tantissimə, inclusə buona parte della redazione):

1 – Lucone, Stefano Felici, Minima e Moralia
2 – Mi sembrava cancro e invece era soltanto la Lazio, Stefano Sicignano, Micorrize
3 – cryptofascisti e molto innamorati su Marte, Sergio Gilles Lacavalla, Verde Rivista
4 – Dieci modi semplici per sbarazzarsi della concorrenza, Leonardo Ducros, Altri Animali
5 – Breve Storia sentimentale del signor Stocazzo, Francesco Quaranta, Neutopia
6 – Maradonologia di un Humble Viktor, Antonio Russo De Vivo, Verde Rivista
7 – Uccidendo l’editor a bastonate, Emanuela Cocco, Cattedrale Magazine
8 – Hasta Siempre Ridondante, Alfredo Zucchi, Cattedrale Magazine
9 – Nin”etto”, Pierluca D’Antuono, dal blog personale di Pierluca D’Antuono
10 – Giovanna Cinieri, Cosa c’è per cena, Neutopia vol. VIII, luglio 2021

Il Guru è ancora fermo al 2020, Tina a novembre. Come auspicavamo le cose stanno forse prendendo un’altra piega? Noi ci siamo premunitə con IL LISTONE DI NATALE 2021, le nostre classifiche di qualità dove stiamo raccogliendo i migliori racconti inediti di un anno molto pigro in cui abbiamo scritto e pubblicato pochissimo, ma ne valeva la pena.
Fede, come ama farsi fluidamente chiamare, è partita da un esergo pesante, e con L’arte del trapassare declina mirabilmente la sua personale interpretazione di dialettica della ripetizione con una potente immagine di sollievo in un loop di morte che si fa drone visuale nel collage di Claudia D’Angelo.
E allora due parole su Claudia D’Angelo. Claudia non fa collage, checché la patetica bolla normativista ne dica, Claudia racconta storie. E così da adesso in poi ne diremo. La storia di oggi si intitola “Norimberga 2(021)” ed è dedicata a “Brandon”.

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FELICI. Per una letteratura minore

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Federica Sabelli 2021

Care e cari, è un eufemismo. Noi e voi non abbiamo niente da spartirci, si capisce. Ieri pomeriggio, durante il consueto scrolling alla ricerca di foto piccanti di editorialə della bolla, siamo “inciampatə” in questo e non essere citatə nemmeno tra parentesi ce lə fa girare molto stortə. Soluzione? Prendere quota per sfuggire alla bolla. Il board de La Nuova Verdə ha deliberato che il 2021 sarà l’anno dei nostri ombelichi. Chi ha capito per il momento ha capito. E chi non ha capito: il maggio 2022 è lontanissimo, ma Stefano Felici ha già un pezzo critico in vita. Per una letteratura minore. Lo ha scritto Federica Sabelli che tra le altre cose sostiene che “Il cibo è stranamente politico nella narrativa feliciana” e lo sapevamo e che, così lei, “non vi è mai stata scrittura più femminista e anti-sillogistica di quella feliciana”. È uno di quei patetici scherzi alla Verdə? Ai posteri.
Domani sera alle 19 nel noto gruppo Facebook “Book Advisor” conversiamo con Marco Lupo attorno a Hamburg. Qua torniamo mercoledì cazzi e pazzi.
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Ricette #8: Cenone di Capodanno

