amoR è un atto unico di Sergio Gilles Lacavalla che debutterà a maggio in teatro, a Roma, vista l’ambientazione. È una storia nostalgica di una lei e un lui in una città. Nota dell’autore: “È il racconto di sentimenti che sono aspettative deluse e desideri, che sono luoghi. Può essere rappresentato sia in forma di monologo di lei sia di dialogo tra lei e lui che si trasforma nel monologo di lei. Qui è nella forma monologo che indica ben chiaro l’eventuale svolgimento come dialogo. Parole per corpi che non si sono mai incontrati, se non in una carezza, in un abbraccio non compreso, in notti infinite di parole e musica, in sguardi. Con Le Soldat Perdu, il nome della mia nuova compagnia teatrale, sto affrontando il tema del rimpianto e della perdita – forse l’ho creata per parlare di ciò. In Jeanne e Gilles c’era il rimpianto da parte dei due protagonisti di non essere riusciti a perpetuare il loro amore smarrendolo in motivi che non sono mai riusciti a capire fino in fondo, e il tentativo di ricrearlo in un pomeriggio in un albergo abbandonato come loro si rivelerà il solito fallimento. La solita disperata illusione. In amoR il rimpianto sta nel non essere riusciti neanche a esprimerlo in un pomeriggio, soltanto un pomeriggio o una notte, questo amore. Ma che cambia? In tutte e due le situazioni il risultato è lo stesso, per tale motivo alcuni momenti di una storia li ritroviamo nell’altra, istanti ed elementi che riverberano nei diversi personaggi che a tratti si confondono, e che, tutto sommato, sono sempre gli stessi. Gli amanti perduti sono sempre gli stessi. Un amore finito, un amore non vissuto, sono la medesima cosa. Resta la domanda di cosa sarebbe stato delle loro vite se fossero stati capaci di amarsi. Potevi essere felice e non ne sei stato capace. O peggio, non ne hai avuto il coraggio. Forse. Tutto qui. Le Soldat Perdu non sa la risposta, per tale motivo si pone la domanda. In amoR ricorrono anche alcune vicende estranee e vicine ai due poveri amanti mai stati amanti che i più attenti si accorgeranno di averle già lette in altre mie scritture: perché poi le cose si ripetono. Perché Le Soldat Perdu è immerso in queste storie di vita e malavita, perché le nostre storie sbagliate sono solo alcune tra le tante storie sbagliate. La città dell’atto che leggerete, come dice il titolo, forse un po’ scontato, è Roma (letto al contrario così che dia amoR). Ho voluto un titolo semplice perché l’amore è semplice; siamo noi che lo rendiamo complicato. Semplici sono i desideri dei due amanti, perciò impossibili. Se questa scrittura parla di ciò che poteva essere e non è stato, lo stesso vale per questa assurda decadente città.
Ho chiamato la mia compagnia Le Soldat Perdu (Il Soldato Perduto, nome preso dal film Apocalypse Now Redux) perché a volte si è stanchi della guerra che distrugge le nostre piccole vite. Che poi questa guerra l’abbiamo dichiarata noi o la stiamo solo subendo combattendola con le poche inutili armi che abbiamo a disposizione, è un altro discorso.”
La fotografia, realizzata per il testo (uno dei luoghi della pièce), è di Ilaria Turini (qui i suoi lavori): “Nata a Roma nel 1985, dopo aver studiato storia dell’arte contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, incontra la fotografia. Nel 2013 conclude il suo corso di studio triennale alla scuola Roberto Rossellini come operatore di comunicazione fotografica, specializzandosi in fotografia analogica e camera oscura. Nel 2012 ha frequentato un corso di fotografia di matrimonio, light designer e videomaking. Gli ultimi anni scopre lo storytelling e se ne appassiona. Ogni giorno fa tutto ciò che la rende felice: immagina, scrive con la luce e scopre mondi.”
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