Messaggio scritto da Quaranta al servizio assistenza Facebook la notte del 29 gennaio -mezz’ora dopo aver scoperto l’oscuramento della pagina di Verde Rivista – su invito dell’algoritmo facebookiano stesso: “spiegaci perché dovremmo riaprire la tua pagina”. Svolgimento:
“La nostra amata pagina è stata segnalata per aver risposto in maniera veemente a dei profili falsi, creati appositamente per lasciare recensioni negative e violente nei nostri confronti. Ci occupiamo della pubblicazione di racconti e gestiamo varie auto-narrazioni tramite questa stessa pagina (che è molto attiva e seguita da centinaia di bellissimi fan, wink wink). Già questo è un enorme disservizio da parte di Facebook (al quale tra l’altro ci interfacciamo con le nostre vere identità, a differenza dei segnalatori). Tra le altre cose, ci occupiamo di post-ironia e satira de-composta, cosa che, oltre a essere a tutti gli effetti un genere performativo e artistico di nicchia (e perciò da difendere), rischia di essere scambiata per comportamento scorretto, se letta fuori contesto (questo è il punto in cui tutti gli algoritmi falliscono, ‘tacci vostra). Siamo stati segnalati per un linguaggio scorretto? Ci si capisca: non è mai bello vedere il proprio lavoro ridicolizzato da un gruppetto di personaggi che non hanno altro da fare nella vita se non sputare sui successi altrui. Sappiamo chi sono? Sì, certo, ci siamo fatti un’idea abbastanza precisa, ma non segnaleremo nessuno perché noi non siamo La Nuova Digos e intendiamo differenziarci un po’ dalle varie scopette in culo del web (ops volevo dire “nell’ano”).
Conclusione: Se dobbiamo essere bloccati, che ci venga almeno spiegato il perché e ci venga se non altro riconosciuta la possibilità di difenderci nel merito. Non è mai bello vedersi allontanati dal proprio lavoro, dalla propria passione, senza avere spiegazioni. Siamo educatori, siamo imprenditori, siamo padri di famiglia. Verde è la sintesi di tutte le nostre esperienze e in un certo senso sarà la nostra eredità. “Bierde es bierde, tenes problemas?”, è il nostro piccolo motto. Sì, caro Facebook, adesso abbiamo un problema (sad emoji).
Grazie dell’attenzione”.
Siamo comunque molto felici per il supporto all’appello (qui, ne vale la pena) lanciato ieri e per il vostro entusiasmo nell’aiutarci a condividerlo. Voi, nostro caro bistrattato pubblico che stiamo crescendo a nostra immagine e somiglianza, lo sapete che vi amiamo? E adesso vi lasciamo al racconto di oggi.
Graziano Gala nasce a Tricase il 19 settembre 1990. Vince nel 2012 il premio “Lo scrivo io” della Gazzetta del Mezzogiorno. Si qualifica terzo a Viareggio al Premio Nazionale Bukowski. Vince inoltre, nel 2016, il Carlo Cultrera. Ha pubblicato la raccolta di racconti Felici Diluvi e diversi racconti su Crapula, Argo, Risme, Settepagine e Antimateria, blog di Wojtek edizioni. Oggi è con con noi con il racconto Mettersi in proprio: un pezzo molto valido che merita di essere letto, perciò invitiamo chiunque a supportarlo (in mancanza della nostra pagina) condividendolo un po’ ovunque, nei limiti del non-spam. Buona lettura
L’illustrazione è di Laura Fortin.
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