Il nostro desiderio era solo quello di riunire l’intera redazione di Verde a casa di Luca Marinelli per un cenone di Capodanno “con los uevos”. D’altronde il Commissario non è più così giovane e, al di là degli approcci “giovanili” alla gestione della rivista (roba che fa “cringiare” pure la redazione di Crack Rivista), questo potrebbe essere il nostro ultimo anno con lui. Prima del trapasso.
Le cose non sono andate proprio come previsto, a cominciare dal fatto che Marinelli non si è fatto trovare in casa. Vai a sapere dove si è cacciato. Alessio “Doc” Mosca si è isolato in quel di Chieti, fresco della delusione per il “racconto più bello e più snobbato del decennio” (qui). Claudia D’Angelo ha dichiarato di non potersi presentare perché “lei festeggia sì il Capodanno, ma quello cinese”, mentre Andrea Frau ha detto che in Sardegna c’è un fuso orario “ottùsu” e a casa sua lo spumantino non si stappa fino alla notte del 2 gennaio.
Quello che segue è il triste cenone di fine 2020 di Verde Rivista, consumato con piattini e bicchieri di plastica all’interno del macinino di Pierluca D’Antuono, in sosta con quattro frecce e riscaldamento “a palla” nel parcheggio accanto alla fermata metropolitana di Anagnina.
Quattro piatti, quattro autorə. (Contiene: Federica Sabelli, Stefano Felici, Francesco Quaranta)
In sottofondo, dall’autoradio, uno sconvolto Flavio Giurato sembra pregarci di abbatterlo.

Memino sobrio di P i n k  L o d g e .

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Ricette #7: Melanzane alla Viola Di Grado


Perché Nicola Lagioia non prende tutti i suoi antidoti al peggio del “discorso pubblico” e se li infila su per il culo? Il risultato sarebbe senza dubbio più interessante del suo Facebook: immaginate l’Instagram di Loredana Lipperini da cui ogni tanto una fotografia si distingue più delle altre per nitidezza e accollo, sostituite al tran-tran dei libri/gatti il broooom broooom broooom dell’egemonia emancipatrice del discorso letterario, qualsiasi cazzo di cosa significhi, e otterrete un Patreon free di bellissime parole e reaction gialle e rosse e acide come un Caravaggio coglione che affresca su lacerti di carta da parati usata da Federico Fiumani nel 1986 a Sollicciano per pulirsi il culo nel backstage di un concerto organizzato da Francesco Ammannati la morte di Luca Varani.
Meglio Nicola comunque della manica di stronzə che infestano la bolla da quando Soru ha deciso di fornire gratis l’accesso al world wide web. Non parliamo proprio di pateticə inself pazzə che si rifiutano di leggere La città dei vivi perché l’editoria in Italia è UNA COOOOOPOLA MAVIOOOOSAAAAAAA, come se le incularelle alla romana non esistessero pure la mattina allo specchio, di fronte alla scelta dello spazzolino da usare per fingere di essere meno morti e coglioni delle altrə.
Risultato? Noi Nicola Lagioia lo abbiamo incontrato all’ultimo SALTO in presenza e ci siamo trattenutə a stento da spaccargli una bottiglia di Campari in faccia, ma tra lui e Simone Sauza, che se non fosse l’ennesimo maschio bianco con il ditino nerd alzato sarebbe la nostra persona intellettuale di riferimento del Secolo, tutta la vita Nicola, che è pur sempre un amico.
Di Stefano Felici hanno già detto osservatrici e osservatori più acutə e titolatə di noi. Link agevolabili a proposito? Nessuno, per dire la persona. Meglio Stefano comunque che quel patetico coglione pazzo di Pierluca D’Antuono, che se prendesse le Ricette e tutto l’archivio di Verde e se lo infilasse su per il culo, ci sarebbe ancora spazio per i 2/3 dell’archivio cartaceo di Nuovi Argomenti (“è un eufemismo”) e per i 7/8 di Cadillac, la prima rivista autotomica della bolla.
Viola di Grado non sappiamo chi sia e non ce ne frega un cazzo.

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Ricette #6: Minestrone alla Mozzi

“Si è già detto tanto sul Maradona uomo, non gli s’è mai perdonato niente mentre era in vita”, dice il Commissario commosso davanti alle immagini del corteo commemorativo di Napoli. “Ebbene non esito a dire che El Pibe de Oro era la  persona che io avrei voluto essere, se già non fossi stato il Ramses”. Che gli vuoi dire a uno così? Hai voglia a dirgli “basta idoli, basta eroi”, uno come D’Antuono che pensa di poter dare del tu a Gesù Cristo, mica gli fai cambiare idea. E allora, mentre Quaranta ha già comprato i barattoli di vernice per imbrattare l’eventuale immancabile statua, mentre Claudia D’Angelo spiega per l’ennesima volta il fuorigioco a Federica Sabelli, mentre Luca Marinelli “mastera una quest” con i pupazzetti del presepe, lasciamo il Commissario al suo quieto lutto. “Maradona era mia sorella”, dice.

