Ferita

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MonicatrequartiFall. The end.

Torna a trovarci Marco Morana, autore di Brenda di Ferro, uno dei nostri racconti preferiti, e Flaminghi nel gazone, racconto che in redazione scatenò dibattiti mica da ridere. Oggi ci propone un’insolita poesia ibrida(?), (prosa d’arte)? dal titolo Ferita.
L’illustrazione è di Monicatrequarti.

Chi sei?
Un gorgogliare. Non sono bravo con le lingue, ma sembra voglio bere.
I musicisti suonano xilofoni.
Ora la invito a casa. Pare ben disposta.
Ma poi: sparita.
Già, ballare insieme non vuol dire. Peccato, era diversa.
E mentre bevo, me ne accorgo: c’è una scia.
La seguo, esco, seguo il sangue.

Anche gli uccelli dell’alba suonano xilofoni.
La raggiungo a fatica.
Vieni da me? è il suo gorgogliare.
Entriamo, e mi scuso di abitare in una casa così spoglia. Lei non dice niente. Non va via. Rimane lì. A guardare il casino. Le pareti di poster alternativi.
Spargo a terra gli asciugamani. Si inzuppano di rosso.
La faccio sedere sul letto perché non ho un divano.
Preparo un bicchiere.
Però l’alcol non fa bene all’epistassi.
E poi non è nemmeno una ragazza. Non ha la testa, non ha le braccia e le gambe. È una ferita.
Quando beve, il materasso è una spugna arrugginita.
Bacio la bocca enorme e verticale. La sento pulsare.
Poi premo nella carne viva ed entro. Prima con un dito, poi la mano. Poi tutto il braccio. E poi due braccia. Tocco organi elastici. Materia calda. Le chiedo ti fa male e lei gorgoglia Non ti fermare.

Le storie a lieto fine le chiamano banali. Ma lei è quella giusta.
Mi incoraggia a cercare nuove forme. Mi obbliga a lavorare, mi dà la disciplina. Non mi fa perdere tempo e non vuole guarire.
Per questo ogni tanto ho paura.
E se muore? mi dico.
Se il sangue poi finisce?
E dov’è la testa? Dove gli occhi, dove le promesse?
Se si rimargina? Se si rimargina, che faccio?
Poi si chiude per sempre. La potrò riaprire?
Una ferita ha genitori?
È nata durante un’esplosione o da un coltello?
Ma poi il sangue cancella le domande e mi tocca piazzare un altro asciugamano.

C’è solo un problema: lei non gode. Con il tocco, niente orgasmi.
Se non sai farmi arrivare alla fine, prova a scrivermi un racconto, ha gorgogliato.
E quindi eccolo, il racconto.
Adesso è qui con voi. Scusate se vi sta sporcando le scarpe e i pantaloni.
Già vi vedo. Mi immagino i pensieri.
Questo l’ha scritto per una ferita. È un pazzo, non si può far venire il dolore.

Marco Morana

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