Trash Vague #2: Nostra signora dell’ISIS (Umberto Morello)

Torna Trash Vague: la rubrica che guarda il genere trash con gli occhi di un* amante disillus*; che cerca di catalogare le sue manifestazioni nella pop culture; che tenta di definirne i contorni. Non racconti trash, bensì racconti sul trash. (qui l’introduzione completa).

Oggi ospitiamo il buon Umberto Morello con il suo Nostra Signora dell’ISIS e ne approfittiamo per ringraziare il grande lavoro svolto dalla tv di servizio pubblico nello spingerci sempre più vicini al suicidio durante queste ore di quarantena. Che questo racconto di Umberto sia una sorta di premonizione?

Il collage è di Claudia D’Angelo.

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SUS#2 #6: Fuori va bene

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Nicolò Marchi, Futuristic ranger concept

Perché i libri di racconti sono la lettura più adatta all’estate? Ce lo spiega l’amico Dario De Marco (avviso alle groupies: si è tagliato i baffi), che su Esquire (qua) segnala il Vocabolario minimo delle parole inventate (qua): “E poi, ancora, sto per iniziare quella che si candida a essere come la cosa più stramba della stagione se non dell’anno. Un’antologia, una raccolta di racconti a firma collettiva, come se già non fossimo già abbastanza teste di nicchia. Supertesta di nicchia è l’editore, supergiovane anche, si chiama Wojtek come un famoso orso; il libro è curato da Luca Marinelli che è espressione del sottobosco narrativo di rivistine e blogghettini collettivi, la sedicente scenicchia letteraria italiana, negli ultimi anni molto attiva a dispetto di tutte le apparenze e convenienze. Un passo indietro. Quest’anno è uscito il Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana (il primo uscì dieci anni fa), una mega collection in cui Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta chiamano centinaia di autori a definire una parola, a dare una versione personale e unica di un vocabolo. Ecco Marinelli ha fatto una operazione uguale e contraria, una specie di lato oscuro, di rovescio acido di quel dizionario: gli autori, pescati da quel sottobosco, sono 22 e vengono chiamati a inventare una parola inesistente, una per ogni lettera dell’alfabeto italiano più un extra, e a costruirci su un racconto. Perciò Vocabolario minimo delle parole inventate, perciò movimento inverso che non va dal generale al particolare, ma da una cosa che per definizione appartiene solo a chi l’ha creata, a una possibile condivisione di senso.”
È abbastanza chiaro? Per noi sì, vedete un po’ che dovete fare (sempre qua).
Perché i racconti di Verde sono la lettura litweb più adatta all’estate? Intanto perché le riviste attorno a noi chiudono (o si scorporano) come fabbriche in estate (cit.) e poi perché solo qua prosegue la ricognizione dei 16 racconti finalisti di SUS#2 (qua tutti), il praticamente concorso letterario di Verde che ha agitato la capitale e l’intera bolla letteraria nella primavera scorsa.
Umberto Morello è una vecchia conoscenza, di lui sappiamo che ha già pubblicato sulle nostre pagine e che il 17 maggio scorso ha rischiato di essere squalificato perché il direttissimo Genova-Roma sul quale viaggiava era in ritardo o forse in sciopero, vai a sapere. Umberto però ce l’ha fatta e ha letto con bravura Fuori va bene: è bastato per vincere? No, perché nessuno poteva prevedere che la trionfatrice Clara Cerri avrebbe L I T E R A L L Y cantato estratti del suo testo. Quando si dice sul filo del regolamento (ma poi si dice?).
L’illustrazione è di Nicolò Marchi. Fa caldo benedetti ragazzi, siamo stanchi di umanissimi ombrelloni e di voi mucchio di stronzi, ma vale sempre la pena ricominciare per allietare i vostri infiniti pomeriggi estivi stesi su divani di pelle con la radio che urla buone vacanze e un pensiero esplode: SONO CHIUSE LE ALTRE RIVISTE 😦
A mercoledì, animali tropicali, non mancate.
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Lin

Dunque, il D’Antuono (già Commissario e attuale Ramses) sta mettendo mano a certi fondi segreti di un conto svizzero in possesso di Luca Carelli per poter rifondare in maniera decente la pagina Facebook di Verde Rivista. I legali sono all’opera (soprattutto il nostro affezionatissimo Dott. Stocazzo) e si spera che tutto possa risolversi con l’arrivo della prossima settimana. “Luca, ti restituirò quei soldi a costo di non mandare al college Kimberly, Alan e Luciano. Ma adesso sgancia il grano”, ha dichiarato il Commissario. Il Capitano Frau, nel frattempo e come suo solito, ha scelto la strada più difficile: un’avventura nella jungla bengalese per recuperare strani artefatti da rivendere a collezionisti senza scrupoli e far in tal modo un fottio di soldi. Ma questa è un’altra storia…

Oggi leggiamo Umberto Morello: nato a Genova il cinque giugno 1993, è laureato in Lettere moderne e filosofia a Torino e laureando in Comunicazione e culture dei media digitali, ha inoltre frequentato la Scuola Holden (coraggioso a dirlo, di questi tempi). Lo si trova anche sotto lo pseudonimo Rod Cinque. Ha già pubblicato su Neutopia e su Tuffi. Ha vinto alcuni premi di poesia. È però nostro ospite con Lin, un racconto molto divertente che in qualche modo parla di ciò che ci piace di più: fare rivista.

L’illustrazione è di Laura Fortin.

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