CAZZO PAZZO #4: Olivia (Mazzanti)

Il tempo è un fottuto bastardo, diceva quella, e aveva ragione. Un mese è già passato da quando l’Orso ha droppato Timidi messaggi per ragazze cifrate. Il primo romanzo di Ferruccio Mazzanti è pazzesco, noi lo stiamo leggendo e così speriamo di voi. Ci sta piacendo così tanto da decidere di riesumare La Nuova Fahrenheit, e presentarvelo in diretta su Facebook dopo Natale prima di Capodanno. ALT: non sarà la classic presentazione alla Book Advisor, ma un laboratorio attivo ed esperienziale attorno al testo.
Seguiranno comunicazioni.
Abbiamo letto un racconto pazzesco di Sara Mazzini su MeM. Leggetelo e il 28 “attenzionate”, come direbbe Gabriele Ametrano, questa festa a distanza. Ci saremo anche noi, non occorre dirlo. La cosa bella di questo ultimo mese è che Ferro è già apparso tre volte su Verde: uno, due e Olivia, un racconto per CAZZO PAZZO, la ormai già storica serata reading acronima avvenuta l’8 ottobre scorso alla galleria Zuc di Firenze.
O eravate “ieri” là o leggete “oggi” La Nuova Verde qua. A voi la patetica scelta. Ciao!
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CAZZO PAZZO #2: Solitudini (Mazzanti)

“Sono arrivato da Zuc, questa galleria fiorentina molto piacevole, e un tizio stava suonando la chitarra. Ero uscito in camicia, ma era meglio se mi fossi messo una giacca. Il primo a leggere è stato Licht. Poi io. Infine il Lisi. La gente ha ascoltato. Qualche volta ha riso. Sicuramente non ha mai pianto. Alla fine ha applaudito. Io ero molto preoccupato perché il mio racconto parla di statunitensi e a mia insaputa la serata era piena di anglofoni.” 
Così Ferruccio Mazzanti (sì, lui), protagonista l’8 ottobre scorso con Solitudini della serata CAZZO PAZZO a Firenze, che potete leggere solo su Verde, in virtù della convenzione scenicchia toscana/Dojo per la salvaguardia dei migliori reading altrimenti invisibili della bolla.
Ci vediamo questa sera qua, vi aspettiamo.

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Timidi messaggi per ragazze cifrate

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Federica Sabelli

Il 16 novembre prossimo Wojtek edizioni pubblicherà Timidi messaggi per ragazze cifrate, primo romanzo di Ferruccio Mazzanti. Per noi è conto alla rovescia: già maestro di Gamerro e Marinelli e unico testimone della proposta di nozze di Ramses, autore di racconti che hanno fatto la storia della nostra rivista (qua e qua, per dire), Ferro ridefinisce la proverbiale categoria verdiana di “amico senza virgolette” (ripassare) in una frase cifrata dentro di noi e sussunta da quattro anni sotto il concetto più esteso di famiglia.
I più acuti (maschi) tra i tre lettori di Verde staranno già puntando il dito contro l’ennesima incularella alla romana di patetiche e ininfluenti scenicchie confederate. Avete ragione, Sherlock: il punto, che mai riuscimmo a spiegare, è che dentro al Dojo primeggiano le relazioni. Ci fosse pure la nuova Mary Shelley tra le illustre sconosciute che inviano racconti a Verde, noi sceglieremmo di leggere sempre e comunque prima Ferro, perché Ferro è un amico. E tanto dovevamo.
Grot ha poco più di vent’anni e non esce dalla sua stanza da 1200 giorni. È un hikikomori e ha un unico modo di comunicare con l’esterno: messaggi d’amore criptati a donne sconosciute.
Di seguito l’incipit di un romanzo che nei prossimi mesi riempirà lo spazio tempo della gente che legge davvero. Delle altre ce ne fottiamo alacremente.
Il quadro è opera di Federica Sabelli.

