Gusci

Buondì! Come butta? Noi siamo reduci da una cinque giorni in casa di Vasta, Trevisan, Janeczek, Durastanti e Siti. Mai lasciare la chiave sotto lo zerbino.

Lucariello è entusiasta de La mischia di Valentina Maini e noi non vediamo l’ora di leggerlo nonostante il prezzo poco proletario. Valentina la conoscete, l’avete letta su molte riviste non verdi, più nominabili di noi. Ma d’altronde avete mai sentito Paolo Mieli ricordare il suo passato in Lotta Continua? Good move big Luc, good move. Valentina non sbaglia un colpo a parte quando scambiò Frau per Paolo Gamerro a Bologna. Il nostro cap. abbozzò e finse una elio dipendenza per non smentirla. Quando ci libereremo di questa soggezione nei confronti di chi ha fatto il classico?

Che altro? Ah, sì! Veronica Galletta ha vinto il Campiello opera prima e noi siamo molto contenti! Il nostro endorsment-intervista è stato decisivo. E lei pare non vergognarsene, almeno per ora. Luccone, giù le mani! Come si dice? Chi controlla il passato, controlla il futuro.

Francesco Quaranta ha pubblicato un suo racconto su Neutopia senza consultare la redazione come è prassi dall’avvento di Bachechi. Ma noi non ce ne crucciamo. Buona vita, Quara boy.

Poi anche D’Antuono, D’Angelo e Frau avranno sicuramente fatto qualcosa questi giorni ma non è che siamo qua a fare i bilanci delle giornate di nessuno.

Ma veniamo a noi! Finalmente pubblichiamo Gusci di Andrea Tagliaferri, un racconto che per poco non partecipò a Sus #2. Alvaro, il protagonista del racconto, ci ricorda di quando approdammo nel coworking di Pesaro durante il Midsommar. Diciamo finalmente perché questo racconto è come il film maledetto L’iniziazione per Frau: ogni volta che eravamo lì lì per pubblicarlo succedeva qualcosa che ce lo impediva. Il nostro moby dick, il nostro bin laden, il nostro vaccino al covid, l’approvazione di Ippolita Luzzo, la nostra tanto agognata rivoluzione liberale, il nostro cos. Grazie Andrea dell’attesa, specie da Francesco.

L’illustrazione è dEmma Grillo.

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Alasitlum

distanza sociale

Distanza Sociale, Emma Grillo

Inotnas Innav. Come al protagonista del racconto di Paolo Gamerro, anche a noi piace ripetere le parole al contrario. È un periodo strano, di lento passaggio. Il sentore di grandi cambiamenti all’orizzonte che per ora paiono solo presagi. Chi meglio di Paolo per descrivere l’elettricità di queste giornate pre-estive?

Ieri sera eravamo tutti incollati alla puntata di Decamerette in cui il fascinoso host Simone Lisi parlava di riviste letterarie con Silvia Costantino e Martin Hofer. C’era pure il nostro Pierluca D’Antuono, ma siccome non aveva chiesto il permesso alla redazione non abbiamo fatto altro che ignorarlo e invitare i nostri amici hacker del collettivo зеленый журнал a disturbare il più possibile il collegamento. In ogni caso, al summit mancava Simone Bachechi.

E ora vi lasciamo a Alasitlum, con una bella illustrazione di Emma Grillo.

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Madena

leggerezza

Leggerezza- Emma Grillo

Buongiorno, sabato vi siamo mancati? La Nuova Farhenheit si è presa una pausa, il golpe del nucleo Valerie Solanas è stato un duro colpo e dobbiamo ancora riprenderci. Prendiamo atto della carriera solista intrapresa dal Carelli: qui lo vedete magnificare il Moloch del consumo come direbbe Carlo Martello Agamben, “voglio un centro commerciale permanente”, ha cantato in faccia a Fabio Massimo Franceschelli e Paola Del Zoppo in un afflato antipauperista. Ma Carelli, come Piccolo, a volte, desidera solo essere come tutti. Poi uno di questi giorni sarà con l’amico Simone Lisi, forse giovedì, ma ehi, cosa siamo, il suo ufficio stampa?

Solitamente siamo schivi moreschiani, poco autoreferenziali, ma concedeteci questa divagazione personale (d’altronde siamo scrittori e quindi vanesi per natura come ben sanno Ghelli, De Vivo e la nostra analista; se fossimo foco arderemmo il falò delle Vannità, capito il calembour?) Piccola rassegna stampa che ci riguarda: qua “l’amico” Andrea Donaera si riferisce a noi come “snodo centrale, tutti sono passati da loro”, la stazione di Cerignola della litweb in pratica, ma soprattutto ci incorona rivista di riferimento del metal salentino- abbiamo battuto Ammatula (o in qualunque altro modo si scriva) di poche lunghezze, tra il disappunto di Emanuela Cocco che pensa a noi come a tanti piccoli teletubbies scerbanenchi.

