Tratado sobre contraerotismo #2

Domitilla Marzuoli

Continua la nostra avventura educativa con il Trattato sul Controerotismo di Anonimə, traduzione dallo spagnolo a cura di Sara Mazzini e Francesco Quaranta, gli Eleven e Mike della Litweb. Oggi tre posizioni: il pacco da giù, il giocatore di curling e il tuttofare della domenica.

La copertina è di Domitilla Marzuoli (Domimarzu.art) che trovate qui e qui.

 

Posizione del pacco da giù

[1] Lə partner va trattatə secondo il carattere della regione da cui proviene. In questa posizione il mittente del pacco si arroga il diritto di decidere cosa piaccia ricevere allə partner. Di conseguenza lə partner non proverà alcun godimento, ma solamente una gratitudine di circostanza. [2] L’attesa per questo tipo di rapporto varia dalle tre settimane ai due mesi, a seconda dello stato delle poste. [3] Il pacco da giù prevede otto atti da consumarsi in successione: le “pipe rigate”, la “salsa del Marchese”, una bottiglia di “odio extravergine”, un “romanzo Fandango”, il “cornetto anticoncezionale”, i “Soffochini Findus”, la “pasta all’ovulo” e l’immancabile “burrata”. [4] Il momento ideale per l’approccio è subito dopo il caffè, proprio all’inizio della digestione, quando lə partner vorrà più verosimilmente essere lasciatə in pace. [5] Il mittente potrà allora ricorrere alle percosse sulla schiena e sul busto per agevolare il “ruttino” e proseguire dunque nell’amplesso. [6] Se il mittente chiede di rimuovere la dentiera, la posizione viene chiamata “il ritiro della pensione”; se il mittente è un eiaculatore precoce, è chiamata “il pacco celere”. [7] Se il mittente richiede l’intervento del corriere, è chiamata “il gioco dei pacchi”. 

NOTE:
[1] In ogni caso, il mittente stimolerà e provocherà lǝ partner con frasi del tipo “sei dimagritǝ”, “ma mangi?”, “se non ci pensiamo noi a te”, e così via.
[3] In alternativa alle “pipe”: “i ditalini per il brodo”.
[7] Se interviene Carlo Conti, “Affari tuoi”.

 

Posizione del giocatore di curling

[1] Per secoli le commissioni olimpiche hanno tentato di educare il pubblico al fascino dell’antica disciplina del curling. Ciò è assolutamente impossibile e contro natura. [2] Chi si ispira alla figura del giocatore di curling sa che non sarà in grado di ottenere un livello ottimale di viscosità nella corsia dellǝ partner senza l’ausilio dell’apposito scopettone. [3] Una volta raggiunto il primo obiettivo, si presenta la vera difficoltà, ovvero quella di fare centro. Operazione più complessa di quanto sembri, nonostante le ripetute indicazioni dellǝ partner e le direzioni tatuate sul suo corpo. [4] il giocatore di curling deve inoltre essere preparato all’eventuale intervento dellǝ avversariǝ che possono tentare di scalzare la sua posizione dall’obiettivo. [5] Ciò è tuttavia auspicabile, poiché chi sceglie la via del curling abbraccia un’esistenza di fardelli e orchiti. [6] Similmente, lǝ partner che si immedesima nella pista di gioco, è consapevole dell’impossibilità di eccitarsi davanti alla vista di una squadra di persone che sia affanna a menare il proprio strumento, infatti, in gergo sportivo ellǝ è dettǝ affettuosamente “la Frigida”. [7] Alcuni tra i giocatori più ingegnosi, tentando di portarsi in vantaggio nelle grazie dellǝ partner, sostituiscono del tutto lo scopettone e la pietra da gioco con un robottino Roomba il quale, oltre a presentare vantaggi in termini di pulizia delle superficie, essendo progettato per non incastrarsi negli angoli, fallisce sistematicamente nella stimolazione di ogni zona erogena. La commissione olimpica non ha ancora deliberato sulla legittimità di tale strumento. [8] Al termine della prestazione lǝ partner è solita assegnare a tutti delle medaglie di bronzo.