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Animal Tropical #4: La macchina fotografica più cara della mia vita

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Nicolò MarchiStrange Desert

La redazione è ormai deserta, non si è capito se sia stato indetto uno sciopero generale, se la paventata scissione sia avvenuta per davvero o se, semplicemente, siano tutti in vacanza. Quel che è certo è che continuano a giungere in ufficio cartoline di Andrea Frau, da ogni angolo del globo: nell’ultima s’intravedono le foreste cambogiane e sul retro il buon Cap ha scritto “Sto andando a cercare Jacopone”. Vai a sapere…

Comunque qui è lo stagista Jimbo che vi parla, rimasto solo in una Verde deserta e senza più padroni. Oggi mi sono permesso di scegliere per voi il quarto racconto della serie Animal Tropical: pagine vergate da mani toscane e lette con toscanissimi accenti una sera di giugno al Sabor Cubano di Firenze (l’unico posto al mondo, se lo chiedete al sottoscritto, dove un toscano che legge racconti esotici non sembra Pieraccioni). E dunque sono qui a introdurre La macchina fotografica più cara della mia vita di Ferruccio Mazzanti. Qui sul dossier di Ferruccio redatto da Ramses leggo “BFF di Verde”. Godiamocelo.

L’illustrazione è di Nicolò Marchi.

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Il Cooperatore Domestico

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Claudia D’AngeloDal salotto venite a istruirvi

“Ciao Verde”, ci scrive Ferruccio Mazzanti, “sono molto contento di sapere che siete tornati. Per festeggiare la cosa vi mando un racconto, che è troppo tempo che non ve ne mandavo uno. Spero che vi piaccia, spero che la vostra vita vada bene, spero di vedervi presto qua a firenze tutti (o una buona parte). Una domanda: è vero che avete scelto il nome Verde perché siete la Greta Thunberg della litweb? E se sì, cosa posso fare per rendere questo porcile un posto migliore? Un abbraccio”.

Caro Ferruccio, non sappiamo di preciso cosa intendi, però sappi che il Commissario ha iniziato una dieta ascetica a base di proteine liquide in sospensione acquosa non confezionate, non consuma energia elettrica, non consuma acqua e non produce praticamente rifiuti. Si sposta in monopattino. Tutto questo solo per compensare l’impatto ambientale del SUV pieno di merendine di Luca Marinelli. Andrea invece mangia solo animali cacciati da lui a mani nude e ogni due settimane sabota una piccola fabbrica sarda.

Detto questo, leggiamo con molto piacere il tuo racconto Il Cooperatore Domestico e lo abbiniamo a un bel collage di Claudia D’Angelo.

Quaranta non vede l’ora di averti di nuovo in squadra a biliardino. Ci manchi, a presto.

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Scenicchia Full Showcase #3: Giuncarico – Gli aiutanti di papà (Mazzanti)


Ieri eravamo alla bellissima presentazione del libro di Emanuela Cocco. Sono successe cose pazzesche, prossimamente ampio resoconto video-fotografico (qua un assaggio). Intanto non ci lasciamo distrarre dalla rutilante mondanità e continuiamo a far rivista con umiltà e la consueta pacatezza.
Ecco il terzo racconto della Scenicchia Full Showcase, i racconti del futuro canone fiorentino editati e curati dal sommo Vanni Santoni (lo ricorderete per questa famosa recensione, ormai cult). Dopo Simone Lisi e Francesca Corpaci oggi con noi Ferruccio Mazzanti con un bel racconto senza titolo, o magari ce l’ha, intanto gli affibbiamo noi questo provvisorio, se l’autore avrà qualche rimostranza sa dove trovarci, yo. Com’è? Il Corriere Fiorentino può affibbiare titoli brutti (“L’Infanzia a Giuncarico con un padre padrone”, ma che davvero?!?) e noi no? Se è una sfida, cari amici del ‘Orriere, ‘onsideratela accettata.
Illustrazione strepitosa di  EPVIVIVI.
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Che cosa sta succedendo – Sulla fine #6: Simone Lisi e Ferruccio Mazzanti (In fuga dalla Bocciofila)

