
Dino Valls, Sigilla (Oil and wood, 55×40 cm, 2011)
È la copertina più bella della storia di Verde. Non ci sarebbe altro da aggiungere, se non che Sigilla è opera del grande Dino Valls, che nel febbraio 2014 raggiungiamo grazie ad Alda Teodorani (ve la ricordate la copertina di Incubi?) Nell’editoriale del numero 21 (anche questa uscita è segnalata dalla comunità di Issuu per Content Warning!) così scrivevamo: “Già medico chirurgo, negli anni Novanta Valls ha abbandonato la professione per dedicarsi a tempo pieno alla pittura: da allora porta avanti una personalissima e proficua ricerca personale, frutto di un approfondito studio della tradizione dei maestri fiamminghi e italiani e della messa a punto di una particolare tecnica di tempera a uovo, che esalta con sapienza un universo denso di simboli oscuri e complessi, legati al mondo crudele e surreale della psiche e della medicina.”
La Semiautomatica #14 è probabilmente la puntata più breve dell’intera rubrica: in poche meno di 1400 battute Simone Lucciola mette in fila i fondi dei succhi di pompelmo Zuegg, Piero Ciampi, Pupi Avati, l’autodifesa di Georges Jacques Danton di fronte al Tribunale Rivoluzionario e un’aforisma finale che è davvero una rivoltellata.
Sul tetto antistante casa gli operai saldano una guaina per isolare l’ultimo piano dall’acqua piovana, e il rumore di fondo mi ricorda le nostre cannucce quando succhiavamo i fondi dei succhi di pompelmo Zuegg, mentre me ne sto sdraiato nel letto e ascolto Piero Ciampi forgiando metafore nel dormiveglia. È in un primo pomeriggio così, con la panza piena, che ho la precisa coscienza della mia fortuna e comincio ad attrezzarmi per eventuali rivolgimenti.
E poi ti senti come quei vecchi attori falliti dei film di Pupi Avati, che non ottengono un ruolo decente da dieci anni e anche il loro climax non è che fosse poi granché, e camminano curvi per strade tortuose celati dietro gli occhiali scuri per non farsi riconoscere da gente che non li riconoscerebbe comunque. Alla fine della curva c’è un buco nero che risucchierà tutto in un vortice scombussolato e tu pupiavatiano del momento lo sai, e sai che non sei un personaggio di fantasia. Ai personaggi di fantasia tra l’altro non bisognerebbe mai credere, ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti è da ritenersi puramente esistito.
L’autodifesa di Danton di fronte al Tribunale Rivoluzionario rimane una delle più importanti perorazioni politiche di Francia. Ciò non toglie che gli staccarono comunque la capoccia dal collo.
Con una rivoltella avrai una repressioncina.

Dino Valls, Passio (Egg tempera and oil-wood, 72x58cm, 1993) e In memoriam (Egg tempera and oil-wood, 72x58cm, 1993). Verde 21, pagina 10 e 11.