Qui invece il nostro “amico” Sarmi Santoni, cita la vostra cara e scalcagnata Rivista Verde riguardo la vexata quaestio (ue, e mica solo all’Ircocervo hanno fatto il liceo!) sulle riviste palestra “assistenti civici” dell’editoria. Speriamo non sia il solito trucco di quel vecchio filibustiere floreale di Vanni. Abbiamo acquistato praticamente tutta la sua produzione pensando di esser citati. Negli Interessi in comune c’era Francesco Quaranta, peccato fosse l’oboista; nell’Impero del sogno pensavamo ci fosse Frau, ma era la poltrona, in Personaggi precari Marinelli, era un cammeo dell’attaccante dell’Inter femminile, in Un kibbutz nello spazio, I Lauda erano quelli brasiliani, ne La regola del lupo, non era D’Antuono ma Umberto Ortolani.

Bene, a proposito di palestre, oggi pubblichiamo la Xena Bronte, la principessa guerriera della litweb, una delle tre Norne: Sara Mazzini. Il racconto che leggerete è un seguito ideale di Gino. A noi è piaciuto molto e così speriamo di voi. Visione consigliata: Teresa.

 L’illustrazione è di Emma Grillo.

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Casual Friday #57: Dora

gatto meditazione

Emma Grillo

Fare rivista non è un pranzo di gala, bisogna razionalmente crearsi un sistema e testarlo ludicamente ma coerentemente come entomologi della qualità. Che la qualità poi, che cosa sia, per parafrase quello, non l’ha capito ancora nessuno, non importa perché il tema oggi è quel gran bastardo stracciacazzi del tempo e non di canoni ma di cannoni spirituali si parla.
Il cannone spirituale è la mossa segreta di uno dei nostri Simone. Fosse qua questo venerdì ce lo spiegherebbe lui il tempo. Simone invece non è più lui e non vuole essere più lui. Il suo fulcro ideologico sta tutto qui: “Per quanto mi riguardava poteva anche continuare ad avanzare l’orda perbenista che sicuramente avrebbe presto deciso di cancellare le scritte sui muri dei cessi.” A lui chiediamo che cos’è la coerenza. Lui risponde: “Non è fuoco la fiamma che aleggia sulle candele, vero fuoco è la vampa che intera consuma la vita di falena”. Noi cerchiamo su Google e troviamo una poesia persiana. La risposta soffia nel vento. Ci collochiamo nel punto più distante possibile dalla nostra storia. La nostra storia è un Nastro di Möbius. C’è un modo per mettersi al riparo dalla propria storia?
Ardo è l’anagramma di Dora. Il resto è detto tra le righe di questo racconto dedicato al passato di Verde che si riprende una rubrica storica del venerdì. Non ricapiterà per i prossimi 25 anni.
L’illustrazione è di Emma Grillo.
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COSVIOLENZAILLUSTRATA

primavera

Primavera, Emma Grillo

Quando dopo un lungo silenzio a marzo abbiamo ripreso le pubblicazioni, eravamo già in quarantena e il primo pensiero è stato il primo pensiero di tutti nella bolla, meno L’Inquieto (major league), raccontare i nostri giorni di chiusura, come stavamo vivendo l’isolamento e il sentiment di comunità che si sacrifica unita, ma anche le solite cose, tipo il complottismo che nega la pandemia o il sesso ai tempi del covid. Adesso che tutto è finito – ma è tutto finito? – ha ancora senso questa rubrica? Dovremmo continuare a immaginare e a scrivere pezzi da raccogliere in un istant ebook a cura di Simone Bachechi? Il rimpianto, l’unico neo, è di non aver coinvolto neanche questa volta Filippo Tuena (che amiamo incondizionatamente), o più banalmente Marinelli o Mosca. Al buio tutti i gatti sono grigi, bella forza, ma qua continuiamo a rimpiangere un poco troppo il passato. Riusciremo mai a guardare avanti senza sentirci ogni volta costretti a scegliere tra scrivere un racconto decentemente e andare a fare bowling? Faremo ancora incazzare un sacco di gente? Ai posteri.
Un anno fa moriva Nanni Balestrini, che era il migliore. Dentro Verde in quei giorni si lavorava alla COSVIOLENZAILLUSTRATA, un’azione che la Nuova Edizione fresca di Sal(t)ò 2019 avrebbe dovuto realizzare in tempi e modi ancora da scoprire.
Erano i giorni di SUS#2, maggio finì in redazione Minimum Fax, dove tornammo l’8 o il 9 giugno (mezza Verde: l’altra era a Firenze a rubare giubbotti) per il BEST OFF 2019. Felici lesse questo pezzo scritto a quattro mani con D’Antuono (D’Antuono assicura che le mani erano molte di più, e peraltro saccheggiate): non lo avevamo mai riletto dopo quel giorno, ci sembra ancora buono, nonostante la tentazione di lasciarlo andare per sempre nel flebile ricordo di Barbara, Gloria, Corrado e chi c’era. 
Praticamente un Omero coglione, ve lo immaginate?
L’illustrazione è di Emma Grillo. Ciao, tornate venerdì.
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Toto (Il “cane” scrittore e il Mago di Cos)

