LA SCIMMIA (1/1)

In questa vita Francesco Cortonesi è stato speaker radiofonico notturno, sceneggiatore di cortometraggi di paura, autore di racconti dell’orrore e attivista per la liberazione animale. Ha pubblicato storie per i tipi di Lupo Editore, Alacran, il Foglio, Ferrara e Dunwich Edizioni. Il suo romanzo d’esordio s’intitola Gotham Polaroid e racconta le storie degli abitanti di Gotham City, senza che Batman si veda mai. Ha scritto articoli per Nocturno, Sci-Fi Now e Studi Lovecraftiani. Ha curato una mostra fotografica sulla storia di Nannetti Oreste Fernando, in arte Nof4, recluso a vita nel manicomio di Volterra.
Attualmente sta lavorando a
Reclusi: Storie di Persone Innocenti Arrestate, una mostra fotografica dedicata agli animali prigionieri negli zoo e nei circhi.
Vive ad Arezzo con due gatti in una casa infestata da quattro fantasmi che non fanno paura a nessuno.
Su Verde scrive racconti sul difficile rapporto uomo/animale. Questa è la prima parte del primo capitolo de La scimmia, un romanzo a puntate.

Sei un ex agente di sicurezza delle Torri. Indossi un completo scuro. Una camicia bianca. Una cravatta nera. Ti fai una domanda: perché lo hanno ucciso?
Se dovessi rispondere a questa domanda prendendo in considerazione ciò che la gente pensa – la maggior parte della gente – diresti: sicurezza, paura, sopravvivenza.
Secondo uno studio effettuato da alcuni sociologi dell’Università del trentaseiesimo piano, sicurezza, paura e sopravvivenza sono le tre parole a cui gli abitanti delle Torri pensano con più frequenza durante la fase REM. Sarebbero queste le parole che vengono percepite per prime in un campo di millecinquecento parole scelte tra le più ascoltate nel corso di una settimana tipo. Subito dopo l’inaugurazione delle Torri si poteva incontrare qualcuno in ascensore e la sera stessa invitarlo a cena. I sistemi di sicurezza si basavano sulla semplice routine degli agenti predisposti. Ma ora?
Ora a distanza di dieci anni la regola aurea è: non fidarti di nessuno.

Succederà.
Lo senti nell’aria. La bomba alla macelleria è un segnale. Gli anarcoanimalisti colpiranno ancora, quasi sicuramente il loro prossimo obiettivo sarà il giardino zoologico nel seminterrato, ma questa volta staranno ben attenti a non far correre il rischio a qualche animale. Associazione di idee: Lo zoo di Berlino fu inaugurato nel 1844. Durante il terzo Reich c’erano circa duemila animali. Dopo i bombardamenti del 1942 ne sopravvissero solo novantuno e la struttura fu completamente distrutta. Fu Hitler in persona a impedire ai tedeschi di mangiare gli animali sopravvissuti, mentre permise alla gente di abbattere gli alberi nei parchi pubblici per ricavarne legna da ardere. Questi sono i parallelismi da tenere in considerazione. La storia non si ripete, semmai percorre gli stessi sentieri aggiornando le tecniche di orientamento. Pensi a questo mentre aspetti che Carla finisca la sua sigaretta.

«Improvvisamente sei diventato pensieroso» dice Clara soffiando fuori un filo di fumo bianco che profuma di vaniglia.
«Non riesco a capire perché lo hanno ucciso.»
«Forse hanno avuto paura.»
«Era solo.»
«Forse hanno pensato a una finestra rotta.»
«Gli hanno disegnato una svastica sul petto.»
«Direi che almeno la firma è abbastanza chiara.»
«Forse. Non si può mai sapere, in verità.»
«A proposito di svastiche, una volta ho visto un documentario sui nazisti dell’Ilinois.»
«Non ci sono nazisti dell’Illinois sulle Torri.»
«Di questo non puoi esserne certo. E comunque non intendevo fare ipotesi.»
«Succederà qualcosa di brutto.»
«Questa è un’ipotesi.»
«Qualche volta l’ipotesi ha la consistenza della profezia.»
«Abbiamo ancora tempo. Ti va se andiamo a dare un’occhiata al novantunesimo?»
«Un po’ macabro. Pericoloso forse.»
«Ti ricordi? Sono un ex agente di sicurezza.»
«Deformazione professionale. Non l’ho mai compresa pienamente.»
«Lo sai cosa dicono, no?»
«Cosa?»
«Che ogni professione ti deforma.»
«Certo. Noi siamo ciò che diventiamo.»
Clara spegne la sigaretta sul posacenere di cristallo. L’odore di vaniglia si fa più intenso.
«Per questo esistono le assicurazioni.»
«Le assicurazioni non ci difenderanno quando crollerà il muro di cemento.»

Guardi fuori e gli alberi ti sembrano più vicini di ieri. I rami sembrano attorcigliarsi nel vento e avventarsi al muro. La prendi per mano. Senti che è calda. Clara non fa resistenza. Non c’è neppure bisogno di premere il pulsante di chiamata dell’ascensore. Le porte si aprono immediatamente come se bastasse il pensiero. Chiudi gli occhi e cerchi di immaginare che effetto farà vedere lo scimpanzé morto al novantunesimo. Fuori i carri armati procedono a passo d’uomo sulla statale che costeggia il muro per difendere le Torri dalla giungla.
Succederà.

CONTINUA (qui tutte le puntate)

Francesco Cortonesi

2 thoughts on “LA SCIMMIA (1/1)

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