Dopo la pubblicazione del documento unitario con cui ieri la redazione chiedeva tra le altre cose “il ripristino di quegli spazi e quelle pratiche democratiche oggi precluse” e avanzava delle richieste precise per superare l’attuale crisi di Verde, Pierluca D’Antuono rilancia proponendo una grande assemblea aperta a tutti, dove discutere le sorti della rivista e più in generale della neo litweb italiana.
In attesa di questo importante incontro, che si terrà da venerdì 27 a domenica 29 aprile a Pecorile, proseguono le testimonianze e i contributi di redattori, collaboratori, lettori, semplici amici di Verde (qui li trovate tutti).
Il nostro asse con la nuova scena letteraria fiorentina e più in generale toscana è innegabile, è anzi parte del contendere. Una particolare sintonia elettiva di intenti ci lega a In fuga dalla Bocciofila, che ringraziamo del contributo a questo duro ma necessario dibattito con i testi molto belli di Simone Lisi e Ferruccio Mazzanti.
L’illustrazione è di E/P VI VI VI.
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Rosa! #1: Ho sposato uno zombie

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Giulia Canetto, Rosa

Se siete nostri lettori conoscete già la nostra proverbiale maestria nelle rubriche: Casual Friday chiusa dopo un anno dall’ultimo arrivato, GATTINI falliti perché non abbastanza , sortite uniche, romanzi incompiuti, racconti abbandonati, le sole eccezioni sono di Sergio Gilles Lacavalla (qui e qui). In poche parole. Questa volta però è diverso: Luca Marinelli, che non ha mai lasciato nulla di intentato, ci ha convinti a colorare Verde di Rosa. Una volta al mese, da oggi (che doveva essere ieri). Come ha fatto? Così: “È da un po’ di tempo che ce l’ho in testa, un rosa sparato e poi niente, me lo immagino quando chiudo gli occhi, ci coloro i baffi alle tipe sulle parole crociate quando vado al gabinetto, me lo sogno, me lo sogno sempre, i miei sogni ormai sono come essere sospeso in una nuvola di zucchero filato, e c’è una voce che mi ripete ROSA, ROSA, ROSA, chissà se anche i profeti da giovani hanno cominciato così.
Allora ho fatto questo: sono andato dal nostro amato Commissario e gli ho detto che la letteratura rosa aveva bisogno di essere valorizzata, che non era possibile continuare senza che esistesse uno spazio in Italia che portasse in alto il nome troppo spesso denigrato della letteratura rosa e che la big babol, anche se fa davvero schifo come sapore, è una cosa che ci ricordiamo tutti perché è così rosa che non te la puoi scordare mai. Ho concluso esclamando, mentre lui aveva già sollevato un paio di sopraccigli: facciamo ROSA! Permettimi di dimostrare che il rosa non è un genere secondario, che tutto si può fare in chiave ROSA! Ti prego, non te ne pentirai.
Quando mi ha detto di sì doveva essere parecchio ubriaco, e dato che sono un chiacchierone doveva anche aver creduto che non mi sarei messo di buona lena a radunare una banda di pazzi che scrivessero su ROSA! per operare una rivalutazione, per mostrare che – a discapito di quello che si è portati a pensare – il ROSA! Ha infinite possibilità.
Il primo di questi pazzi, io credo, non poteva essere che Ferruccio Mazzanti. Ferruccio ce le ha tutte le caratteristiche per essere il primo a buttarsi con ROSA! È un visionario, ha una scrittura importante e ama gli zombie. E allora sono felicissimo di cominciare così, con Ho sposato uno zombie.”
La copertina è di Giulia Canetto.
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