LA SCIMMIA (3/6)

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Erica Monzali, Impronta di donna (matrici di zinco incise con la tecnica dell’acquaforte e acquatinta e inchiostrate)

Terrorismo, vivisezione e post-11 settembre: sono i temi de La scimmia, il romanzo di fantascienza ucronica (definizione dell’autore) che Francesco Cortonesi sta scrivendo per Verde. Riprendiamo la lettura dalla sesta parte del terzo capitolo (primo qui, secondo qui).
Illustrazione di
Erica Monzali (Impronta di donna).

La voce registrata dell’impianto d’emergenza annuncia l’interruzione di corrente e raccomanda a tutti di mantenere la calma. Nello zoo cala il silenzio. Gli spettatori restano immobili come se improvvisamente avessero perso energia. La luce si riaccende accolta da un applauso scrosciante preregistrato. I giganteschi neon a serpentina che percorrono tutto il tetto restituiscono allo zoo l’effetto giungla. Il verde delle palme luccica di rugiada diffusa dai sofisticati filtri dei condensatori. Gli agenti di sicurezza entrano nel perimetro e controllano che non ci siano valigie abbandonate. Che qualcuno non abbia approfittato del black out per lasciare una bomba pronta a esplodere. Nel frattempo la donna che si è sparata un colpo in testa viene portata via. Sollevata e adagiata sopra una barella, sembra un manichino di gomma. A terra resta una pozza di sangue di un colore innaturale. Alcuni visitatori applaudono l’uscita di scena. Nessuno è realmente sorpreso. Gli agenti di sicurezza tranquillizzano alcuni visitatori: non è necessario farlo, ma è loro dovere. Il caos dei piani alti qui sembra impensabile. Nello zoo tutto si muove allineato. Come in un carillon.
Osservi tutto questo appollaiato ai margini di un sogno, elefanti incatenati e visitatori ipnotizzati, questo cortocircuito ti avvolge come un guanto.

Applewhite si siede accanto a te, sulla scalinata della tribuna che circonda la gabbia.
«Questi elefanti sono già morti», dice indicandoli con un dito.
«Respirano ancora». Uno degli agenti di sicurezza sta controllando le sbarre della gabbia, lo guardi e riaffiora in te il ricordo del tuo ex collega scomparso nel nulla una settimana prima del tuo incidente.
«Noi respiriamo?»
«Direi di sì, seppure a volte mi sembri più una sensazione».
«Potremmo essere morti».
«Una pessima trovata. Chi prenderebbe sul serio questa rivelazione?»
«Dovremmo valutare meglio le nostre percezioni».
«Non ne abbiamo la possibilità».
«Perché siamo qui?»
«Per conoscere la verità».
«Quale verità? La nostra o quella degli elefanti incatenati?»

Due agenti di sicurezza controllano i documenti di un visitatore. Sembra tutto il frutto studiato un copione. Dura qualche minuto e si dissolve come una scena del teatro delle ombre.

«Potresti non riconoscere la verità», dice Applewhite alzandosi in piedi.
«Non mi hai ancora detto quale verità».
«Quella che ci circonda».
«Ci circondano le gabbie, le catene, le palme, il cemento, un centinaio di piani, un muro che ci separa dalla giungla e tanta gente che sembra lobotomizzata».
«Hai un chip nella gamba destra».
«Un chip?»

CONTINUA (primo capitolo qui, secondo qui, terzo qui)

 

Francesco Cortonesi

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