Emma Grillo-bestia 3

Bestia, Emma Grillo

“Nessun* scrittor* intra o extra scenicchia è stat* maltrattat* durante la stesura di questo racconto. Ma forse avrebbe dovuto”.

Apre così la mail con la quale Francesca Quaranto consegna alla redazione il presente “metasogno narcoerotico” partorito da una mente evidentemente traumatizzata dalla combo redazione virtuale/quarantena reale. “Come se Paura e delirio a Las Vegas e Il mago di Oz scopassero sul pavimento della magione di Eyes wide shut e lì immantinente avessero un* figli*”.

L’autrice ci tiene a dire che il sondaggio per il titolo si è rivelato un esperimento fallito è che “ha vinto il compromesso”. Segue “emoji woozy“. Raccomanda tra l’altro fortemente l’ascolto di questa canzone durante la lettura.

L’illustrazione è di Emma Grillo.

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L’iguana

Oggi pubblichiamo L’iguana di Valentina Cottini. Un racconto tra De Martino e Mondo cane ma in acquerello che fa parte di quella rubrica implicita e mai codificata che risponde al nome di VERDE ANTROPOLOGICO. V.A. è una rubrica anticolonialista, malinowskiana e antimontanelliana contro l’etnocentrismo occidentale tipico di Rivista Inutile. Di questa serie ricordiamo Agro Pontino, Mundus Cereris, Gesù di NzuzuCanto d’uccello per testa di cazzo. Buona lettura.

L’illustrazione è di Emma Grillo.

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La ballata del lazo tremante

Ricordate La miseria delle ghiandole, che definimmo a torto (sì, perfino noi sbagl… sbagl…) racconto neo-carnista? Quel racconto era di Daniele Colantonio che proprio oggi torna su Verde. Daniele, definito da chi lo conosce bene “la spia di Frosinone”, “il Bulgakov del Dams”, “il cronenberghiano alle vongole”, ha un conto in sospeso con il nostro redattore Simone riguardo certi “raccontini sistemati” e oggetti delle mail troppo umili. Paolo Gamerro dovrebbe dargli ripetizioni di lit-web-awarness e lit-hybris vs understatement, no? Ma cosa ci volete fare, Simone è fatto così, un cavallo pazzo alfiere del maledettismo, proprio come noi.  Per fortuna Daniele, uomo sensibile oltre che scrittore brillante e fantasioso, lo ha capito. Beh, che ne pensate di questa idea della redazione casa di vetro? Lettura in diretta video delle mail e discussioni sui racconti arrivati? Questi avvocati, li facciamo lavorare un poco, o no? Ma torniamo a noi, basta boutade da sagome: ecco a voi La ballata del lazo tremante, un gran bel racconto.
Dead cowboys go Naspi, yee-haw!

Illustrazione di Emma Grillo.

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Emma Grillo

foto bio

Emma Grillo

Dal 6 maggio, Emma Grillo ci terrà compagnia con le sue illustrazioni. Ringraziamo Luana Vecchio per essere stata con noi tutto aprile.

Emma Grillo, studentessa bresciana nata nel 1997. Attualmente studia Didattica dell’arte per i musei all’Accademia Santa Giulia di Brescia e contemporaneamente porta avanti la sua ricerca come illustratrice, esplorando sempre tecniche e materiali nuovi.
Un percorso attraverso il quale sta costruendo un linguaggio polisemico, fatto di stili e materie diverse, ma che non tradisce mai la dolcezza di fondo che traspare nelle sue illustrazioni.

Vi invitiamo a seguirla qui: 

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