Con la Ricetta di oggi, Stefano Felici prende un respiro, si allontana dagli exploit grandiosi, prende le distanze dalla vida loca. Bisogna espiare le colpe con la giusta dieta. Vi presentiamo il Minestrone alla Mozzi.

Il meme è di P i n k  L o d g e.

 

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Cover #8: che il o l’ o l’ l’ era e del fu

Succede che il nostro Capitano Andrea Frau è tornato attivo sulla pagina Facebook di Verde Rivista nell’ultima settimana. Siamo molto felici, ma stamattina cominciano già a “fioccare” le conseguenze:

  • Lundini ha contattato Alessandro Gori per vedere se eventualmente può usufruire anche lui degli avvocati di minimum fax
  • Leonardo Luccone non fa altro che postare foto di cibo e sfidare Stefano Felici a un “Cook-out”
  • Ferruccio Mazzanti ci scrive “basta raga che mi imputtanate l’uscita del libro”
  • Mauro Maraschi piange ininterrottamente da una settimana e non c’è gelato o dolcetto che tenga
  • Alfredo Zucchi è semplicemente scomparso
  • Gianluca Liguori si è accampato sotto casa di D’Antuono
  • Ippolita Luzzo continua a chiedere delucidazioni riguardo il termine “situazionismo”.

Ma non lasciamoci distrarre. Oggi l’amica Sara Mazzini ci regala una perla: di nuovo una Cover, di nuovo di Alessio Mosca (l’unico finora a meritarsi un doppio rifacimento, d’altronde non a caso da un paio d’anni è il nostro candidato ufficiale a miglior raccontista d’Italia, se non fosse per quel problema…) e del suo Agro Pontino. Sara ci ha detto: “stavo giohando hon il racconto di Mòsha, m’è hadutho ed è ffinito ‘n mille pezzi. Allora l’ho rrimesso ‘nsieme come mi harbava a me”. Sembra che Sara si sia chiusa in una sala prove, abbia suonato e ballato con le frasi del racconto e dopo ore di gioco ne sia uscita con questo Che il o l’ o l’ l’ era e del fu, titolo che (lo diciamo per lə nostrə lettorə un po’ più durə di comprendonio, tipo Quaranta) è anche la chiave dell’operazione.

Il dipinto è della nostra “Federtiti” Federica Sabelli.

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Cover #7: Bestiario

La verità è che non abbiamo niente, non sappiamo cosa dire, nessun materiale per l’editoriale. Di giorno non facciamo altro che andare al lavoro, badare al Royal Baby che vuole vedere solo ed esclusivamente Scooby-doo e l’Isola dei pirati zombie, e nient’altro, chi ha tempo di pensare all’editoriale? La notte ci riuniamo strettə strettə sotto il piumone fatto a mano da Stefano Felici (vero Ircocervo 90%) e guardiamo vecchi video dello stand-up comedian Stewart Lee, convintə nel profondo del nostro cuore di essere lə unicə a poterlo capire davvero. Finché Marinelli non riprende a piangere.

Ci limitiamo a gioire per questo incontro virtuale tra Valentina Maini e Modestina di Italians Book It Better. Nei lunghi e tediosi pomeriggi di lockdown ci divertiamo a recitarlo a turni, beat per beat, scambiandoci di ruolo ogni volta. 

Ue ma oggi tornano le Cover: amicə di Verde riscrivono la propria versione di racconti che anno fatto la storia di questa rivista! Oggi siamo contentə di  tornare a ospitare l’unica e inimitabile punk-neko-lawyer Claudia Grande che con il suo Bestiario propone una riscrittura in chiave dialogica e quasi teatrale di Dinamica della folla by Luca Marinelli

Il dipinto è un inedito pazzesco di Federica Sabelli.

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