LA SCIMMIA (3/4)

35DEF

Anita Pankoff, Ragazza mandarino

Terrorismo, vivisezione e post-11 settembre: sono i temi de La scimmia, il romanzo di fantascienza ucronica (definizione dell’autore) che Francesco Cortonesi sta scrivendo per Verde. Proseguiamo la lettura con la quarta parte del terzo capitolo (primo qui, secondo qui).
Illustrazione di
Anita Pankoff (Ragazza mandarino).

L’elefante ondeggia la testa. La proboscide oscilla. Sembra una grossa corda. Quanto vale questo elefante? Il totale non è quantificabile. Potrebbe essere venduto come opera d’arte. L’elefante di Ground Zero. Il muro che separa le Torri dalla giungla è il limite che oggi determina il valore delle cose. Tutto nelle Torri si autoalimenta. Solo gli animali, per una ragione ancora sconosciuta, non si riproducono. Sono stati catturati nella giungla dalle forze speciali. In una striscia di foresta che è stata strappata agli invasori. I sotterranei sono stati costruiti successivamente per tenere separati gli animali dagli umani. Multilivelli raggiungibili in una manciata di secondi.
Zoo e stabulario.

«Ascolta», dice Clara, «dobbiamo scendere ancora».
«Questo elefante», rispondi voltando la testa verso l’entrata dello zoo, «parliamo di questo elefante».
«Lo trovi interessante?»
«Combattere contro la giungla. È una guerra persa.
«Dovremmo farci uccidere?»
«Dovremmo unirci a loro».
«Saresti disposto a farlo?»
«Sarebbe diserzione, la nostra società condanna i disertori».
«Gli invasori ci ucciderebbero. Non si fiderebbero di noi».
«Questo elefante. Noi non lo abbiamo ucciso».
«Credi che ci sia uno zoo per tutti gli abitanti delle Torri scomparsi in questi anni?»
«Nella foresta?»
«Nella foresta».
«Cosa si prova a guardare un elefante dentro a un recinto?»
«Cosa provano gli invasori a guardarci prigionieri delle Torri?»
«Noi non siamo prigionieri».
«E dove possiamo andare?»
«Sai cosa vogliono i terroristi?»
«Quali terroristi? Ogni livello qui ha i suoi terroristi».
«La distruzione delle Torri è imminente».
«La trasmetteranno in diretta».
«Prima di interrompere le trasmissioni».

Improvvisamente una donna a qualche metro da te tira fuori una pistola e se la punta alla tempia. Si volta e ti fissa, come se fossi proprio tu ciò che vuole vedere per l’ultima volta. Passano alcuni interminabili secondi. Preme il grilletto. La sua testa esplode. Il suo corpo si accascia a terra. Gli agenti di sicurezza di guardia al recinto corrono. Nel frattempo la pozza di sangue sul cemento si allarga. E quando arrivano, ti accorgi che le telecamere di sorveglianza stanno registrando i dettagli della scena e li stanno già rimandando sullo schermo principale che si trova esattamente al centro dello zoo.

CONTINUA (primo capitolo qui, secondo qui, terzo qui)

Francesco Cortonesi

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