LA SCIMMIA (3/5)

Ragazza furba

Anita Pankoff, Ragazza furba

Terrorismo, vivisezione e post-11 settembre: sono i temi de La scimmia, il romanzo di fantascienza ucronica (definizione dell’autore) che Francesco Cortonesi sta scrivendo per Verde. Proseguiamo la lettura con la quinta parte del terzo capitolo (primo qui, secondo qui).
Illustrazione di
Anita Pankoff (Ragazza furba).

Al novantaquattresimo piano proprio mentre stai osservando l’elefante, un uomo esplode quattro colpi di pistola contro un agente di sicurezza. L’uomo esce da un appartamento e senza alcun motivo spara. L’agente di sicurezza non fa in tempo a difendersi né a ripararsi. Si accorge di essere stato colpito. Si raggomitola e crolla a terra come accartocciato da una grossa mano invisibile. L’uomo si avvicina all’agente di sicurezza e s’inginocchia accanto a lui. Appoggia la testa sul torace dell’agente e piange. Gli accarezza il viso e gli chiude gli occhi. Resta ancora qualche istante in ginocchio come se pregasse. Si alza. Torna nell’appartamento. Esce di nuovo tenendo in mano una tanica. La apre e si cosparge di benzina. Tira fuori dalla tasca della giacca un accendino e si dà fuoco. L’uomo resta in silenzio, rigido, in piedi, mentre le fiamme lo avvolgono e iniziano a consumarlo. Il sistema di emergenza non si attiva. L’impianto di spegnimento automatico sembra non percepire le fiamme. Si comincia a sentire l’odore della carne arrostita mista a combustibile. Le porte dell’ascensore si aprono. Due agenti di sicurezza del servizio antincendio raggiungono l’uomo correndo. Lo circondano e gli vuotano addosso il contenuto di due estintori. Quando arrivano i cameramen e i fotografi, sembra ormai un pezzo di legno fumante che galleggia in una pozza di schiuma giallastra. Il corpo viene trascinato in un angolo del corridoio. Lascia sulla moquette una scia scura. Nel frattempo due agenti si avvicinano al collega colpito. Cercano disperatamente di rianimarlo. Un cameramen riprende la scena che appare disperata. Viene trasmessa in diretta sugli schermi di entrambe le Torri. La Tv mostra i primi piani degli agenti di sicurezza. Lo zoom riprende il cadavere carbonizzato dell’attentatore. Le immagini si diffondono. Il virus della paura contagia gli appartamenti, i ristoranti, i supermercati. La violenza passa da reale a teatrale. La realtà assume il ritmo della finzione. Il novantaquattresimo piano viene isolato, le misure antiterrorismo congelano ogni attività. La violenza assorbe energia, la divora. Le luci del novantaquattresimo brillano e poi si affievoliscono. Una squadra di pronto soccorso si fa largo tra la folla. Improvvisamente, cala il buio.

CONTINUA (primo capitolo qui, secondo qui, terzo qui)

Francesco Cortonesi

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