BLITZRECENZION #29: MATER DOLOROSA

Come promesso: Mater Dolorosa, l’ultima, definitiva e inedita (pensata per il numero 28 del nostro cartaceo: non cercatelo, non è mai uscito) Blitzrecenzion, la rubrica di versi fulminanti e musica per immagini ideata e curata da S.H. Palmer. So long, SHP: non sappiamo quando, non sappiamo dove, ma ci rivedremo ancora, prima o poi, di là o di qua.
La fotografia, da Where is my mind?, è di Federico Arcangeli (con noi fino a domani).
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IL MONDO ALLE SEI DEL MATTINO

Simone Lisi ha mollato il suo lavoro in Bartolini, ha lasciato Firenze, si è trasferito con Diana a Rocca d’Orcia, si è fatto crescere la barba e adesso scrive poesie che Verde pubblica di solito il mercoledì (è un caso). Le otto del mattino forse non esistono, è inutile dirne, ma Il mondo alle sei del mattino sì, abbiamo le prove (si parla di estate).
Fotografia di Federico Arcangeli (Where is my mind?).
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LA GIGANTESSA

Alessio Mosca è nato a Roma nel 1990 a Roma. Da bambino ha il suo primo incontro con la masturbazione mentale e da lì non ha più smesso. Ha una infanzia molto movimentata passata da una festa di compleanno all’altra abusando di palloncini colorati e bevendo coca-cola di nascosto. Nonostante questo trova il tempo di appassionarsi al cinema, all’arte e all’evoluzione umana. Tradito dalla religione, dalla scienza e dalle donne, un solo amore gli rimane fedele: la letteratura. Durante il liceo si infatua di Nietzsche, Freud e Vanna Marchi che lo iniziano rispettivamente alla filosofia, alla psicoanalisi e all’esoterismo. Cercando di curare se stesso si iscrive alla facoltà di medicina per diventare uno psichiatra, percorso che continua ad intraprendere. L’impellente desiderio di esplorare l’animo umano e l’apparizione di Flaubert in sogno che gli intimava di fare lo scrittore lo hanno portato a pubblicare racconti e poesie su varie riviste e siti letterari tra cui Rapsodia, rivista per la quale diventa redattore. Cercando di fare invidia a Carver sta ultimando il suo primo romanzo.
La gigantessa è il primo racconto che pubblica su Verde.
Fotografia di Federico Arcangeli (Where is my mind?).
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ELISABETTA E LA CASA DEL POGGIO

“Ho sessantatré anni, sono un medico, ho sempre lavorato nel campo della ricerca, e di recente mi occupo anche di sperimentazione clinica. Ho sempre scritto, ma fino a pochi anni fa solo articoli scientifici, la maggior parte dei quali in inglese. La scrittura creativa, sia di racconti, sia di memoir, è nata di recente come un gioco tra amici, ed è ora diventata una parte importante della mia vita.”
Fiorella Malchiodi Albedi ci ha inviato in lettura Elisabetta e la casa del Poggio, un bel racconto che l’anno scorso ha partecipato alla quarta serata di 8×8 – Un concorso letterario dove si sente la voce. Lo riproponiamo oggi con uno scatto di Federico Arcangeli (da Where is my mind?).
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ROCK CRIMINAL #14: ZAPP

Rock Criminal è la rubrica di Sergio Gilles Lacavalla dedicata alle storie nere del rock e dintorni. Solo morte il 3 marzo 2012: c’è un cadavere in un appartamento sulla West Minnehaha Avenue, St Paul. È Carolyne Leete. L’assassino è Brent Lynch: nelle sue vene scorre il sangue marcio dei fratelli Troutman, che con gli Zapp “avevano guardato il dancefloor dall’alto dei primi posti in classifica.”
Fotografia di
Federico Arcangeli (Where is my mind?)
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CASUAL FRIDAY #53: CARTA, FORBICE, SASSO

Casual Friday (qui e su Facebook) è la rubrica di Verde nata per promuovere un nuovo reading code. Ogni settimana un racconto inedito di un autore diverso che cercherà di farvi ridere, divertirvi o semplicemente imbarazzarvi.
Carta, forbice, sasso è la seconda Morra che Flavio Ignelzi gioca con noi e il suo ultimo Casual Friday (è venerdì, rilassati, Flavio continuerà a scrivere per Verde). La fotografia, dal progetto Where is my mind?, è di Federico Arcangeli.
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BACKUP

Qui su Verde, in questo primo anno di blog, di fantascienza se n’è vista poca o niente: un racconto classico di Bruno Ballardini, la scatience-fiction di Vinicio Motta (o in qualsiasi altro modo vogliate definirla) e alcune cose (in senso molto lato, d’accordo) di Paolo Gamerro. Di Guido Zanetti avevamo letto alcuni mesi fa il bello e acerbo Revolver, che fantascienza proprio non è, a differenza di Backup. Siamo ai tempi della Quarta Rivoluzione Industriale  e il “Processo Metempsychosis” ha finalmente inverato, in synth-meat, il sogno (o incubo) pitagorico dell’immortalità di anime vecchie in corpi nuovi: “Non era teletrasporto, pensò. Non era uno spostamento nello spazio, né nel tempo. No, lui era morto. Poi rinato, per la settima volta.”
Fotografia di Federico Arcangeli (da Where is my mind?).
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