
Silvia Priska Benedetti, Tredici
Terrorismo, vivisezione e post-11 settembre: sono i temi de La scimmia, il romanzo di fantascienza ucronica (definizione dell’autore) che Francesco Cortonesi sta scrivendo per Verde. Oggi leggiamo la prima parte del terzo capitolo (primo qui, secondo qui).
Illustrazione di Silvia Priska Benedetti (Tredici).
La luce dei lampioni entra dalle finestre del piano terra. Senti i soldati marciare sull’asfalto. Dalla strada giunge l’urlo di una sirena. Improvvisamente vedi le luci azzurre e rosse dell’ambulanza schizzare sulle vetrate. Un nuovo assalto degli anarcoapples probabilmente. Sono gli unici che si spingono fuori dalle Torri per piantare i semi della violenza e della rivolta. Lo fanno in nome del fantasma di Steve Jobs, convinti come sono che sia stato ucciso da un complotto organizzato dalla mafia di Zuckerberg. Non si spingono nelle strade i nazisti dei piani alti. E neppure gli animalisti borghesi, che hanno la loro base operativa presumibilmente tra il quarantesimo e il ventesimo piano. Nazisti e animalisti preferiscono il terrorismo interno e verticale. I loro nemici sono dentro le Torri. Ciò che si annida nella giungla per il momento non li riguarda. Nonostante gli arresti effettuati dagli agenti di sicurezza negli ultimi due mesi, il livello di allerta nelle Torri resta alto.
Il piano terra della Torre Nord è l’unico privo di appartamenti e uffici. È solo una gigantesca hall d’ingresso, progettata per un’accoglienza che non c’è mai stata. La speranza di scendere a patti con la giungla. La speranza di trovare una tregua duratura con gli invasori che si annidano nella boscaglia.
Adesso piove. La pioggia cade a scrosci nell’asfalto. Prima di salire in ascensore ti volti e guardi ancora una volta fuori delle vetrate. Vedi alcuni soldati passare, avvolti nelle mantelle cerate. Senti la minaccia che ti attende, che ti spinge e che ti stimola.
Stai per scendere per la prima volta nei sotterranei.
Stai per spingerti sotto il livello di umanità.
Stai per entrare negli strati più bassi della nuova società.
Lo zoo.
Lo stabulario.
Applewhite e Clara ti precedono. Mentre inizia la discesa, senti come una minaccia di morte provenire dal buio dell’underground. La senti scorrere lungo la spina dorsale. È una percezione che ha la sfumatura dell’allucinazione. Non sai dire da dove arrivi. Ma sai che ti attende sotto il pavimento che in questo momento ti sorregge.
La luce della hall resta alle tue spalle.
Le porte dell’ascensore si chiudono.
Improvvisamente ancora una serie d’immagini. Come in un film.
Un passo indietro.
Un po’ di storia.
Le Torri sono state ricostruite dopo il collasso della Rete che ha stravolto il vecchio mondo.
Sei miliardi di morti in un solo giorno.
Sei miliardi di corpi letteralmente cancellati.
Cancellati da un’onda d’urto.
Sparata fuori dall’implosione del web.
I sopravvissuti si sono riorganizzati. In meno di cinque anni hanno ricostruito il World Trade Center. Lo hanno scelto come simbolo della rinascita. Lo hanno costruito molto, molto più grande. Hanno dato vita a una nuova società verticale.
Hanno chiuso fuori gli indesiderati. Li hanno spinti nella giungla sperando che fosse una soluzione. Gli indesiderati si sono trasformati in invasori.
E da quasi due anni.
Stanno cercando.
Di sfondare il muro.
CONTINUA (primo capitolo qui; il secondo qui)