NOTE:
[2] La nonnina dell’ACE ammonisce riguardo l’uso, in questi casi, del mocio, il quale rischia di peggiorare la situazione con un effetto asciuga-tutto.
[3] È usanza, in alcune tribù di coattǝ canadesi, tatuare in età preadolescenziale un grosso bersaglio su glutei e cosce dellǝ potenziali partecipanti. Con la raccomandazione però di non esporlo prima della maggiore età, quando lo sviluppo gli avrà permesso di raggiungere le dimensioni regolamentari standard.
[4] Tra le tecniche utilizzate maggiormente per scalzare l’avversarǝ troviamo: “il tiro di potenza”, “il tiro a banana”, “il fallo pieno, “il tiro a candela”, “l’entrata da dietro”, “la rimonta, “il filotto, “lo striscio” (altresì detto “pap test”), “allungare il manico”, “dare la cera” e “lo swiffer”. In alcuni casi l’avversariǝ viene distrattǝ con un canto a cappella.
[5] A prescindere dal numero dellǝ partecipanti, la competizione ha termine ben prima che sia raggiunto qualsiasi tipo di gratificazione sessuale. 

 

Posizione del tuttofare della domenica

[1] Nella tradizione italiana piccolo borghese tre sono gli scopi dell’esistenza: Dharma (il posto fisso), Artha (il Fantacalcio), Kāma (il bricolage). Questi sono anche gli unici aspetti che ne caratterizzano la vita sessuale. [2] Kāma si può tradurre come il desiderio di fare sfoggio delle proprie capacità manuali e prestanza fisica, e allo stesso tempo la disposizione naturale per l’estinzione della fiamma erotica nellǝ propriǝ partner e per la totale alienazione di questǝ durante il rapporto. [3] Generalmente, questa posizione viene praticata la domenica pomeriggio, o comunque in giorni festivi, purché in orari che assicurino di arrecare più disturbo possibile allǝ partner e allǝ vicinǝ di casa. [4] Svitateku, figlio di Blāckandeku, ne ha riassunto i principi in cinquecento sezioni; quindi Svernitchaya del Bancala a sua volta l’ha ridotto ulteriormente in cinquanta sezioni, divise in sette parti, che possono essere ricondotte alle due seguenti massime. [5] La prima dice: “Finché si può aggiustare, non si butta via”. [6] L’altra massima dice: “Chi fa da sé fa per tre, e risparmia pure”. [7] Spesso le abilità del tuttofare della domenica si limitano a rudimenti di falegnameria, che comunque non prevedono il coinvolgimento dellǝ partner. [8] In ogni caso, durante l’esecuzione delle numerose declinazioni di questa arte, lǝ partner mostra solitamente ammirazione chiassosa e ingiustificata per le prestazioni del tuttofare. E con ciò si preclude ulteriormente qualsiasi forma di soddisfazione. [9] Ogni eventuale critica proveniente da lǝi, richiede l’espiazione mediante sacrificio di un intero pomeriggio in pellegrinaggio presso il sacro tempio de Le Roy Merlin, dove al tuttofare verranno infuse nuova fiducia e ispirazione per continuare il proprio cammino verso l’illuminazione, il giardinaggio, l’imbiancatura o, per i puri di cuore, la piastrellatura.

NOTE:
[3] Avendo cura che questo non interferisca con i principi di Artha e le sedute di Campionato.
[5] Evidentemente riferita al proprio traballante matrimonio.
[6] Il tuttofare della domenica è spesso un convinto negazionista dell’esistenza dell’idraulico.
[7] È noto, tra i tuttofare della domenica, che lǝ partner non sappia distinguere una sega da una pialla.
[8] Per questi motivi lǝ partner del tuttofare è spesso fervente devota alla figura dell’idraulico, il quale non a caso, nel gergo di alcune caste, è definito “il trombaio”.

trad. Sara Mazzini, Francesco Quaranta

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